laR+ IL COMMENTO

Preventivo 2025, un film (tragicomico) già visto troppe volte

Dallo spauracchio di un futuro catastrofico alla soddisfazione per la conferma del rating Moody's: tutte le ambiguità della politica in tre scene

In sintesi:
  • Il governo, a mo’ di premessa, non manca di indicare quanto la prospettiva sia cupa
  • In Gestione nessuno è contento ma nemmeno (troppo) scandalizzato 
(Ti-Press)
26 settembre 2024
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Scena 1: il governo sta per incontrare gli inviati dell’agenzia Moody’s per il colloquio conclusivo di revisione annuale del profilo creditizio ticinese. L’appello di Christian Vitta ai suoi colleghi, prima di entrare in sala, è chiaro: “Facciamogli vedere che è tutto a posto, mi raccomando!”. I funzionari di Moody’s sfogliano la documentazione che hanno raccolto da più fonti: un’economia basata sullo sfruttamento del “vantaggio competitivo” dato dall’abbondante manodopera frontaliera a basso costo; uno Stato sociale parecchio diffuso al sostegno del profitto privato (tra i documenti spunta il ritaglio dell’articolo ‘Quando la politica si riduce a ragioneria’ di Greppi e Marazzi, uscito su laRegione lo scorso 21 settembre); un prodotto interno lordo di circa 35 miliardi di franchi e un debito pubblico che non raggiunge nemmeno l’irrisoria soglia del 10% del Pil; un’ipotesi di chiusura dei conti per l’anno in corso che prevede un deficit di circa cento milioni, disavanzo a conto economico che rappresenta lo 0,3% del valore dell’insieme dei beni e dei servizi prodotti dall’economia cantonale… Gli esperti rivolgono uno sguardo ai cinque consiglieri di Stato: “Anything else?” I cinque membri dell’Esecutivo tacciono. Gli inviati dell’agenzia chiudono le mappette, stringono le mani dei consiglieri di Stato e prima di uscire dalla stanza confermano il rating Aa2 con prospettiva stabile, ovvero: debitore di alta qualità. Vitta alza il pugno in segno di vittoria. Stop.

Scena 2: il Consiglio di Stato in corpore davanti alla stampa presenta il Preventivo 2025 con un deficit di 64 milioni di franchi, in cui sono presenti misure di risparmio (toccata in particolar modo la scuola) per una settantina di milioni, che vanno ad aggiungersi ad altri 60 milioni di tagli già decisi al momento di allestire il Preventivo 2024 e che si protraggono nel prossimo anno. Il governo, a mo’ di premessa, non manca di indicare quanto la prospettiva sia cupa: il pacchetto di “sgravi” annunciato di recente dalla Confederazione, l’instabilità geopolitica, l’incertezza sugli utili della Bns… Si accenna anche, con una certa soddisfazione, alla conferma del rating Moody’s. Per poi proseguire con lo spauracchio di uno scenario futuro piuttosto catastrofico e con un appello al dialogo e alla collaborazione – ribadito a più riprese e rivolto principalmente al parlamento – che consenta di risanare le finanze cantonali. Taglio.

Scena 3: tra i membri della commissione della Gestione – ritrovatisi per un aperitivo di debriefing – nessuno è contento, ma nemmeno (troppo) scandalizzato. C’è chi, un po’ più ferrato con i numeri, rassicura i colleghi: “Sono rimasti sotto di 50 milioni rispetto alla soglia massima consentita dal Freno al disavanzo perché sanno come andrà a finire in Gran Consiglio”. 15 milioni di tassa di collegamento già pronti per essere cancellati, 8 milioni di pseudo sgravi fiscali attraverso il mantenimento della progressione a freddo così com’è per dei redditi che continuano a perdere la corsa contro l’inflazione (anche grazie all’esempio “virtuoso” del governo che intende riconoscere ai propri dipendenti solo la metà del rincaro), qualche ritocco obbligato alle cifre della Ripam vista l’imminente ed ennesima stangata sui premi di cassa malati, ed ecco che il pronostico di un deficit – a preventivo – vicino al centinaio di milioni è subito fatto. A preventivo, perché poi a consuntivo è sempre un’altra storia. “Chi lo sa, se ci va di culo magari finiamo pure per rispettare il decreto del Sergio”. The end.

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