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Nomine, partiti e Manuale Cencelli: i giudici si interrogano

L'Associazione svizzera dei magistrati lancia un sondaggio. ‘Il dibattito sulla procedura di designazione è sempre d'attualità’. Indipendenza e autonomia

Tema importante. E ricorrente
(Ti-Press)
19 agosto 2024
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Si torna a parlare delle modalità di elezione dei magistrati – segnatamente dei giudici – nei cantoni e a livello federale. Quindi del ruolo e dell’influenza dei partiti nel loro reclutamento: in Ticino per esempio sono designati dal Gran Consiglio. Si torna quindi a parlare di indipendenza e autonomia delle toghe. A rilanciare il tema è stavolta l’Associazione svizzera dei magistrati (Asm). Lo fa con un sondaggio, svolto in forma anonima, che ha promosso di recente. Destinatari del questionario, tutti i giudici attivi nel Paese, membri e non dell’Associazione. Tre gli argomenti su cui verte l’indagine: “Elezione/ Quote partitiche; Durata del mandato /Rielezione; Contributo finanziario ai partiti”, scrive la presidente dell’Asm Marie-Pierre de Montmollin nel segnalare ai giudici avvio e scopo del sondaggio, che si chiuderà a breve, il 25 agosto.

Numerose le domande

Diverse le domande. Tra queste: “La sua elezione è avvenuta su proposta di un partito?”, “Versa regolarmente un contributo finanziario al suo partito?”, “Se sì, a quanto ammonta annualmente?” (vengono indicate delle forchette: fino a duemila franchi? Tra duemila e cinquemila? Tra cinquemila e diecimila franchi? Tra diecimila e ventimila? Più di ventimila franchi?), “Ha già ricevuto da parte del suo partito delle pressioni esplicite o implicite al fine di aumentare il suo contributo finanziario?”, “Rende, nell’ambito della sua professione, delle decisioni sensibili dal profilo politico?”. E ancora: “Si trova in difficoltà nello spiegare ad altri perché in Svizzera per essere eletti magistrati si deve, di regola, appartenere a un partito politico?”, “È corretto tenere conto, nell’ambito di una nomina giudiziaria, delle differenti sensibilità politiche e sociali?”. Ai giudici si chiede inoltre se il sistema di elezione “sulla base delle proposte partitiche dei candidati” sia conforme “alla garanzia costituzionale dell’indipendenza giudiziaria” e se il legislatore debba “dichiarare inammissibili i contributi ai partiti da parte dei giudici”. Alcuni quesiti riguardano la durata del mandato. Ai magistrati si chiede fra l’altro se la rielezione debba essere “abolita e rimpiazzata con un’elezione unica (fino all’età del pensionamento ordinario), con possibilità di destituzione perché il giudice ha violato gravemente i suoi doveri d’ufficio, oppure ha durevolmente perso la capacità di esercitare il suo ufficio”.

La votazione popolare del 2021

Queste e altre le domande del sondaggio su un tema che è molto importante e delicato. Che in Ticino, dove il Gran Consiglio elegge procuratori pubblici e giudici (giudici d’Appello e pretori), è ricorrente, al centro anche di aspre discussioni (eppure il manuale Cencelli continua a essere applicato). E che sul piano nazionale è stato oggetto di una votazione popolare nel novembre del 2021. Si trattava dell’“Iniziativa sulla giustizia”: proponeva la designazione per sorteggio dei giudici del Tribunale federale, e di sottrarre così al parlamento (federale), e di riflesso ai partiti, la competenza di nomina. La proposta è stata però sonoramente bocciata dalle urne, con circa il 68 per cento di contrari. Tuttavia, come annota la presidente dell’Asm de Montmollin, “il dibattito sulla procedura di nomina dei magistrati e una sua eventuale riforma è sempre d’attualità. Peraltro, a livello federale e cantonale vi sono diversi metodi di nomina”. Di qui il lancio del sondaggio, in quanto “desiderosa”, l’Associazione, “di contribuire alla discussione nell’interesse dei magistrati”. Per prendere parte (fino al 25 di questo mese) al sondaggio non è necessario essere iscritti all’Asm: “L’obiettivo è di raccogliere l’opinione del maggior numero possibile di magistrati da tutta la Svizzera”.

L’Associazione svizzera dei magistrati, si apprende dal suo sito online, è stata istituita nel 1969 e “si impegna a favore della difesa dello stato di diritto e della separazione dei poteri nello Stato democratico, promuovendo un sistema giudiziario di alta qualità e indipendenza”. È membro dell’Associazione europea dei magistrati e dell’Unione internazionale dei magistrati. Nel recente passato l’Asm è stata presieduta da un ticinese: Roy Garré, giudice del Tribunale penale federale con sede a Bellinzona.