Nell'edizione odierna torniamo anche sui risultati delle votazioni domenicali con quattro spunti di riflessione e analisi
«Gridava e voleva picchiarlo davanti a tutti: sono volate anche minacce di morte». La testimonianza è quella di una mamma che, sabato mattina, stava partecipando al Torneo scolari del Locarnese. A rovinare l'ambiente sono stati due allenatori che, per motivi ancora poco chiari, hanno iniziato a discutere animatamente vicino ai campi da gioco. Una situazione che ha lasciato perplessi i presenti e che non è degenerata in una rissa vera e propria solo grazie all'intervento di altri genitori. Una scena che si è ripetuta anche domenica pomeriggio a causa di un rigore fatto ripetere.
Dopo i risultati elettorali di ieri, vi proponiamo quattro spunti di riflessione e analisi. Il direttore Daniel Ritzer torna sulla riforma fiscale e un “immobilismo che paga” dato che, ancora una volta, “il Ticino ha scelto di rimanere fermo, ostaggio di certe abitudini di pensiero (o meglio: di sudditanza) a quanto pare piuttosto impossibili da scardinare”.
Per una maggioranza importante di ticinesi l'acquisto dello stabile Efg non è una priorità. Le urne hanno parlato chiaro, anche a Lugano. Per il vicedirettore Andrea Manna “a cadere a pezzi è una certa politica giudiziaria”, perché il no dei ticinesi all'elemento principale dell'ambizioso progetto della Cittadella giustizia “suona come un sonoro schiaffo politico a Norman Gobbi”.
Passando all'Ipct e alla vittoria del sì per un migliaio di schede, per Jacopo Scarinci “la corda è quasi spezzata”. Il risultato delle urne dimostra che esiste una quasi maggioranza silenziosa, non solo la chiassosa piazza e i cortei, che “a fronte di questa strumentale contrapposizione tra dipendenti pubblici e privati ha chiaramente fatto capire come la pensa”. Il tutto, con buona pace di quello che sarà il risanamento vero e proprio dell’Ipct.
A livello federale, le iniziative per limitare l’onere ai premi di cassa malati (Ps) e per un freno ai costi della salute (Centro) avrebbero quantomeno medicato le ferite più evidenti del sistema sanitario svizzero. Per Stefano Guerra i controprogetti che entreranno in vigore sono “un cerotto senza medicazione”.
Buona lettura e buon inizio settimana.