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Abusi su minori: ‘Voleva solo insegnargli come ci si masturbava’

Le difese degli ex coniugi relativizzano le imputazioni legate ad atti sessuali con fanciulli. Il patrigno aveva abusato del figliastro disabile

La sentenza è attesa per mercoledì mattina
(Ti-Press)
7 maggio 2024
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Secondo la difesa dell’uomo, accusato di aver abusato sessualmente del figliastro disabile, egli avrebbe sì commesso atti riprovevoli, per altro ammessi, ma agendo in buona fede, e non con lo scopo di soddisfare le proprie perversioni, come sostenuto dalla procuratrice pubblica Anna Fumagalli. Nel prosieguo del dibattimento iniziato questa mattina alla Corte delle Assise correzionali di Lugano, sono state infatti presentate le arringhe difensive, a cominciare dal patrocinatore del principale imputato, l’avvocato Niccolò Giovanettina. A difesa del 71enne, che lo ricordiamo è accusato di ripetuti atti sessuali con fanciulli e con persone incapaci di discernimento, Giovanettina ha sostenuto la tesi che l’uomo non fosse attrezzato per gestire la situazione di dover badare a un ragazzo affetto da deficit cognitivo. «È stato vittima di una dinamica che non riusciva a capire e controllare» ha dichiarato in aula l’avvocato. Ricordiamo che nei confronti dell’uomo la pp ha chiesto una pena detentiva di 24 mesi sospesi per tre anni.

In due occasioni, l’uomo ha passato la notte da solo in compagnia del ragazzo di una camera d’albergo del Luganese, dove gli ha mostrato dei video pornografici per farlo masturbare, e masturbandosi anch’egli. Tutto questo, secondo la difesa, con l’idea di mostrargli come fare, dato che il ragazzo, che all’epoca aveva tra gli 11 e i 12 anni, avevo chiesto a più riprese di insegnarglielo. In altre occasioni, il patrigno ha toccato il ragazzo nelle parti intime, a suo dire per verificare se stesse avendo un’erezione, e per farlo calmare. Questo è avvenuto più volte nella loro abitazione, nonché in una piscina pubblica. Infine, l’uomo avrebbe toccato la vittima anche sotto la doccia, ma anche in questo caso si sarebbe trattato di un malinteso, in quanto l’uomo si è giustificato dicendo che stavano semplicemente facendo la doccia insieme, e se lo ha toccato è stato per mancanza di spazio. Giovanettina ha dunque concluso chiedendo una mitigazione della pena, non superiore ai 18 mesi sospesi.

La madre era spaventata dal compagno

Presente in aula anche la madre della vittima, su cui pende principalmente l’imputazione di favoreggiamento, per non aver denunciato i fatti malgrado ne fosse venuta a conoscenza. Secondo la patrocinatrice della donna, l’avvocata Maricia Dazzi, tra i due coniugi vi sarebbe stata una relazione impari, in cui lei era totalmente dipendente, sia economicamente che psicologicamente, dal compagno. Dopo essere venuta a conoscenza dalla figlia di quanto stesse accadendo, l’imputata ha effettivamente tentato di affrontare la cosa con il 71enne, venendo aggredita fisicamente e minacciata. La donna è infatti cittadina straniera, e il compagno avrebbe usato la minaccia di una revoca del permesso per tenerla sotto il suo controllo, oltre a sfruttare l’alcolismo che affliggeva la donna (per il quale ha seguito delle terapie), come un arma contro di lei, dicendole che l’avrebbe segnalata per farle togliere la custodia dei figli. Sarebbero queste le ragioni che l’avrebbero spinta a non segnalare i fatti per circa un anno, prima di parlarne con un assistente della ProInfirmis, che a sua volta ha segnalato il caso alle autorità portando all’arresto della coppia nel febbraio del 2021. Per la sua assistita, Dazzi ha dunque chiesto che venga esentata dalla pena o, in via subordinata, che le sia inflitta solo una pena pecuniaria.

La sentenza è attesa per mercoledì mattina.

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