Luganese

Parco e piscina di Carona da salvare per 7'358 cittadini

Consegnata al Municipio di Lugano la petizione che ha riscosso un gran successo ed è sostenuta da Daniele Finzi Pasca. Lunedì presidio a Palazzo Civico

Il centro balneare quando ancora era aperto al pubblico
(Ti-Press)
28 marzo 2025
|

Non si può non condividere l’opinione dei promotori che definiscono “straordinario” il successo della petizione “No alla chiusura della piscina di Carona e del suo magnifico parco”, che è stata consegnata oggi alla Cancelleria di Lugano con le sue 7’358 sottoscrizioni. Tra i firmatari, spicca il nome di Daniele Finzi Pasca, artista luganese di fama internazionale, coinvolto dal comitato Parco Piscina Carona, che ha promosso un presidio in Piazza della Riforma, lunedì 31 marzo alle 18.30, prima della seduta di Consiglio comunale, per sensibilizzare i membri del Legislativo, invitando la popolazione a partecipare indossando un accessorio e/o un vestito legato al tema piscina.

Alcuni consiglieri comunali – primo firmatario Edoardo Cappelletti – hanno presentato una risoluzione che invita il Municipio a revocare la decisione del 17 ottobre, che ha decretato la chiusura della piscina. Una risoluzione che chiede di garantire l’accesso al parco tutto l’anno e che verrà votata se la maggioranza accetterà di inserirla all’ordine del giorno. Il Comitato auspica che la risoluzione venga sostenuta dal Legislativo, alla luce di una recente perizia, in base alla quale, per il mantenimento della piscina servirebbero circa 280’000 franchi per un intervento che consentirebbe la riapertura nella prossima stagione, mentre ce ne vorrebbero 467’500 per garanzie a lungo termine. La petizione, lo ricordiamo, contesta la decisione “presa in contrasto con gli accordi iniziali, che prevedevano una separazione tra il risanamento della piscina e il progetto Tcs Glamping. Recenti dichiarazioni secondo cui “il progetto Glamping fosse legato all’investimento” e che “la decisione di chiusura è stata causata dai ricorsi, che bloccano lo sviluppo di un intero quartiere”, generano confusione e deformano la realtà. I ricorsi non riguardano il risanamento della piscina, ma contestano la variante di Piano regolatore votata dal Legislativo, che rende edificabile un terreno classificato come “fuori zona”, situato in un’area di protezione federale dell’Arbostora. Invece, sottolinea il Comitato, “gli accordi iniziali stabilivano esplicitamente che il risanamento della piscina e il progetto Glamping fossero due cose indipendenti e separate”.

Il Comitato, con Daniele Finzi Pasca, sta già riflettendo su come trasformare l’area in un luogo vivo e inclusivo. Come? “Con un po’ di fantasia, il parco e la piscina di Carona potrebbero diventare un centro di aggregazione per giovani e famiglie, offrendo spazi per incontri, musica e attività culturali”, dichiara l’artista, secondo cui “esperienze simili a Losanna e Ginevra dimostrano quanto sia importante rendere gli spazi pubblici sempre più fruibili, trasformandoli in luoghi vitali che rispondono ai bisogni della comunità. Mantenere aperta la piscina di Carona non è solo una battaglia per salvare un servizio pubblico, ma un’occasione per ripensare il suo futuro e renderlo un punto di riferimento culturale e sociale per tutta la regione”.

Leggi anche: