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Abusi sul figliastro disabile, chiesti due anni

A processo a Lugano un 71enne accusato di aver molestato un minore col pretesto di aiutarlo. Imputata anche la madre della vittima per favoreggiamento

In sintesi:
  • Gli abusi sono avvenuti fra il dicembre del 2017 e il febbraio del 2019
  • Per il 71enne, la pp ha richiesto una pena di 24 mesi sospesi per tre anni, mentre per la coimputata sono stati chiesti 18 mesi sospesi per due anni
L’uomo adesso si è trasferito all’estero
(Ti-Press)
7 maggio 2024
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«Ha compromesso lo sviluppo psichico di un minore, allo scopo di dar sfogo ai propri perversi impulsi sessuali». Sono queste le parole pronunciate oggi in aula dalla procuratrice pubblica Anna Fumagalli. È una brutta storia di abusi su minori, quella avvenuta nel Luganese tra il dicembre del 2017 e il febbraio del 2019, e approdata questa mattina alla Corte delle Assise correzionali di Lugano, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta. Protagonisti della vicenda, una coppia di ex coniugi: lui, un cittadino svizzero di 71 anni, è accusato di aver toccato le parti intime del figliastro – che all’epoca aveva tra gli 11 e i 12 anni, e affetto per altro da un grave ritardo mentale –, e di avergli mostrato dei filmati pornografici; lei è la madre della vittima, accusata di non aver denunciato quanto stesse accadendo alle autorità dopo esserne venuta a conoscenza.

Le accuse per l’uomo sono di atti sessuali con fanciulli e persone incapaci di discernimento e pornografia, mentre la principale imputazione a carico della donna è quella di favoreggiamento. A carico di entrambi vi è anche l’imputazione della violazione del dovere di assistenza. Per il 71enne, la pp ha richiesto una pena di 24 mesi sospesi per tre anni, mentre per la coimputata sono stati chiesti 18 mesi sospesi per due anni.

‘L’ho fatto per aiutarlo’

L’uomo è accusato di aver toccato in più occasioni le parti intime della vittima, di avergli mostrato filmati pornografici per farlo eccitare e di essersi masturbato insieme a lui. Fatti parzialmente ammessi dall’imputato, che ha però sostenuto di averlo fatto per aiutarlo a gestire le sue turbe psichiche, che riguardano anche delle disfunzioni della sfera sessuale. In due occasioni, l’uomo si sarebbe anche recato in un albergo del Luganese solo con il ragazzo, sempre appunto con la supposta intenzione di aiutarlo. «Ho capito di aver sbagliato – ha dichiarato l’imputato –, ma in quel momento mi sembrava la soluzione migliore. Io gli voglio bene». Sul computer dell'uomo è stato anche rinvenuto del materiale pedopornografico, che lui nega però di aver scaricato.

Fatti emersi grazie alla sorella della vittima

È stata la sorella del giovane a segnalare alla madre quanto stesse succedendo, in particolare rendendole noto di aver trovato dei video porno sul computer dell'allora compagno. «Ero molto confusa – ha affermato la donna –, ma da quel momento non li ho più lasciati soli». La donna non si è rivolta alle autorità, anche per paura di perdere il proprio permesso di domicilio. L'arresto è avvenuto solo l'anno successivo, grazie a una segnalazione di ProInfirmis.

Nel pomeriggio si pronunceranno gli avvocati difensori, Niccolò Giovanettina e Maricia Dazzi.