Per frode elettorale, incetta di voti e violazione del segreto del voto. Chiede anche lo statuto di accusatore privato, nell’ottica di un risarcimento
Non intende rimanere alla finestra a guardare, si ritiene in una botte di ferro, perciò si tutela con una denuncia penale sporta contro ignoti nella quale si dice “a disposizione per confermare la propria posizione e per fornire e sostanziare o per chiarire ulteriori elementi ritenuti utili”. Questo il passo compiuto dal Municipio di Arbedo-Castione, convinto che l'apparato amministrativo e istituzionale abbia agito nel pieno rispetto delle regole e delle leggi in occasione delle elezioni comunali annullate per brogli il 14 aprile. La denuncia riguarda i reati di frode elettorale (articolo 282 del Codice penale), incetta di voti (282 bis) e violazione del segreto del voto (283). I primi due, ricordiamo, sono gli stessi già considerati dalla Procura cantonale nella sua inchiesta aperta ‘motu proprio’ e coordinata dal procuratore generale sostituto Andrea Balerna. Non solo: da nostre informazioni risulta che il Municipio chiede anche di essere riconosciuto come accusatore privato, questo nell'ottica di esigere un risarcimento a copertura delle spese elettorali aggiuntive qualora i responsabili venissero individuati. Se la richiesta di accusatore privato non venisse accolta in ambito penale, la questione proseguirebbe nel foro civile.
Il Municipio si è mosso questa settimana dopo aver ricevuto dall’Ufficio cantonale di accertamento, venerdì 19 aprile, la decisione formale e le relative motivazioni dell’annullamento delle votazioni comunali. E si dice, citiamo, “assolutamente estraneo alle attività che hanno condotto a tale annullamento messe in opera da ignoti estranei all’amministrazione comunale”. Pure sul piatto della bilancia figurano “i costi e le spese sostenute per la votazione”, la quale come noto dovrà essere ripetuta il prossimo autunno. In cifre, ricordiamo, sono 26 su 48 le liste Lega/Udc cancellate col Tipp-Ex da mano o mani ignote, 7 quelle dell'Unità di sinistra, 5 del Centro, 4 senza intestazione, tre del Plr Castione e una di Noi Indipendenti. In tutto 48 voti di lista andati poi a favore della lista Plr Arbedo.
Intanto Municipio e Consiglio comunale rimasti in carica continuano le rispettive attività in attesa delle elezioni autunnali. La Sezione enti locali, preposta alla sorveglianza, non ha posto ufficialmente delle limitazioni, ma fino all’insediamento dei nuovi organi ha suggerito di concentrarsi anzitutto sulla gestione corrente ordinaria, con la possibilità di proseguire con investimenti in essere già avviati, ma evitando un approccio progettuale su nuove questioni che potrebbero ricadere poi sulle future amministrazioni politiche. «Questo non perché le persone attualmente in carica, elette tre anni fa, non siano legittimate a farlo – spiega il direttore della Sel, Marzio Della Santa – ma perché alcune di loro, se le elezioni annullate si fossero tenute correttamente, in questo momento non siederebbero nei rispettivi organi».
Un testo è apparso anche su Facebook, nel profilo del Comune. “Cara comunità”, esordisce ribadendo poi quanto il segretario comunale, Giuseppe Allegri, ha già avuto modo di anticipare lunedì 15 aprile su queste collone: “L’amministrazione (e quindi tutte le collaboratrici e i collaboratori del Comune) è estranea a ogni attività messa in campo da ignoti aventi per fine quello di perturbare intenzionalmente o meno le espressioni di voto dei cittadini. Nel merito del protocollo interno concernente la fase di scrutinio prettamente di competenza comunale, nessuna persona (collaboratrice o collaboratore o delegato politico) avrebbe mai potuto cogliere alcuna occasione per interferire durante la procedura di gestione delle schede elettorali senza essere notata. Per l'amministrazione comunale è fondamentale che il rapporto di fiducia nei confronti dei propri cittadini e viceversa, ma anche nei confronti del proprio Consiglio comunale, delle altre amministrazioni pubbliche ticinesi, dei partner di lavoro (inclusi enti e consorzi), si mantenga solido e immune da fatti e congetture dei quali l'amministrazione stessa non si ritiene responsabile”.
L'articolo 282, dedicato alla frode elettorale, indica che è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria “chiunque contraffà, altera, fa sparire o distrugge un catalogo elettorale; chiunque, senza diritto, partecipa a un’elezione o votazione, firma una domanda di referendum o d’iniziativa; chiunque altera il risultato di un’elezione, di una votazione, di una raccolta di firme per l’esercizio del referendum o dell’iniziativa, in modo particolare aggiungendo, cambiando, omettendo o cancellando schede elettorali o firme mediante inesatta numerazione od inveritiera registrazione del risultato nel processo verbale”. Inoltre “se il colpevole ha agito in qualità ufficiale, la pena è una pena detentiva da un mese a tre anni o una pena pecuniaria non inferiore a 30 aliquote giornaliere”. Il 282 bis prevede una multa per “chiunque raccoglie, riempie o modifica sistematicamente schede per un’elezione o votazione o distribuisce schede siffatte”. Infine l'articolo 283, secondo cui “chiunque con manovre illecite procura di conoscere il voto dato da singoli elettori, è punito con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria”. Una formulazione poco chiara. Infatti quella in tedesco e in francese, tradotte in italiano, spiegano meglio il concetto: “Chiunque, con mezzi illeciti, riesca a scoprire le modalità di esercizio del diritto di voto di uno o più elettori è punito con una pena detentiva fino a tre anni o con una multa”.