Il sindacato Vpod consulta gli affiliati e conferma l'adesione alla protesta del 29 febbraio. Ghisletta: ‘Distanza enorme con la proposta governativa’
Si allargano le file di chi parteciperà allo sciopero di dipendenti pubblici e parapubblici del 29 febbraio. In piazza – oltre alla Rete per la difesa delle pensioni (ErreDiPi) che ha già annunciato la sua partecipazione – ha confermato la sua presenza anche il sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari Vpod. Gli affiliati hanno infatti plebiscitato – con il 90% di favorevoli tra chi ha partecipato alla consultazione – l’adesione alla protesta, respingendo quindi la proposta del Consiglio di Stato di un contributo una tantum di 400 franchi per chi lavora al cento per cento e 2,5 giorni extra di vacanza. «Sentiamo che tra i lavoratori c’è una grande voglia di combattere e dire basta a questo modo di fare politica e di gestire il personale. Anche tra i collaboratori che non sono affiliati a un sindacato», afferma Raoul Ghisletta, segretario Vpod. Chiara la richiesta del sindacato: «Vogliamo che venga riconosciuta ai lavoratori la piena compensazione del carovita. Ovvero l’1,4%. Senza questa compensazione, che hanno riconosciuto tutti gli altri Cantoni della Svizzera, ci sarebbe un costo importante per i dipendenti, 1'400 franchi in meno di potere d'acquisto». A livello di trattative l’ultimo incontro tra Consiglio di Stato e sindacati risale all’8 febbraio. Sul tavolo era stato messo, come detto, un contributo una tantum e 2,5 giorni di vacanza, con la richiesta implicita del governo di rinunciare allo sciopero. Proposta ritenuta accettabile dai Sindacati indipendenti ticinesi (Sit) e sulla quale l’Ocst prenderà posizione a inizio della prossima settimana. Consiglio di Stato e Gran Consiglio hanno invece dal canto loro respinto la richiesta di un riconoscimento integrale del carovita. «C’è una distanza siderale tra quello che chiediamo noi e quanto invece avanza il governo – spiega Ghisletta –. Per questo siamo arrivati allo sciopero, che rappresenta l’ultima ratio. Il nostro auspicio è che un’azione forte, quindi con un’ampia adesione da parte dei lavoratori, possa smuovere la situazione». Lo sciopero, che si svilupperà attraverso varie modalità durante la giornata, culminerà nel corteo che prenderà il via alle 17 dal piazzale della stazione di Bellinzona in direzione Piazza del governo.
Non c’è però solo l’adeguamento del salario al rincaro tra le rivendicazioni del sindacato Vpod. «Nella sua proposta il governo non ha previsto nulla per gli enti sociosanitari sussidiati». Rincara Ghisletta: «Anzi, nel Preventivo 2024 del Cantone non c’è nessun finanziamento aggiuntivo per questo scopo. Vengono inoltre mantenuti i tagli sul contributo annuale e sulle riserve degli enti sociosanitari. Al momento il Consiglio di Stato non ha manifestato la volontà di stanziare crediti extra per gli enti sociosanitari sussidiati».
Attraverso un comunicato il sindacato Vpod ricorda anche le condizioni costituzionali per indire uno sciopero: “Un sindacato può indire uno sciopero quando le trattative con il datore di lavoro sono a un punto morto, quale ultimo tentativo di pressione. Organizzazioni di altro tipo, che non conducono trattative con il governo, non possono indire legalmente uno sciopero”. Vpod spiega anche come agire concretamente in vista dello sciopero: le commissioni del personale di tutte le strutture cantonali e sociosanitarie sono invitate a organizzare concretamente le forme di sciopero, rispettando i criteri minimi di servizio. Per quanto riguarda le scuole: “I collegi straordinari dei docenti devono decidere le forme di sciopero. Nelle scuole dell’obbligo è importante scrivere ai genitori una lettera che spieghi la situazione e che per questa ragione purtroppo le lezioni sono sospese. I genitori sono invitati a tenere a casa i figli minorenni durante le ore di sciopero, ritenuto che per i bambini e ragazzi che non possono rientrare a casa la scuola dell’obbligo deve garantire un accudimento senza lezioni”.
Diverse le modalità indicate dal sindacato: giornata intera; mezza giornata; ultima parte del pomeriggio, indicativamente dalle 15; modalità specifiche nel settore della sicurezza, per polizia e strutture carcerarie; modalità decise dalle commissioni del personale degli enti sociosanitari, con garanzia del servizio minimo per gli utenti e pazienti.
All’appello ora manca l’Ocst, che comunicherà lunedì in serata l’esito della consultazione. «La rispondenza della nostra base è buona», afferma Xavier Daniel, futuro segretario dell’Ocst. «La discussione è animata e aver allungato un po’ il periodo per prendere posizione è stato utile, anche perché molti docenti guarderanno la casella della posta elettronica solo lunedì quando riprendono le lezioni. In ogni caso, sta arrivando un bel numero di risposte».