Bellinzonese

Biasca contro: ‘Le Ffs compensino altrove le Sac per l’officina’

Come previsto il Municipio ricorre al Tribunale amministrativo federale contro la conversione verde di 26mila metri quadrati industriali a sud del paese

Il sito di Castione
(Ti-Press)
18 dicembre 2023
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Non molla di un centimetro il Municipio di Biasca. Come ampiamente previsto nei mesi scorsi, l'esecutivo guidato da Loris Galbusera ha deciso di ricorrere al Tribunale amministrativo federale (Taf) di San Gallo contro la decisione di approvazione dei piani della nuova officina Ffs di Castione pronunciata lo scorso 15 novembre dall’Ufficio federale dei trasporti (Uft) in relazione alla modifica di progetto presentata dalle Ferrovie nel marzo 2023. “Il ricorso non ha effetto sospensivo”, indica il Municipio in una nota specificando di non essere contro lo stabilimento industriale, ma contro la volontà di compensare parzialmente a Biasca, eliminando 26mila metri quadrati di terreno industriale presenti a sud del paese, il sacrificio di otto ettari di pregiate Superfici per l'avvicendamento colturale (Sac) destinate a sparire a Castione.

‘I lavori inizino pure’

Il Municipio precisa che la decisione di approvazione dei piani “non è messa in discussione per i suoi contenuti tecnici. Il Comune non è infatti avverso al progetto della nuova officine a Castione, i cui lavori possono iniziare indipendentemente dall’impugnazione della decisione del 15 novembre 2023, vista l’assenza dell’effetto sospensivo”. Nel dettaglio, viene ricordato che la scelta delle Ffs di realizzare il loro nuovo impianto industriale in una zona agricola “ha scaturito l’obbligo di compensare il sacrificio di pregiate aree agricole attraverso la trasformazione, in aree agricole altrettanto pregiate, di terreni che attualmente non lo sono. Fra quei terreni l’autorità federale ha considerato 26’000 metri che appartengono alla zona industriale di Biasca”, Polo di sviluppo economico delle Tre Valli “che verrebbe di conseguenza fortemente penalizzato da tale misura”. Proprietario è il Patriziato, favorevole alla soluzione perché incasserebbe quasi un milione di franchi dalle Ffs.

‘Importante conflitto pianificatorio’

All’Ufficio federale dei trasporti, prosegue l'esecutivo, “era stato segnalato l’importante conflitto pianificatorio che la decisione di far capo a terreni della zona industriale di Biasca poneva, impedimento confermato persino dall’Ufficio dello sviluppo territoriale (Are). Tale area è infatti riconosciuta quale Zona industriale d’interesse cantonale (Ziic) ed è inserita già dal 2009 quale Polo di sviluppo economico (Pse) nella forma del ‘dato acquisito’ secondo la scheda R7 del Piano direttore cantonale approvata pochi mesi fa, l’8 marzo 2023, pure dal Consiglio federale”.

A mente di Biasca l'Uft non ha risolto il conflitto pianificatorio: “Avrebbe invece dovuto farlo poiché la sua decisione, provocando una riduzione di quasi tre ettari della zona industriale di Biasca, si pone in evidente contrasto con le attuali risultanze pianificatorie comunali e cantonali e ipoteca nel contempo lo sviluppo economico dell’intera regione, non solo di Biasca, già duramente colpita da importanti perdite di posti di lavoro qualificati”. Il potenziale economico delle Tre Valli “risulta quindi nuovamente indebolito: si stima una perdita di circa 200-300 futuri posti di lavoro, con la conseguente messa in discussione dello sviluppo del Pse stesso che rappresenta uno degli obiettivi prioritari dell’Ente regionale per lo sviluppo Bellinzonese e Valli e della politica economica ticinese”.

Il Municipio esorta quindi a individuare delle alternative altrove: “Il dimensionamento del Pse previsto nella scheda R7 è fattore irrinunciabile” per il Comune di Biasca che ha pertanto deciso di impugnare la decisione dell’Uft. Le Ffs “devono trovare altrove i terreni da utilizzare quale compensazione della scelta d’insediare il nuovo stabilimento industriale a Castione”.

Contadini e appalti

Quale diretta conseguenza, anche l'Unione contadini ticinesi (Uct) si rivolge cautelativamente al Taf con un ricorso ritenendo oggi affatto evasa, contrariamente a quanto sosteneva l'Uft, la propria opposizione. Uct che sin dall'inizio della procedura, avviata alcuni anni fa dalle Ferrovie, si è sempre opposta allo sfruttamento delle Sac. Ora, finché tutti gli otto ettari non saranno concretamente compensati, non intende transigere. Sempre al Taf, ricordiamo, è infine pendente il ricorso di una ditta della regione contro l'aggiudicazione dell'appalto da 50 milioni, decisa dalle Ffs a favore di un consorzio sottocenerino, per la fase di lavori principali a Castione: sollecitato un ricalcolo delle offerte e dei criteri di aggiudicazione.

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