Al m.a.x. museo di Chiasso, dal 23 ottobre, la ricerca creativa del futurista italiano seguita all’incontro con lo studioso svizzero
Il titolo della mostra, per articolazione, non è meno futurista del protagonista e, indirettamente, del coprotagonista. ‘Fortunato Depero e Gilbert Clavel. Futurismo = sperimentazione. Artopoli’ è l’esposizione che viene inaugurata domenica alle 18 al m.a.x. museo di Chiasso. Si apre ufficialmente il 23 ottobre e si chiude il 7 aprile del prossimo anno. Inserita nel filone dei Maestri del XX secolo, scende nei dettagli della collaborazione creativa che legò lo studioso svizzero Gilbert Clavel (1883-1927) e il futurista roveretano Fortunato Depero (1892-1960), quest’ultimo tra i massimi esponenti del movimento futurista e, in particolare, di grande importanza per lo sviluppo del Secondo Futurismo, una più stretta fusione tra arte e realtà sancita nel 1915 dal Manifesto della ricostruzione futurista dell’universo, steso dallo stesso Depero insieme a Giacomo Balla.
Curata da Luigi Sansone, storico e critico dell’arte contemporanea – a Chiasso per la presentazione – e dalla direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina, Nicoletta Ossanna Cavadini, la mostra approfondisce i giorni della colonia artistica formatasi a Capri e Anacapri, l’Artopoli del titolo (cui è dedicata la sala 1 del m.a.x. museo), e l’apporto di Depero e Clavel al contesto artistico ivi sviluppatosi. Quanto al rapporto tra i due, sono oltre duecento le opere esposte tra bozzetti, schizzi, sceneggiature, dipinti, marionette di legno, arazzi (un primo ad aprire e un secondo a chiudere la mostra), oltre al prezioso materiale fotografico d’epoca e a un carteggio in parte inedito. Mettendo ancor più a fuoco il tutto, al centro dell’esposizione vi è la ricerca pittorica e creativa di Depero a partire dall’incontro con Clavel, avvenuto a Roma nel novembre del 1916 e foriero dei rivoluzionari Balli plastici (è loro dedicata la sala 2). Luogo centrale del rapporto di Depero con Clavel è la di lui Torre del Fornillo, rinominata in Torre di Clavel, acquistata dallo svizzero a Positano e la cui ristrutturazione, perché divenisse luogo d’arte, durò sino alla morte del proprietario (sala 3). La quarta e ultima sala ospita una ulteriore sintesi della collaborazione tra Depero e Clavel, testimoniata da un’ampia quantità di ritratti di quest’ultimo, la cui malformazione fisica diventò caratterizzante del corpus di opere che lo vede protagonista.
Tra le sinergie che hanno portato a Chiasso la messe di opere e relativi annessi e connessi – tra queste, l’Archivio di Stato di Basilea e importanti collezioni private –, spicca l’apporto del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, più brevemente detto Mart, oggetto di ulteriore accordo quadro di collaborazione internazionale.
Archivio Fotografico e Mediateca Mart copyright © 2023, ProLitteris, Zürich
Depero e Clavel = mimica, estate 1917 - Fotografia d’epoca 8 x 8 cm
Allestimento originale, quello nel quale ‘espongono’ in due, ma solo uno è l’artista. Considerazione che giriamo pari pari – a margine della presentazione – a Nicoletta Ossanna Cavadini, nella sala 4 che meglio rappresenta l’unione dei due intelletti. «Fortunato Depero è innanzitutto un grande esponente del Primo Futurismo, che ha dedicato la prima parte della sua vita alla grafica e alla réclame, è dunque un maestro dal punto di vista del concetto di grafica», spiega la direttrice. «Il suo momento d’esordio coincide con i Balli plastici, grazie ai quali innova la modalità del teatro senza attori e di quello con marionette. La scintilla che scocca in questa innovazione epocale, lo scompaginamento delle istituzioni della quale siamo figli e frutto, pensando a cosa fosse il teatro dell’epoca, avviene proprio attraverso la conoscenza personale e il conseguente sostegno di Gilbert Clavel. Depero ha l’intuizione; Clavel, dal canto suo, gli consegna la visione intellettuale dell’insieme, facendo sì che l’italiano si possa sentire sostenuto, confrontato e possa ampliare la sua ricerca di realizzazione».
Al m.a.x. museo, quello a Clavel, nato a Basilea, è parso un omaggio dovuto e la cosa ha acceso l’interesse Oltreconfine. Oltre a Vittorio Sgarbi, che del Mart è presidente e domenica alle 18 parteciperà all’inaugurazione della mostra, arriveranno presto a Chiasso molti basilesi: «Il loro concittadino è citato in tutti i testi – prosegue Ossanna Cavadini –, ma fino a oggi non si sapeva cosa comportasse la sua figura. In particolar modo, la realizzazione della Torre di Clavel è un ‘programma in pietra’ dell’aspetto intellettuale da lasciare ai posteri». Altri pregi della mostra. Il primo: «Porta con sé una prima scheda biografica di Clavel, cosa mai accaduta sino a oggi, naturalmente accanto a Depero, per quanto i due si sono rafforzati a vicenda». Il secondo: «È possibile che l’esposizione si sposti altrove. Quando si prospettava una mostra di questo tipo, Gabriella Belli (storica dell’arte, già direttrice del Mart e dei Musei Civici di Venezia, che partecipa al catalogo con un saggio specifico, ndr) ha detto: “Di Depero ho curato 35 mostre. Se ve n’è una che bisogna ancora fare oggi, è quella su Gilbert Clavel».
Archivio Fotografico e Mediateca Mart copyright © 2023, ProLitteris, Zürich
Clavel Gilbert – ritratto, 1918 - Tempera e matita su cartoncino 47,2 x 38,8 cm
La mostra che si apre lunedì ha scombinato i piani a Casa Depero, l’unico museo in Italia fondato da un futurista, rappresentato a Chiasso da Federico Zanoner. Il responsabile della Casa d’arte futurista Depero (questo il nome completo) e del Mart è stato benevolmente ‘saccheggiato’ di molto del materiale confluito in Ticino, e ‘costretto’ a riallestire alcune sale, come da sue parole. Ossanna Cavadini: «C’è stato un bellissimo rapporto con tutto l’apparato direttivo del Mart. La collaborazione con gli operatori e quella con il direttore hanno reso possibile intessere al meglio questo tipo di mostra, la cui difficoltà sta anche e soprattutto nel rendere visibile la connessione intellettuale dell’artista con un altro personaggio, che emerge da ogni disegno».
Assai numerose le iniziative collaterali: oltre alle conferenze pubbliche di Daniele Esposito, guardiano della Torre Fornillo, della suddetta Gabriella Belli, dello storico Ruedi Ankli (anch’egli presente nel catalogo), oltre alle cene futuriste e alle iniziative per i più piccoli, l’associazione amici del m.a.x. museo, comme d’habitude, vedrà la mostra ancor più da vicino, visitando la Torre: «È cosa che facciamo sempre. Abbiamo più di 400 soci e questo è un elemento collante, perché la gita è un aspetto esperienziale collegato alla mostra. Entrare in una torre privata a Positano non sarebbe stato possibile se non dopo la scoperta che ha acceso la luce sulla proprietà».
Archivio Fotografico e Mediateca Mart copyright © 2023, ProLitteris, Zürich
Un angolo dello studio di Roma in Viale Giulio Cesare, 1916 - Fotografia d’epoca 17,5 x 23,5 cm. Collezione privata, Roma