Elezioni federali: esponenti di Lega, Avanti, Verdi liberali ed HelvEthica spiegano le proprie ricette per alcuni tra i principali problemi dei cittadini
In vista delle Elezioni federali del 22 ottobre, terza puntata con esponenti non candidati delle principali liste in corsa per le Camere federali. Idee e risposte secche a una serie di domande su alcune delle maggiori sfide per i cittadini e le famiglie.
Che cosa fare...
1) ... di fronte all'aumento dei costi della salute e dei premi di cassa malati?
2) ... per i prezzi dell'energia che salgono?
3) ... in materia di pensioni, tra aspettativa di vita in rialzo e rendite in calo?
4) ... per contrastare la continua erosione del potere d'acquisto?
5) ... rispetto alla crisi migratoria che preme sul Ticino?
6) ... nell'ambito della viabilità (problemi al Gottardo, A2/A13, cantieri)?
1) I premi sono in costante aumento e per il 2024 si prospetta un’altra batosta che colpirà il potere d’acquisto dei cittadini gravando ulteriormente il ceto medio. Le soluzioni vanno principalmente ricercate a livello federale ma senza toccare la qualità delle cure dei pazienti. Premesso che il sistema di formazione dei premi è oltremodo macchinoso e questo rende difficile intervenire a questo livello e che lo scioglimento delle riserve in favore dei cittadini sarebbe stato un atto dovuto, credo che sia giunto il momento di intervenire con proposte concrete: cassa malati pubblica, l’introduzione di un contributo universale in favore di tutti i cittadini e, come chiesto dalla Lega sia sul piano cantonale che federale, la deduzione fiscale integrale dei premi.
2) Il nostro Paese dipende in larga misura dall’approvvigionamento estero e questo è evidentemente un problema. Non conosciamo ancora quali saranno concretamente gli effetti economici sui costi della nuova legge sul clima approvata di recente. A questo si aggiunge il fatto che l’immigrazione massiccia ha e avrà ancora di più in futuro un peso sui costi dell’energia siccome un aumento di popolazione corrisponde a un aumento di consumo. L’unica strada possibile è rivedere le politiche energetiche senza pregiudizi di sorta e quindi ripensare anche al nucleare. D’altra parte, la forte dipendenza verso l’estero fa sì che si importi comunque energia che non necessariamente è pulita con l’aggravante che a fare i prezzi sono gli altri.
3) Pur consapevole che l’aumento dell’aspettativa di vita e il finanziamento delle pensioni sono un tema importante, credo che non sia concepibile che a farne le spese siano i nostri pensionati. La decisione di introdurre la restituzione delle prestazioni complementari ricevute legittimamente è infatti assolutamente sbagliata siccome può portare al meccanismo perverso che anche chi ne avrebbe diritto vi rinunci per paura delle conseguenze che graverebbero sugli eredi. La Lega chiede inoltre da tempo l’introduzione della tredicesima Avs, proposta concreta che porterebbe un po’ di ossigeno a diversi pensionati.
4) La perdita del potere d’acquisto sta colpendo in particolare il ceto medio che si trova a dover fare i conti con aumenti di costi generalizzati senza poter accedere a nessun tipo di aiuto. È dunque necessario intervenire a livello fiscale con sgravi in favore del ceto medio. È chiaro però che il problema maggiore del nostro cantone è riconducibile a salari troppo bassi dovuti a una pressione importante proveniente dalla vicina Italia. Fintanto che non si arriverà a ridurre il rilascio di permessi per frontalieri, soprattutto nel terziario, gli stipendi saranno sempre troppo bassi per far fronte ai nostri costi.
5) Si stima che a breve vi sarà un’impennata dei numeri. È necessario intervenire in maniera urgente: le prestazioni sociali ai migranti economici vanno ridotte, i rimpatri per chi si trova sul nostro territorio senza averne diritto vanno implementati e accelerati, e lo statuto S va abrogato siccome introdotto unicamente per gestire un’emergenza limitata nel tempo.
6) È inutile nascondere che per il nostro cantone il problema principale legato alla viabilità è dovuto a un numero troppo elevato di frontalieri che quotidianamente varcano i confini. Possiamo potenziare il trasporto pubblico, implementare la rete viaria, ma fintanto che il numero di frontalieri continuerà ad aumentare non ci saranno reali benefici per il Ticino.
1) Bisogna agire su due fronti: il contenimento dei costi e il sistema di finanziamento. Per il contenimento dei costi è necessario: dare maggiori competenze alla Confederazione per la pianificazione delle cure, creare una centrale d’acquisto per i farmaci e il materiale sanitario a livello nazionale, e promuovere la medicina di famiglia e la costituzione di case della salute pubbliche nelle zone periferiche. La priorità è parificare il finanziamento fra ambulatoriale e stazionario. Sul medio termine bisognerà comunque valutare nuovi modelli di assicurazioni sociali che prendano in considerazione i costi legati all’invecchiamento come percorso normale della vita e non come malattia.
2) L’energia non è un mercato normale, ma un settore strategico per il Paese. Infatti, dal prezzo dell’energia dipende una parte del prezzo di tutti i prodotti. Oggi ci sono forti pressioni da parte dell’Ue per liberalizzare il mercato elettrico. Per far fronte a questo scenario è necessario che le aziende comunali passino in mano cantonale e che nei Cantoni si creino gruppi sovra-cantonali capaci di resistere al mercato. In aggiunta, le aziende elettriche si devono trasformare da semplici produttori o distributori di energie in piattaforme in grado di coordinare sul territorio nazionale le forti fluttuazioni di energie legate al progressivo aumento delle energie rinnovabili.
3) Avere un periodo della vita dove si possa vivere senza lavorare è una grande conquista sociale. Oggi questo grande successo è messo in difficoltà dall’aumento dell’aspettativa di vita, ma solo perché il sistema è stato pensato sulla società degli anni Cinquanta. Per far fronte a questo fenomeno non esistono miracoli, ma è necessario ripensare il sistema, magari in relazione ai costi della salute, come discusso alla domanda precedente.
4) In Svizzera le voci di spesa principali del budget familiare sono il costo dell’abitazione e l’assicurazione malattia. Per le casse malati abbiamo già elencato qualche proposta, mentre per il settore immobiliare è necessario promuovere maggiormente l’accesso alla proprietà abitativa. Oggi comprare è un sogno per pochi e anche nei periodi con bassi tassi d’interesse sono in pochi ad approfittarne. Molti giovani che lavorano vorrebbero comprare casa, ma non hanno ancora accumulato abbastanza capitale. Lo Stato potrebbe rivedere le regole di finanziamento e aiutare le famiglie attraverso garanzie mirate. In aggiunta, su alcuni prodotti la Svizzera può fare di più per limitare l’eccessivo potere degli importatori che tengono artificialmente alti i prezzi.
5) Il Ticino vive nel suo piccolo quello che vive l’Italia con l’Ue. Solo perché ci si trova a Sud non si dovrebbe essere in difficoltà. In questo caso bisogna rendere più facile il ricollocamento nei vari Cantoni e i rientri legati agli accordi internazionali. Un aspetto molto delicato è quello dei giovani migranti non accompagnati. In questo caso la Confederazione dovrebbe creare regole più chiare favorendo l’inserimento in famiglie affidatarie che risultano un ambiente che facilita il ritorno a una vita “normale” rispetto ai centri.
6) Le infrastrutture svizzere soffrono per la crescita degli spostamenti nazionali legati all’aumento della popolazione, per i maggiori spostamenti internazionali e per l’aumento dei frontalieri. Le vie d’intervento sono due: ridurre gli spostamenti e potenziare le infrastrutture. Sul primo strumento bisogna da un lato sfruttare meglio la digitalizzazione e valutare l’introduzione di un pedaggio alpino per controllare meglio i flussi fra Gottardo, Brennero e Monte Bianco. Quanto al secondo aspetto serve invece ragionare su un piano nazionale che faccia fronte a questi problemi e agire per un maggiore coordinamento degli interventi.
1) Tutti vogliono prestazioni di eccellenza, vicino casa e senza liste d’attesa, sorprendendosi poi della crescita incessante dei premi. Gli incentivi per gli attori coinvolti – pazienti, medici, farmacie, ospedali eccetera – conducono purtroppo a un aumento della quantità delle prestazioni, mentre le casse malati, in debole concorrenza tra loro, hanno il “privilegio” di poter ribaltare i costi sui premi. Oltre a investire maggiormente nella prevenzione, urgono dunque riforme atte a contenere la crescita delle spese, andando a incidere per esempio su prestazioni coperte, sovracapacità ospedaliere e partecipazione individuale ai costi delle prestazioni erogate.
2) Prioritario è investire massicciamente nelle energie rinnovabili. Porto la mia esperienza personale: due anni fa abbiamo sostituito il riscaldamento a nafta con un impianto fotovoltaico combinato a termopompa. Sull’arco dei 12 mesi la produzione di energia solare “casalinga” copre oltre l’80% dei consumi complessivi, con una riduzione dei costi annuali totali di oltre il 90% rispetto al passato. Non solo indipendenza e contributo per l’ambiente, ma anche un investimento molto interessante, ammortizzabile in 8-9 anni.
3) Il sistema pensionistico deve affrontare sfide molto difficili a causa dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento della speranza di vita, nonché per il continuo deterioramento del rapporto tra persone attive rispetto ai pensionati e le incertezze dei mercati finanziari. Per mantenere rendite sufficientemente elevate per il 2° e 3° pilastro è necessario disporre di un capitale maggiore al momento del pensionamento. Questo richiede più risparmi durante la vita lavorativa, allungamento del periodo di contribuzione e maggiore concorrenza tra casse pensioni per ridurre costi e migliorare performance. Per l’Avs non basta più mettere cerotti, serve invece una profonda riforma visto che il finanziamento si basa su premesse obsolete.
4) Questo è vero se consideriamo solo gli ultimi due anni. In verità negli ultimi dieci anni – compresi dunque il 2021 e 2022 – il potere d’acquisto, ovvero il “salario reale”, è salito in Svizzera del 3,2%. Ci scordiamo forse che l’inflazione è stata vicina allo zero dal 2009 in poi. Per contrastare il carovita servono una politica monetaria più restrittiva, come sta giustamente facendo la nostra Banca Nazionale, e una gestione finanziaria oculata nel settore pubblico – non è sempre il caso –, fornendo comunque aiuti mirati a chi ne ha necessità.
5) Riguardo ai richiedenti l’asilo, la Svizzera deve rimanere aperta, solidale e accogliente. Evitiamo allarmismi inutili. Una nazione ricca come la nostra dispone di risorse e capacità per affrontare questa sfida in modo umano ed efficace. Se necessario, adattiamo strutture, servizi organizzativi e misure di sicurezza. Le richieste d’asilo vanno trattate in modo celere e rispettoso ma anche con il giusto rigore.
6) In risposta all’attuale “emergenza Gottardo” – strada e ferrovia – esiste una valida alternativa per garantire i collegamenti: sfruttare le linee ferroviarie Milano-Ginevra/Berna-Basilea attraverso le gallerie del Sempione e del Lötschberg. Questa opzione non solo elude gli inconvenienti legati al Gottardo, ma presenta anche tempi di percorrenza estremamente competitivi. In particolare, la stazione di Gallarate, situata sulla linea TILO Lugano-Malpensa, potrebbe essere raggiunta rapidamente da Mendrisio in soli 30 minuti, qualora fosse introdotto un treno veloce con poche fermate dal Ticino a Gallarate, con adeguate coincidenze con gli IC/EC Milano-Ginevra/Basilea.
1) Bisogna puntare sulla salute e su come conservarla mediante campagne informative, una buona alimentazione e metodi di riduzione dello stress; incentivare la medicina del lavoro e dell’ambiente e favorire la socialità. Questo già abbatte i costi della salute. La medicina naturale, meno costosa e priva di effetti collaterali, va proposta come prima opzione di cura. Propongo una cassa malati di base unica finanziata con le tasse secondo il reddito: un sistema equo che non richiede il ricorso al sussidio statale.
2) Dovremmo chiederci se vogliamo vivere secondo il modello che impone il Word Economic Forum: città smart, digitalizzazione sfrenata, intelligenza artificiale, guida autonoma, moneta digitale, il cui consumo di energia elettrica sarà del 50% del fabbisogno mondiale entro il 2030. Le centrali nucleari di nuova generazione vengono spacciate per energia green ma il problema delle scorie radioattive e dei possibili incidenti non è ancora risolto.
3) I soldi delle nostre pensioni non devono essere giocati in Borsa, bensì impiegati per creare lavoro e progetti utili alla collettività. Basta con inutili spese pubbliche, a cominciare da quelle militari, faremmo meglio a tenerci stretta la nostra neutralità. Usiamo le nostre risorse finanziarie prima di tutto per il benessere dei cittadini e per pensioni che permettano un’esistenza dignitosa.
4) La politica dovrebbe essere garante di equità e governare l’economia invece di esserne governata. L’attuale mondo economico non sanerà mai il divario tra ricchi e poveri, anzi lo esaspererà. È la società civile, unitamente alla politica, che dovrà emanare regole per l’armonizzazione dei salari e riportare l’economia al servizio della società e del bene comune.
5) Le crisi migratorie sono generate dall’ingordigia di poteri economici e da disegni geopolitici disumani, si fomentano guerre, si insediano dittatori, si strangolano i Paesi poveri con il debito pubblico, sfruttandone le risorse e la forza lavoro, spesso anche minorile. I migranti sono le vittime sacrificali del benessere di quell’Occidente che ha provocato l’inverno demografico e che ora è a corto di manodopera. Arrivano però questi esseri umani chiamati migranti che dovremmo trattare con dignità, accoglienza e inclusione. Inclusione, una parola sbandierata spesso a sproposito e mai usata per chi arriva con le carrette del mare e spesso nel mare ci muore.
6) In questi ultimi anni i cantieri sono ovunque, paradossalmente in estate, quando l’asse nord-sud è congestionato. Una migliore pianificazione è auspicabile. La viabilità è facilmente risolvibile con un trasporto pubblico gratuito, che peraltro già oggi lo Stato finanzia per l’80%, e il cui costo è paradossalmente in aumento. Sorprende che ai turisti venga offerto un Ticino Ticket per l’utilizzo gratuito di ogni mezzo di trasporto, mentre ai cittadini residenti no. Per le zone di confine una collaborazione insubrica, che preveda posteggi gratuiti nei pressi delle dogane, sarebbe auspicabile in modo che i frontalieri usino i mezzi pubblici. Vale la pena assumerci questo costo: ci guadagniamo in salute, ambiente e tempo.