A Orselina le due strutture gestiranno, insieme, 110 posti letto per anziani (e Rami) distribuendoli in due edifici (di cui uno ex novo)
Un polo geriatrico per Orselina, nuovi importanti investimenti immobiliari da parte della Fondazione Giorgio Varini, nonché un'apertura almeno temporanea sull'importante tema del foyer per invalidi adulti. Foyer, ricordiamo, che la stessa Clinica Varini aveva dichiarato “sacrificabile”, fra i 4 mandati di prestazione attualmente detenuti, unitamente al reparto somatico acuto in cure palliative. La novità del giorno è che il foyer rimarrà aperto almeno per un ulteriore anno, sino a fine 2026. Lo ha detto il presidente del Consiglio di Fondazione, Giorgio Pellanda, in occasione di un incontro con la stampa convocato oggi proprio per annunciare la creazione del polo geriatrico.
Iniziando da quest'ultimo, il progetto, con orizzonte fine 2027, vede come comprimaria la Casa per anziani Montesano, pure di Orselina, distante un paio di centinaia di metri dalla Varini. La notizia è la prossima dismissione dello stabile della Montesano, che di fatto, come capienza, spazi di vita e posti letto, non consente alla casa per anziani di rientrare nei futuri giochi della pianificazione cantonale. Dunque, come spiegato dal direttore della Montesano, Luca Albertini, e dal presidente dell'Associazione per una Casa evangelica di riposo a Locarno (che gestisce la Montesano), dottor Daniel Loustalot, la soluzione più praticabile è stata quella di intensificare i contatti con la Varini – con cui già la Montesano collabora – per unire forze e competenze. Come? A medio termine, dismettendo l'attuale sede della Montesano, ristrutturando la Varini, costruendo nel contempo un nuovo stabile adiacente alla Varini e infine distribuendo 110 posti letto fra le due strutture (Varini ristrutturata e nuovo edificio).
Centodieci posti, ha spiegato Pellanda, equivalgono all'attuale capacità dell'offerta sanitaria dei due istituti messi insieme, riconosciuti dalle rispettive pianificazioni cantonali e suddivisi in due ambiti operativi: Casa per anziani (70 posti) e Reparto acuto di minore intensità (Rami, 40 letti, 10 in più). Il matrimonio è benedetto dal Dss perché «ritenuto in linea con gli indirizzi pianificatori volti a promuovere le reti di cura integrate e favorire l'unione di strutture sanitarie di piccole dimensioni (con meno di 80 letti) in strutture più grandi – ha sottolineato Pellanda –. Questo per conseguire un'adeguata massa critica e una migliore sostenibilità finanziaria».
Un importante elemento messo in evidenza dal direttore della Montesano, Luca Albertini, è quello secondo cui «tutto il personale resterà al suo posto». Il che significa niente panico per gli attuali 150 collaboratori della Varini e per i 70 della Montesano. Va anche detto che a fine giugno 2027 Albertini andrà al beneficio della pensione, quindi rimarrà in quota il solo suo omologo della Varini, Martin Hilfiker, che negli scorsi mesi, su indicazione del suo Consiglio di Fondazione, ha proceduto con numerosi tagli e sostituzioni per rimettere in carreggiata il nosocomio dopo la scoperta di disavanzi cumulati per circa 3,3 milioni di franchi. Se e come Hilfiker verrà messo nelle condizioni di onorare la promessa di Albertini, sarà il tempo a dircelo.
Dell'esigenza di un nuovo modello di gestione ha parlato, per la Montesano, il dottor Loustalot, mettendo l'accento sulle accresciute esigenze logistiche e di spazio per le strutture che vogliono occuparsi di anziani. Già da tempo Montesano e Varini collaborano su più fronti sulla base di una dichiarazione d'intenti siglata nel 2022. Nel ’23 l'assemblea generale della Montesano ha poi avallato alcune modifiche dello statuto societario, che ora ammette la possibilità di avviare collaborazioni a tutto campo con altri enti. Il polo geriatrico nasce proprio da lì.
L'orizzonte temporale del progetto si situa a fine 2027, ma sarà preceduto da un piano di collaborazione triennale (2025-2027). Sul breve e medio termine, gli obiettivi dichiarati sono la riduzione dei costi operativi di entrambi gli istituti, attraverso lo sfruttamento di economie di scala che si tradurranno in un'ottimizzazione dei processi. Parliamo di misure operative a livello di cucine, alberghiero, manutenzione e servizio tecnico, amministrazione, servizi informatici, personale medico e di cura. Poi, come detto, tutte le attività confluiranno su un unico sedime, distribuendo i letti in due edifici. Con il Municipio di Orselina sarebbero già stati avviati i necessari approfondimenti pianificatori per poter “tirare in gol” nei prossimi 5-10 anni.
Come accennato, una novità importante – che non risolve il problema, ma lo sposta solo in là di almeno 12 mesi – è la disponibilità espressa dalla Fondazione Varini al Cantone di continuare a garantire il servizio di foyer invalidi adulti non solo per tutto il 2025 come dichiarato alcune settimane fa, ma anche per tutto il 2026. Il foyer accoglie attualmente una decina di persone adulte con patologie principalmente neurologiche e altamente invalidanti (ma anche di natura socio-educativa) in base alla Legge sull’integrazione sociale e professionale degli invalidi (Lispi). Sui motivi che, stando alla Varini, impediscono al nosocomio di retrocedere e riservare in futuro uno spazio anche al foyer nell'ambito del nascente polo geriatrico, torneremo diffusamente in una delle prossime edizioni.