Di fronte alla Corte di appello verrà celebrato il dibattimento sul cedimento, avvenuto sei anni fa, del tunnel autostradale tra Grancia e Melide
Verrà celebrato il prossimo mercoledì 18 ottobre a Locarno il processo di secondo grado per il crollo avvenuto nella galleria autostradale del San Salvatore, fra Melide e Grancia, l’8 giugno 2017. La Corte d’appello e di revisione penale sarà presieduta dal giudice Angelo Olgiati, giudici a latere Matteo Galante e Damiano Stefani. L’elemento nuovo del dibattimento è costituito dalle due perizie tecniche. Una, ordinata dalla Corte, su richiesta dell’Ufficio federale delle strade (Ustra), che in questa vertenza ha il ruolo di accusatore privato. L’altra, commissionata da una delle difese.
Nel processo di secondo grado, verrà rimesso in discussione tutto quanto era emerso oltre quattro anni fa, nel processo celebrato dinanzi alla Corte delle Assise Correzionali di Lugano. L’obiettivo resta quello di stabilire le cause che hanno originato il cedimento improvviso della parete di calcestruzzo della galleria autostradale e il riversamento del materiale lungo la canna nord-sud. Tutto sommato, fortunatamente, quel giorno non stava circolando nessuno quando si staccò la parte della parete di rivestimento della galleria. Altrimenti, sarebbe potuta finire peggio. Alcune vetture che stavano viaggiando in direzione sud rimasero però danneggiate dai detriti finiti sulla carreggiata.
La sentenza di primo grado, pronunciata il 30 gennaio del 2019 da Mauro Ermani, presidente della Corte delle Assise correzionali di Lugano, ha riconosciuto colpevoli di violazione delle regole dell’arte edilizia per negligenza un 57enne ingegnere (responsabile della direzione locale dei lavori), un 71enne impresario costruttore (vice responsabile della direzione locale dei lavori) e un 39enne (assistente alla direzione dei lavori). I tre sono per contro stati prosciolti dalle imputazioni di franamento per negligenza e di perturbamento della circolazione per negligenza, perché non era stato sufficientemente provato il nesso causale con il franamento. Era stato invece prosciolto da tutte le imputazioni un 71enne ingegnere civile, accusato dei medesimi reati.
Agli occhi dell’accusa, che era sostenuta dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli, il crollo era stato invece provocato anche da errori progettuali e professionali compiuti negli interventi di risanamento realizzati qualche anno prima dei cedimenti delle pareti della galleria. Questa tesi non aveva completamente fatto breccia nella Corte delle Assise correzionali, per cui l’Ustra, tutelata dall’avvocato Luigi Mattei, aveva presentato appello contro la sentenza di primo grado, chiedendo il riconoscimento delle responsabilità degli imputati nel crollo. Anche alcuni degli avvocati difensori hanno presentato appello per chiedere, invece, il proscioglimento dei loro assistiti da tutte le imputazioni.
Le due nuove perizie, agli occhi delle difese, confermerebbero l’assenza del nesso causale tra i lavori effettuati e il crollo e, nella sostanza, le risultanze dell’esame peritale dibattuto in prima istanza attribuirebbero, almeno in parte, la responsabilità di chi avrebbe dovuto effettuare i calcoli prima dell’inizio del risanamento. Tutte da approfondire le tesi accusatorie legate alle presunte manchevolezze della direzione e dell’esecuzione dei lavori. Al processo di primo grado gli imputati erano quattro, ma al processo aggiornato il prossimo 18 ottobre a Locarno saranno tre. È infatti nel frattempo deceduto l’ingegnere, che aveva la funzione di direttore locale dei lavori e aveva progettato la demolizione della soletta intermedia.
I lavori di risanamento nelle due canne del tunnel del San Salvatore, lungo 1’730 metri, erano stati ultimati nel 2015, sotto la committenza dell’Ustra. Tra gli interventi effettuati citiamo la demolizione della soletta intermedia, l’installazione del nuovo sistema di ventilazione e le iniezioni locali di materiale isolante. Vennero pure rinnovati tutti gli impianti elettromeccanici (semafori, videosorveglianza, rilevatori incendio e fumi), potenziati gli idranti in galleria, realizzate le pareti anti-ricircolo dei fumi e la nuova pavimentazione. Il risanamento ha comportato un investimento complessivo di circa 85 milioni di franchi, soldi stanziati proprio per incrementare la sicurezza all’interno della galleria.