L’evento, avvenuto l’8 giugno 2017, portò in aula tre imputati che vennero condannati in primo grado nel 2019 per violazione dell’arte edilizia
Tutti assolti. Gli imputati coinvolti nel crollo delle sette tonnellate di calcestruzzo all’interno della galleria autostradale del San Salvatore, a due mesi dal processo avvenuto a Mendrisio, sono stati assolti dal reato di violazione dell’arte edilizia per negligenza.
I due imputati – un 58enne ingegnere responsabile della direzione locale dei lavori e un 40enne assistente alla direzione dei lavori – nel 2019 erano stati condannati in primo grado dal giudice Mauro Ermani che li aveva riconosciuti colpevoli. Assieme a loro era stato giudicato anche un 71enne impresario costruttore e vice responsabile della direzione locale dei lavori che nel frattempo è deceduto.
La Corte di appello e di revisione penale (Carp), composta dai giudici Angelo Olgiati (presidente), Matteo Galante e Damiano Stefani, in una nota comunica che “la perizia giudiziaria, commissionata proprio dalla Carp su richiesta del procuratore pubblico e dell’accusatore privato Ustra, ha infatti accertato dal profilo tecnico che se anche i fori di drenaggio nei paramenti della galleria fossero stati eseguiti in maniera adeguata (ossia più lunghi e con altre caratteristiche tecniche rispetto a quelli previsti), il grado di probabilità di evitare quanto successo sarebbe stato trascurabile”. Pertanto è stato stabilito che “da un punto di vista giuridico e in base alla giurisprudenza, non vi è quella necessaria rilevanza del nesso causale tra l’inadeguatezza dei fori di drenaggio previsti e il cedimento dell’anello interno di una parte del paramento”.