Dopo il ‘no’ di Muralto alla variante che salvava viale Cattori, il Cantone tira dritto verso la ‘base’. Ma è pendente un ricorso
La variante 1A di nodo intermodale che, a Muralto, avrebbe risparmiato 250 bus al giorno su viale Cattori, sembra destinata a soccombere alla variante di base.
Questo, come rileva con amarezza l’ormai ex presidente della Delegazione di autorità (Da), Dao Nguyen Quang, «nonostante il ricorso, ancora pendente, presentato da 4 esponenti di Muralto Democratica contro la decisione del Consiglio comunale di negare i 162mila franchi che sarebbero serviti per approfondirla. Il ricorso, mi spiace dirlo, secondo me non cambierà il corso delle cose, perché il Cantone, considerata l’incapacità muraltese di trovare un consenso interno così come auspicato dal ministro Claudio Zali, ha deciso di proseguire sulla sua strada maestra, che è quella originaria. Se il voto del Consiglio comunale fosse stato favorevole al credito per l’approfondimento, era un conto; ma è stato contrario, il che conferisce alla variante originaria uno statuto di conclamata preferenza democratica. L’obiettivo del Cantone è quindi quello di procedere speditamente prima con la presentazione di un messaggio per il Gran Consiglio, poi con la pubblicazione del progetto stradale e infine con il cantiere, che dovrà essere avviato non dopo il mese di dicembre del ’25 per non perdere i sussidi federali».
Per altro – aggiunge Nguyen Quang, che è anche vicesindaco a Muralto, e proprio per Muralto Democratica – «è un gran peccato, perché nella stessa Da, che rappresenta tutti gli attori in gioco (Cantone, Comune, Cit, Fart, Ffs e Città di Locarno) la 1A era stata riconosciuta non ottimale come la variante di base, ma sufficientemente buona per essere tenuta in vita. Serviva però quell’approfondimento, che per motivi che non afferro fino in fondo la maggioranza di Ordine e Progresso ha deciso di non concedere. E ora, come si suol dire, ce la grattiamo, perché nel futuro il transito dei bus diretti da Locarno alla stazione di Muralto sarà in grandissima parte – 250 mezzi al giorno – risalendo da viale Cattori, la via in acciottolato che risale dal lago, la zona turistica di Muralto per definizione, che verrà così clamorosamente penalizzata, se non di fatto cancellata».
Fra gli autori del ricorso troviamo Gian-Luigi Varini, il commerciante (e consigliere comunale) che già a suo tempo aveva capeggiato la “rivolta” dei muraltesi contro la variante di base e, con un altro ricorso, aveva contribuito all’annullamento, da parte del Consiglio di Stato, sia della variante pianificatoria per il sedime della stazione, sia del credito di 4,7 milioni di franchi per la costruzione della pensilina grezza funzionale proprio al nodo intermodale. Con un lungo sfogo su Facebook, Varini parla di “mondo torbido e malsano della politica muraltese”, ricordando proprio il doppio referendum lanciato (ma mai concretizzato, vista la sentenza risolutiva del governo) e lamentando un “Municipio di Muralto allo sbando, che con scellerata leggerezza concede carta bianca al Cantone per la pianificazione e pubblicazione del progetto strade”, con cui verrà appunto sacrificata “una delle più belle e frequentate zone turistiche dell’intera regione, ma anche della Svizzera, regalandola al passaggio di un numero impressionante di bus, 365 giorni all’anno”.
Occorre ricordare che proprio sulle basi del diffuso mal di pancia muraltese Zali aveva bloccato il credito per il nodo intermodale originario, chiedendo a Muralto di trovare, se del caso, una soluzione alternativa che mettesse d’accordo tutti e non creasse ulteriori ostacoli. Di riflesso, la Delegazione delle autorità presieduta da Nguyen Quang aveva valutato altre varianti, riconoscendo appunto come sufficientemente buona (anche se migliorabile) quella che salva viale Cattori. Osservati gli sviluppi in Comune, il 19 settembre Zali è tornato a Muralto per comunicare che, stando così le cose, il Cantone punterà sulla variante di base e lo farà speditamente per iniziare i lavori entro il mese di dicembre del 2025, onde mantenere, appunto, i cospicui sussidi federali, pari al 40% del costo complessivo di 12 milioni di franchi.
«Mi ostino a credere che il ricorso che abbiamo presentato possa ancora cambiare le carte in tavola – dice Varini –. Intanto perché ha ragion d’essere, essendo stato quel Consiglio comunale un insieme di irregolarità. Fra esse, il fatto che non è stato considerato, né messo ai voti, un mio emendamento che chiedeva proprio di approfondire la situazione viaria del comparto stazione riguardo la possibilità di posizionare le fermate dei bus a nord del sedime Ffs. La domanda che mi faccio è se davvero il Cantone, visti i reiterati pasticci muraltesi, sia disposto a sacrificare una zona turistica di raro pregio come la nostra».
Il suo compagno di movimento, Quang, si dice invece «arrabbiato e deluso perché si finisce con la scellerata benedizione, da parte della maggioranza del Consiglio comunale, di una soluzione che a Muralto non piace a nessuno, come dimostra in primo luogo la levata di scudi popolare quando questo scenario cominciava a delinearsi. Quanto a me, ho già lasciato la direzione della Da al sindaco, al quale con ogni evidenza va benissimo che viale Cattori diventi una qualunque strada di grande transito, con buona pace di tutti i muraltesi con un po’ di buonsenso».