Respinta la petizione che chiedeva al Comune di impegnarsi per mantenere attivo l'ostello dove si prevede invece un centro per giovani migranti
Nulla di fatto per i promotori della petizione inoltrata al Municipio di Riviera che contestava il Centro per richiedenti l’asilo per minorenni che il Cantone intende realizzare a Cresciano, negli spazi dell’omonimo ostello, la cui attività è cessata lo scorso maggio. Negli spazi di questo edificio, ricordiamo, si prevede di dare una casa a 15-20 giovani migranti non accompagnati. Il foyer sarebbe gestito dalla Croce Rossa su mandato del Dipartimento della sanità e della socialità. La soluzione individuata a Cresciano dagli uffici cantonali intende rispondere all’aumento della pressione migratoria che ha anche portato a un consistente incremento degli arrivi in Svizzera di minorenni non accompagnati, per i quali in Ticino non bastano più i centri di Riazzino, Paradiso e Castione.
Negli scorsi giorni il Municipio guidato dal sindaco Alberto Pellanda ha risposto con una lettera ai punti sollevati dei membri del gruppo ‘Diamo un futuro all’Ostello di Cresciano’, che a inizio marzo avevano inviato all’Esecutivo una petizione sottoscritta da 290 persone che chiedeva di impegnarsi per consentire il proseguimento dell’attività dell’ostello. In questi mesi il progetto è comunque avanzato e si trova ora in attesa della licenza edilizia dopo l’inoltro a fine luglio della domanda di costruzione da parte del Cantone. Domanda di costruzione contro la quale sono state presentate due opposizioni, una da parte dei membri del gruppo promotore della raccolta firme e l’altra firmata da un singolo cittadino. In quadro, va detto, comunque già delineato verso la concretizzazione del progetto, mancava ancora all’appello il parere ufficiale del Municipio, ora finalmente messo nero su bianco nella risposta alla petizione.
Partiamo dalla prima richiesta dei contrari, quella di “adoperarsi in ogni modo per permettere di trovare un accordo con la proprietaria della struttura per un prezzo di vendita che permetta un passaggio di proprietà in ottica di una continuazione dell’attività dell’Ostello”. Nella sua risposta, spiega contattato dalla redazione il sindaco Pellanda, come già fatto intendere in passato il Municipio ha messo in chiaro di non aver mai valutato l’acquisto dello stabile. «Per il nostro Comune un investimento simile non sarebbe sostenibile, data la lista delle priorità dei progetti programmati e una situazione finanziaria comunque non facile». Alla richiesta dei petenti di “valutare seriamente l’acquisto congiunto dell’ostello da parte di diversi enti pubblici (Comune, Patriziato, Parrocchia)”, l’Esecutivo replica «che l’interesse degli enti pubblici citati non si è presentato nonostante la portata mediatica del tema, sicuramente giunta alla loro attenzione». Passiamo poi all’invito a valutare qualsiasi altra forma di valorizzazione complementare all’attività dell’Ostello: «Abbiamo fatto notare che la continuazione dell’attività dell’ostello sottostà comunque alle intenzioni dei proprietari».
Il Municipio ha poi voluto mettere in chiaro la propria contrarietà all’ultimo punto sollevato da promotori della petizione: “Senza riserve, né ora né in futuro, non proseguire in nessun modo la via dell’utilizzo da parte del Cantone o altri enti per scopi di alloggio di richiedenti asilo, dipendenze o altro”. Una frase che aveva generato l’indignazione di parte della popolazione, come confermato da più interventi durante la serata pubblica. In quell’occasione, così come nel successivo incontro col Municipio, i promotori della petizione avevano riconosciuto l’inopportunità delle parole utilizzate, ritenendo che la frase non esprimesse i reali contenuti che volevano essere trasmessi. «Nella nostra risposta abbiamo comunque voluto manifestare, in maniera chiara, la ferma contrarietà del Municipio sui contenuti di quella frase, al di là di ogni possibile interpretazione. Una frase che si scontra con il concetto di comunità che il nostro Esecutivo sostiene e si impegna a costruire e rafforzare, promuovendo i valori della solidarietà, della fratellanza e dell’inclusione. Valori che sono tra l’altro alla base della nostra Costituzione federale».
In definitiva, se il Municipio condivide in parte le considerazioni espresse nella prima parte del testo della petizione (quelle che sottolineano il rincrescimento per la perdita di un apprezzato luogo di ritrovo per la comunità), ritiene che il concetto di salvataggio dell’ostello immaginato dai petenti «pare a ogni modo escludere determinati ambiti, determinati bisogni e determinate persone».
Anche a nome dei suoi colleghi, Pellanda esprime infine gratitudine e riconoscenza alle gerenti dell’ostello «per il grande impegno portato avanti negli anni con tanta passione, professionalità e senso della comunità». Evasa la petizione presentata al Municipio, risulta ancora pendente quella trasmessa al Consiglio di Stato al quale il gruppo chiede di rivalutare il progetto e considerare un’altra ubicazione.