Un associazione studentesca fa da tramite fra gli investitori e i privati, sbrigando tutte le pratiche necessarie. Il primo progetto sarà a Mendrisio
Rendere l’installazione di pannelli solari più semplice, agevole ed economicamente sostenibile. In estrema sintesi è questo l’obiettivo di Oikos Solar, un’organizzazione studentesca non profit, con lo scopo di mettere in contatto investitori interessati al fotovoltaico e possessori di tetti, siano essi pubblici o privati. «Lo scopo era quello di creare un progetto per velocizzare la transizione energetica in Ticino» afferma Emanuele Cimino, studente di master in contabilità e finanza presso l’Università di San Gallo, e responsabile acquisizione clienti per l’organizzazione.
«Quello che facciamo è mettere insieme un pool di investitori – continua Cimino –, e con i soldi raccolti andare a cercare dei tetti con un grande potenziale energetico. I tetti possono essere sia di privati che di aziende. Dopodiché gestiamo anche la parte operativa, quindi il possessore del tetto non deve far niente: siamo noi che contattiamo le aziende, chiediamo i preventivi, supervisioniamo l’installazione, e soprattutto gestiamo la parte finanziaria, ossia le bollette per il proprietario del tetto e il ritorno d’investimento per chi ha messo i soldi».
Oikos Solar è uno dei dodici progetti di Oikos St. Gallen, un’organizzazione senza scopo di lucro fondata dagli studenti dell’Università di San Gallo nel 1970. Il progetto rivolto al fotovoltaico è stato lanciato quest’anno, in collaborazione con l’Associazione studentesca ticinese di San Gallo. Il focus principale del progetto è il Ticino, in quanto «se si parla di pannelli solari, il Ticino offre un potenziale molto più grande rispetto ad altri cantoni». Aiuta poi di certo il fatto che su circa una ventina di studenti che collaborano con l’organizzazione, sedici siano ticinesi. «Questo è un vantaggio visto che ci rivolgiamo a un territorio italofono» specifica Cimino, egli stesso originario di Besazio.
Il primo progetto di Oikos Solar riguarderà un’azienda privata di Mendrisio. «A settembre dovrebbe iniziare la posa dei pannelli fotovoltaici. L’ammontare dell’investimento? Non posso dare cifre precise ma è tra i 50mila e i 100mila franchi». In vista, pur non essendoci ancora nessuna decisione, anche due progetti in Capriasca – uno pubblico e uno privato –, ma anche due abitazioni di Zurigo.
Ma come opera di preciso l’organizzazione? Dopo aver reperito i fondi necessari, i pannelli vengono piazzati sul tetto, senza che il suo proprietario debba far fronte ad alcuna spesa. Una volta che i pannelli vengono messi in funzione, questi cominciano a generare energia, che viene in parte venduta al proprietario stesso a prezzo agevolato rispetto all’energia acquistata in rete, mentre il resto viene venduto per generare profitto. Questo profitto viene utilizzato sia per ripagare l’investimento iniziale, che per generare un ritorno per gli investitori, che si aggira attorno al 4 per cento annuo.
«Ogni singolo progetto ha delle durate differenti – spiega Cimino –. Chiaramente, più il tetto genera energia, più l’investimento viene ripagato velocemente. Normalmente in Ticino, con un buon tetto e un buon posizionamento, si parla di un periodo tra i sette e i dodici anni». E, infine, un ulteriore vantaggio per il proprietario del tetto: una volta ripagato l’investimento, il pannello solare diventa automaticamente di proprietà del possessore del tetto. «Un buon pannello dura fino a trent’anni – specifica –. Mettiamo che l’investimento venga ripagato dopo sette anni: dall’ottavo al trentesimo anno, tutto il guadagno generato dal pannello va direttamente in tasca al proprietario del tetto».
Come detto, Oikos è un’organizzazione senza scopo di lucro, e i suoi collaboratori non traggono nessun profitto da questo tipo di operazioni. «Chiaramente abbiamo delle spese di rimborso da coprire, ma non guadagniamo niente – dice Cimino –. Il vantaggio di lavorare con una non profit è che beneficiamo di un sacco di sussidi: ad esempio, passato il primo anno, circa il 30-40 per cento dei costi viene rimborsato dallo Stato».
«In Svizzera siamo i primi a svolgere un lavoro simile a livello studentesco – continua –. Ci sono delle start-up che utilizzano un modello simile al nostro, ma siamo gli unici a lasciare il pannello al proprietario del tetto una volta ripagato l’investimento. E uno degli aspetti interessanti dell’essere studenti è che godiamo del supporto dei professori dell’Università, che ci aiutano ad esempio revisionando i contratti e i documenti ufficiali. In futuro mi piacerebbe comunque lavorare nella sostenibilità e nell’innovazione, anche perché sono temi sempre più presenti e importanti».
«Per noi non è comunque facile trovare investitori: un po’ perché siamo ancora studenti, un po’ perché, essendo una piccola organizzazione, non possiamo prenderci a carico investimenti troppo grandi. Per adesso tendiamo a rivolgerci a fondazioni private, associazioni, programmi che finanziano start-up e individui privati, perché con loro c’è più margine».
Sul sito di Oikos si legge che “il 37% dei tetti svizzeri sarebbe adatto all’installazione di pannelli solari, ma solo il 2,5% ne è attualmente equipaggiato”, e viene dunque da chiedersi come mai questa tecnologia sia ancora così poco implementata. «Sì in Svizzera non siamo proprio dei pionieri in questo campo – commenta Cimino –. C’è sicuramente una mancanza di informazione, anche perché si tratta di una tecnologia piuttosto complicata, quindi molti investitori sono un po’ restii a entrare in questo campo. L’interesse comunque c’è, però noi dobbiamo anche far fronte al fatto che un ritorno di investimento del 4 per cento possa essere poco attrattivo rispetto a investimenti di altro tipo, pur essendo abbastanza sicuro ma non del tutto esente da rischi. Ad esempio la fluttuazione del costo dell’energia o anche solo le condizioni meteo possono influire sul ritorno d’investimento. Aggiungici poi che per i privati il capitale iniziale richiesto può essere troppo elevato, così come il tempo da dedicare alla ricerca e alla manutenzione dei pannelli. Per questo noi vogliamo fare da tramite, per agevolare la transizione».