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Delitto di Malnate, rinviato a giudizio il presunto omicida

Il 67enne è accusato di aver ucciso una 73enne, ex frontaliera. Il suo complice è stato condannato per favoreggiamento a un anno e quattro mesi.

(archivio Depositphotos)
28 giugno 2023
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È stato rinviato a giudizio il 67enne presunto omicida della 73enne ex frontaliera in Ticino, uccisa il 22 luglio 2022 nel suo appartamento di Malnate, a pochi chilometri dalla frontiera. La donna è stato ripetutamente colpita alla testa con un pesante vaso di fiori. Il rinvio a giudizio è stato disposto nel pomeriggio dal giudice delle udienze preliminari Stefania Pepe del Tribunale di Varese. Il processo davanti ai giudici della Corte d'Assise del capoluogo varesino inizierà il 20 settembre.

Il 67enne presunto omicida, che da qualche tempo frequentava la casa dell'ex frontaliera in quanto, per conto di una associazione, svolgeva attività di assistenza agli anziani, è accusato di omicidio volontario con l'aggravante della crudeltà, minorata difesa e futili motivi. Reati per i quali è previsto l'ergastolo. Per quanto si è appreso, l'uomo chiedeva soldi alla pensionata, in quanto gli servivano per andare al mare. Davanti al rifiuto l'avrebbe uccisa.

La giudice delle udienze preliminari ha condannato a un anno e quattro mesi il 63enne complice del presunto omicida, che dopo l'efferato delitto se ne era andato al mare, per il reato di favoreggiamento. Due mesi in più rispetto alla richiesta dell'accusa. Una condanna ritenuta troppo lieve dal 49enne figlio della donna, che uscendo dal tribunale ha avuto momenti di rabbia. Il figlio della pensionata, imprenditore edile nel Mendrisiotto, dove risiede, e una nipote, si sono costituiti parte civile.

A scoprire il delitto era stato il figlio della vittima che, come era solito fare, era andato a trovare la madre. Dell'esistenza di un complice si è avuta notizia solo in occasione della precedente udienza. Il 63enne aveva accompagnato l'amico in un ‘compro oro’ di Varese per vendere alcuni gioielli della pensionata. I soldi incassati erano serviti al presunto omicida per pagarsi la vacanza al mare, come scritto nelle carte processuali.

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