In Corte d'Assise a Varese parla il 67enne accusato di aver ucciso una 73enne pensionata ex frontaliera in Ticino. Il 14 febbraio la richiesta di pena
Otto minuti per raccontare la propria verità, negare di aver ucciso il 22 luglio 2022, con nove colpi alla testa, la 73enne pensionata ex frontaliera in Ticino, trovata morta a Malnate, nel suo appartamento di una corte di cortile. È la verità del 67enne varesino accusato di reati che prevedono il fine pena mai. Nel corso della breve udienza in Corte d'Assise di Varese, l'uomo ha rilasciato spontanee dichiarazioni in aula, ultimo atto di un'istruttoria processuale attraversata da drammatici momenti.
Ha ricostruito la giornata dell’omicidio e affermato di aver rubato i telefoni a casa della donna perché l’aveva chiamata e, avendo precedenti penali, non voleva che vi fosse un collegamento con lui. “Sono entrato in casa dopo aver bussato perché non rispondeva, c’era la radio accesa, sono entrato e le ho preso una mano: era in un lago di sangue. Quando mi stavo allontanando sulle scale ho incontrato e salutato un uomo, che avevo visto altre volte”. L'uomo è un vicino di casa della pensionata, la cui testimonianza è un punto fermo dell'accusa.
I preziosi che il presunto omicida ha venduto in un Compro Oro per pagarsi una vacanza al mare e che per l'accusa aveva rubato all'ex frontaliera? “Erano miei” ha affermato. A inizio udienza è stato analizzato il vaso ritenuto arma del delitto e l’agenda del presunto omicida. Si torna in aula per la discussione il 14 febbraio. Interverranno i legali di parte civile (il figlio della vittima, imprenditore edile nel Mendrisiotto che il giorno del delitto trovò la madre senza vita), l'accusa che formulerà la richiesta di condanna e l'avvocato difensore. La sentenza è prevista per il 28 febbraio.