laR+ Bellinzonese

Attenzioni amare in pasticceria

Gli atteggiamenti inopportuni del titolare di un esercizio pubblico del Bellinzonese ha innescato una sorta di fuggi-fuggi tra le cameriere

(pixabay)
15 giugno 2023
|

Dolci di qualità discutibile, attenzioni sgradite e lavoro non pagato. È la sintesi di un quadro amaro e complesso che riguarda una caffetteria, pasticceria e panetteria del Bellinzonese dove recentemente si è innescato una sorta di fuggi-fuggi tra le cameriere. Soltanto nell’ultimo anno sono quattro le dipendenti dimessesi dall’esercizio pubblico. Per due di queste la vertenza è seguita dal sindacato Ocst nel tentativo di giungere a una soluzione tra le parti recuperando il dovuto. Una dipendente ha deciso di licenziarsi a seguito delle pesanti attenzioni, sfociate in vere e proprie avance, da parte del titolare. Atteggiamenti dell’uomo definiti da più ragazze come ‘viscidi’ e da loro palesemente sgraditi. «Faceva di continuo battute con allusioni sessuali e ha anche allungato le mani», ci dice Paola (il vero nome è noto alla redazione) che lavorava nel negozio fino a qualche mese fa. In base a tre testimonianze raccolte dalla redazione emerge che i comportamenti inopportuni siano stati adottati con più dipendenti. Un’altra ex cameriera (che chiameremo Giada), a sua volta ‘scappata’ dal posto di lavoro, riferisce che a lei chiedeva di mandargli delle foto in vasca da bagno.

A un certo punto il capo ha anche iniziato a mettere in dubbio l’onestà di Paola: «Un giorno ha insinuato che mancassero dei soldi in cassa. Ci sono rimasta malissimo, non potevo crederci. Gli ho risposto che ero sicura di non aver sbagliato i conti». Le accuse «però si sono ripetute altri giorni, sempre quando chiudevo io. Incredula gli ho proposto di posare delle telecamere o di contare assieme i soldi presenti in cassa a fine giornata, perché non avevo nulla da temere. Lui però, sghignazzando, mi ha detto che non dovevo preoccuparmi e che potevamo risolvere la cosa… in un altro modo. Non ha specificato a parole come, magari temendo di essere registrato, ma il riferimento sessuale secondo me era esplicito», spiega Paola.

Di male in peggio, «l’ultima telefonata è stata addirittura accusatoria perché mi ha detto che sicuramente mancavano dei soldi e questo avveniva sempre e solo quando c’ero io». La ragazza ha iniziato ad avvertire un forte disagio sul posto di lavoro ed è stata colpita da attacchi di panico che le hanno impedito di lavorare. Da alcune settimane è in congedo malattia e il datore di lavoro non le versa il salario arretrato. «Sono a casa da fine marzo, non ho ricevuto lo stipendio di quel mese né le indennità malattia che avrei dovuto percepire per le settimane seguenti», ci conferma la cameriera seguita dal sindacato. «Ho la coscienza pulita e lui non ha prove per dimostrare quanto sostiene», tiene a precisare. «Qui le cameriere scappano, perché oltre a fare insistentemente il cascamorto le tratta anche male. Con una ragazza che era ricoverata all’ospedale per problemi di salute ha insistito affinché si recasse comunque al lavoro. Dato che lui metteva in discussione il motivo del suo ricovero, lei esasperata lo ha pure messo in contatto col medico che la curava», ci racconta. Anche Giada che lavorava nel locale conferma di avere avuto problemi salariali e al momento sta aspettando di ricevere alcune migliaia di franchi che non le sono stati retribuiti.

‘La merce venduta non è fresca’

Laura (altra ex dipendente il cui nome è noto alla redazione) racconta di essersi licenziata perché non le venivano conteggiate tutte le ore: ad esempio il tempo che impiegava per esporre la merce non le veniva riconosciuto come tempo di lavoro. «A me non stava bene, non trovavo corretto regalare ogni giorno un’ora del mio lavoro: a fine mese sono molti i soldi persi». Quanto all’attitudine del titolare, la ragazza non si sbilancia: «È vero, è uno che ha i suoi modi, ma con me non attacca. Non tutti però hanno un carattere deciso come il mio e in quei casi il suo approccio può in effetti creare problemi», riconosce.

Dulcis in fundo, da più testimonianze emerge che anche i prodotti venduti nel locale sarebbero spesso di qualità discutibile e non sempre freschi: brioches e cornetti verrebbero congelati e poi rivenduti a prezzo pieno, è capitato che una torta presentasse della muffa e che venissero venduti biscotti vecchi di alcune settimane. A conferma di ciò, ci dicono due ex cameriere, non sono mancate lamentele da parte della clientela insoddisfatta.