Il gruppo di lavoro comunale si è messo all’opera, in cerca di una soluzione. Incontrato il capo dell’Ufficio beni culturali
Gli anni passano inclementi. Ma lì alla Masseria di Vigino, di recente, si è fatto di tutto per cercare di fermarli. Così da rallentare il degrado e quindi il rischio di perdere una delle preziose testimonianze del passato rurale di questa terra. Occorre, infatti, darsi ancora un po’ di tempo per riuscire a trovare il bandolo della matassa del recupero del complesso storico datato della prima metà del XV secolo e che arricchisce con la sua presenza il territorio di Castel San Pietro. Di tentativi, in passato, ne sono stati fatti e più di uno, del resto. Ma senza esito. Sin qui la sola certezza è che il Cantone, proprietario dello stabile – peraltro iscritto dal 2007 tra i beni culturali di interesse cantonale –, intende vendere. Tant’è che giusto un anno fa da Palazzo del Orsoline era stata recapitata una missiva al Municipio di Castello, con una proposta che aveva spiazzato gli amministratori locali: il Consiglio di Stato era pronto a cedere il bene a titolo gratuito. Da quel momento il dossier è, però, rimasto silente, sul tavolo. In effetti, per l’esecutivo già impegnato in altri progetti importanti, in quel momento l’impresa appariva ardua.
Dentro le stanze della Casa comunale, in ogni caso, non si è rimasti con le mani in mano. Consapevoli che non esercitare quella sorta di diritto di prelazione, non per legge ma per vocazione, potrebbe aprire la porta a un privato. Qualcuno che ha messo gli occhi addosso alla masseria, in effetti, c’è. Anche se sinora non si è andati oltre un semplice interesse. La coppia giunta da Sciaffusa incuriosita dalla possibilità di acquisire la masseria, al momento non ha formalizzato alcuna offerta: si è rimasti nel campo delle intenzioni. Così a Castel San Pietro si è mossa la politica, che ha dato forma a una Commissione consultiva di valorizzazione e salvaguardia della Masseria di Vigino. Commissione che lunedì, sotto la guida della presidente Paola Pronini Medici, si è seduta per la prima volta attorno a un tavolo per la sua riunione costitutiva. Rotto il ghiaccio, il gruppo di lavoro, composto da nove membri e rappresentativo di tutte le forze politiche locali, ha incontrato il Municipio, alla testa la sindaca Alessia Ponti, e il capo dell’Ufficio dei beni culturali Endrio Ruggiero. Ma non è che l’inizio.
Quali sono adesso le aspettative sulla Commissione? «Ci aspettiamo innanzitutto un supporto. La Commissione – ci spiega la sindaca – potrà essere infatti d’aiuto al Municipio, che da solo non avrebbe potuto occuparsi del dossier. Dal suo lavoro ci attendiamo, quindi, di avere delle idee per rivitalizzare la masseria. Il gruppo di lavoro ci dirà quali contenuti vedrebbe bene a Vigino». D’altro canto, i commissari avranno una buona base di partenza: la documentazione raccolta dell’Ente regionale per lo sviluppo del Mendrisiotto e Basso Ceresio, il primo a occuparsi del restauro e del rilancio dello stabile, e il progetto conservativo firmato dallo studio Baserga-Mozzetti. Dopo essersi misurati con i piani esistenti, sarà possibile, come fa notare ancora Alessia Ponti, portare avanti delle proposte. «Che si pensi a una ‘Maison du charme’ o a uno spazio per attività sociali – chiarisce la sindaca –. A quel punto si potrà partire anche con la ricerca di finanziatori».
Come sindaca è fiduciosa dei risultati? «Visto le persone coinvolte, estremamente preparate, penso che la Commissione ci presenterà delle belle idee: si respira una bella energia – ci risponde Alessia Ponti –. Restituendoci una visione futura della masseria e al contempo il punto di vista della popolazione e della politica. In questo modo capiremo in che direzione muoverci». Nel frattempo, la macchina di Vigino si è rimessa in moto.
I lavori della Commissione saranno seguiti con attenzione anche dall’Ufficio dei beni culturali. Il responsabile Endrio Ruggiero ha accolto subito l’invito dell’esecutivo di Castello di presenziare alla prima riunione del gruppo. «Per noi è stata l’occasione di ripercorrere l’istoriato della Masseria di Vigino – ci conferma il capo ufficio –. E allo stesso tempo di ribadire i vincoli esistenti sul bene culturale e la pianificazione locale».
D’altra parte, è evidente a tutti che l’edificio ha bisogno di un intervento ‘riparatore’. Le condizioni strutturali? «Effettuati dei lavori di manutenzione straordinaria – ci dice Ruggiero –, ora la situazione è sotto controllo e monitorata di continuo. Certo la speranza è che la Commissione riesca a individuare una soluzione a vantaggio della destinazione del bene e in collaborazione con il Municipio».
Ruggiero ci conferma di restare «ottimista e fiducioso». Chi lavora a contatto con il patrimonio culturale, ci confida il responsabile, deve esserlo. «In ogni caso il gruppo ha mostrato di essere cosciente del valore della masseria dal profilo storico, cultuale ma anche paesaggistico».
Dal canto suo, il Cantone è sempre alla ricerca di un acquirente. «Che sia serio – rimarca Ruggiero – e che può essere pubblico o privato, anche se, evidentemente sarebbe meglio pubblico». Sullo sfondo una situazione che rischia di deteriorarsi. In passato, ricorda ancora, vi sono stati degli abboccamenti con dei soggetti privati, «che poi si sono defilati». «Noi – rilancia – ci prestiamo ad ascoltare tutti, poi speriamo che Vigino possa rimanere in mani pubbliche».