laR+ IL COMMENTO

Lugano, aiuti anti-rincari ai piedi della scala

C’è ampio consenso a livello politico ma la concretizzazione appare ancora un miraggio

In sintesi:
  • Una soluzione praticabile pare una missione quasi impossibile
  • Resta l'amarezza per l'esclusione del ceto medio dai beneficiari
  • Il contesto finanziario e l'allargamento ‘sanitario’ mettono a rischio il sostegno
Politica cittadina chiamata a mettere in pratica gli aiuti
(Ti-Press)
3 marzo 2023
|

È un periodo tribolato per i cittadini di Lugano, confrontati con blackout (quattro in due mesi) e bollette elettriche più pesanti, nonostante la politica voglia, a parole, aumentare gli aiuti per contenere i rincari. Ma, per ora, tutto è quasi fermo. Quelli con una busta paga leggera, e soprattutto chi un reddito non ce l’ha, vivono questo inizio dell’anno con un certo disorientamento e tanta incertezza, anche generata dalla guerra e dalla conseguente crisi energetica. Oltretutto, c’è la prospettiva del balzo di tre punti dal 77 all’80% del moltiplicatore d’imposta, che il Municipio vorrebbe anticipare al 2024. In questo contesto, la sensazione è che trovare una soluzione praticabile, per concretizzare gli aiuti, sia una missione (quasi) impossibile.

Intanto, a livello politico siamo ai piedi della scala e la cittadinanza si sta abituando alle fatture elettriche più salate inviate dalle Ail Sa (che, lo ricordiamo, è una società anonima, al 100% in mano alla Città di Lugano). Tanto che ci sembra lontano quel coro di voci unanime intonato nella discussione tenuta nell’ultima seduta del 2022, durante la quale l’esigenza di un sostegno concreto è stata riconosciuta trasversalmente, Municipio compreso. Allora, la proposta è stata bocciata, ma c’è stato un ampio consenso sull’invito contenuto nell’emendamento, che chiedeva di stanziare cinque milioni di franchi, per lenire l’effetto dei rincari energetici. Nel frattempo, qualcosa è successo: c’è una bozza di rapporto, di cui abbiamo riferito nei giorni scorsi, che propone aiuti il cui costo è tuttavia raddoppiato a dieci milioni rispetto alla richiesta di emendamento. Una bozza di rapporto allestito dalla Commissione delle petizioni che, in autonomia, ma su invito generico, si è assunta l’onere di trovare la quadratura del cerchio. La soluzione individuata dovrà essere ancora debitamente approfondita dai gruppi politici. Intanto, la proposta ha suscitato una bocciatura senza mezzi termini da parte del sindaco di Lugano Michele Foletti, perché non è transitoria e soprattutto perché ha aggiunto il sostegno finanziario all’incremento dei premi di cassa malati.

Al di là della posizione dell’esecutivo, l’ultima parola spetterà comunque al Consiglio comunale, probabilmente nella seduta del prossimo 15 maggio. Nel caso venisse approvata, perlomeno nella sua parte limitata a contrastare i rincari elettrici, dovrà essere sottoposta, per l’esame e la ratifica, alla Sezione degli enti locali. Ci vorranno dunque ancora altri mesi. Oggi permane l’amarezza di Lorenzo Beretta Piccoli, capogruppo del Centro, uno dei promotori dell’emendamento che era stato pensato anche a favore del ceto medio, come espressione tangibile di vicinanza della politica alla cittadinanza in difficoltà. Ceto medio che verrebbe escluso dagli aiuti, visto che il tema è trattato nell’ambito della revisione del Regolamento sulle prestazioni comunali nella sfera sociale.

L’altro aspetto da non sottovalutare riguarda la questione finanziaria e le ripetute sollecitazioni avanzate nei confronti dell’esecutivo nel frenare la crescita della spesa per la gestione corrente e avviare misure di contenimento e di risanamento. Appare evidente come la richiesta di più aiuti sociali entri in conflitto con la necessità di risparmiare e con il prospettato aumento del moltiplicatore d’imposta, inserito nel Piano finanziario per il 2024.