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Energia, il governo ai Comuni: ‘La situazione è ancora tesa’

Il quadro attuale è ‘rassicurante’, ma il Consiglio di Stato invita sindaci e municipali a mantenere i provvedimenti che permettono di abbassare i consumi

Serve ancora attenzione
(Ti-Press)
1 febbraio 2023
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Siccità, elettricità, gas. Parole piuttosto ricorrenti di questi tempi. Con il consiglio ai Comuni a mantenere alta, sul fronte energetico, la guardia. "Nonostante l’attuale quadro rassicurante, va ricordato – afferma nero su bianco il governo – che la situazione è lontana dall’essere risolta. Sviluppi più critici non possono infatti essere esclusi nel corso dei prossimi mesi, in particolare durante la primavera e, soprattutto, nell’inverno 2023-2024. Per queste ragioni, vi invitiamo a mantenere in vigore tutte le misure che stanno contribuendo in maniera significativa a ridurre i consumi e ad azzerare gli sprechi di energia". Al di là della contingenza, "si tratta di gesti di grande valore che esprimono la necessaria attenzione e sensibilità al tema dello sviluppo sostenibile".

Il Consiglio di Stato aggiorna quindi sindaci e municipali sulla situazione riguardante l’approvvigionamento di elettricità e gas in Svizzera. Lo ha fatto nei giorni scorsi tramite la Sel, la Sezione enti locali (Dipartimento istituzioni). Seppur il contesto sia "sostanzialmente stabile", la situazione "rimane tesa", si avverte nella lettera ai Comuni. "L’attuale assenza di sostanziali problemi nella disponibilità di elettricità e di gas è legata a una combinazione di fattori favorevoli: i provvedimenti adottati per garantire la produzione, le campagne di sensibilizzazione al risparmio energetico avviate da Confederazione e Cantone e una situazione meteorologica contraddistinta finora da temperature miti". La situazione, tuttavia, è lungi dall’essere risolta.

Le raccomandazioni

L’invito ai Comuni è allora di continuare ad attuare i provvedimenti che permettono di abbassare i consumi. Nella missiva si ricordano così le raccomandazioni formulate lo scorso ottobre all’indirizzo degli enti locali. Illuminazione pubblica: il Cantone raccomanda ai Comuni di "collaborare con le aziende elettriche di riferimento per adottare, dove è possibile e sensato farlo, misure efficaci e compatibili con la tutela della sicurezza della popolazione". Andrebbero favorite "soluzioni omogenee sul territorio, con una gestione centralizzata, riducendo la luminosità in determinate fasce orarie (indicativamente tra le 23 e le 6) nel rispetto dei valori minimi". Sono sconsigliati il completo spegnimento dell’illuminazione pubblica ed eventuali soluzioni a zone o limitate a singoli punti luce: "Questo approccio potrebbe infatti generare problemi, ad esempio, per quanto concerne la sicurezza stradale". Illuminazione di monumenti o di opere d’arte: la raccomandazione è di "ridurre le fasce orarie di illuminazione o, dove è possibile e sensato farlo, eliminarle completamente: di regola, questi sistemi di illuminazione sono allacciati all’impianto interno dell’edificio e per scollegarli va richiesto il supporto di un elettricista incaricato dal Comune".

Per quel che attiene a vetrine/insegne pubblicitarie, lo spegnimento o la riduzione degli orari di accensione ("indicativamente tra le 23 e le 6") andrebbero "suggeriti attivamente ai proprietari, anche se la decisione finale rimane di loro competenza – si rammenta nella lettera della Sel –. I Comuni provvisti di ordinanze contro l’inquinamento luminoso – se lo ritenessero opportuno – possono applicare regole di contenimento dei consumi, anche se non intimamente legate allo scopo per il quale sono state definite". Capitolo eventi energivori: il Comune "deve valutare misure di contenimento e riduzione dei consumi nell’ambito di manifestazioni che necessitano di molta energia, analizzandone tutte le componenti (ad esempio il numero di ore di funzionamento oppure la rinuncia a riscaldare ambienti interni): va ricordato che in Ticino è vietato l’utilizzo di corpi riscaldanti esterni alimentati con energie non rinnovabili come gas, gasolio o elettricità (‘funghi’ termici o radiatori a infrarossi)".

Nella comunicazione ai municipali si accenna anche al settore degli immobili comunali, inclusi scuole, mense, piscine comunali, campi sportivi (illuminazione) e palestre. Settore nel quale il potenziale di risparmio "è ampio", sottolinea la Sel. I Comuni "possono valutare in quale misura ridurre le temperature degli ambienti, limitare le temperature dell’acqua calda nelle docce e bloccarne l’erogazione nei servizi sanitari, preparare i pasti in maniera centralizzata (sfruttando, se possibile, orari lontani dai picchi di consumo), ridurre i tempi di accensione degli impianti e anticipare le attività, se possibile, in modo da sfruttare la luce naturale". A proposito della pratica sportiva, "occorre valutare la riduzione allo stretto necessario dell’intensità dell’illuminazione artificiale ed evitare ogni forma di irrigazione superflua di campi". Capitolo acquedotti: "È necessario verificare che, in generale, il fabbisogno energetico del sistema sia ottimizzato. Andrebbero evitati pompaggi inutili e favoriti i prelievi per gravità. Limitare la portata delle fontane, o sospendere l’erogazione, contribuisce al risparmio energetico".

L’Ustat: ‘Deflussi e livelli lacuali, un 2022 da record negativi’

Certo, le conseguenze della guerra in Ucraina si fanno sentire in tema di approvvigionamento energetico. Ma anche la pesante siccità che ha investito il Ticino nel 2022 ha avuto un ruolo molto importante. Tanto che l’Ufficio di statistica cantonale (Ustat) nel suo ‘Notiziario statistico’ pubblicato ieri ha definito l’anno appena concluso pieno di "record negativi per deflussi e livelli lacuali".

La scarsità idrica ha colpito tutto il cantone: "Sono stati misurati nuovi valori minimi assoluti, sia annuali sia mensili, nella quasi totalità dei corsi d’acqua, da Bedretto a Chiasso – scrive infatti l’Ustat –. Solo a settembre e ottobre nel Sottoceneri i valori osservati sono stati prossimi alla media". I record negativi si sono toccati anche per quanto riguarda i livelli lacuali.

Nel 2022 i volumi di deflusso dei fiumi sono stati "molto deficitari", con dati "tra il 25 e il 50% della media del periodo, a seconda delle diverse regioni del cantone". In particolare, rileva l’Ustat, "la parte centrale, da marzo a settembre, è risultata eccezionalmente scarsa, con valori record che non erano mai stati raggiunti nel periodo di osservazione dei diversi punti di monitoraggio". Valori di poco superiori alla media sono stati osservati "solo sporadicamente (Ticino a Bellinzona solo a gennaio, Magliasina solo a settembre). Nella Verzasca, a Lavertezzo, il volume 2022 "rappresenta il secondo valore minimo in assoluto, superiore di poco al minimo registrato nel 2005. Nuovi record assoluti annuali sono stati registrati anche per la Maggia a Solduno e per quasi tutti i corsi d’acqua da nord a sud del cantone".

Il tutto ovviamente si riflette sui laghi, che hanno sofferto non poco. Per quanto riguarda il lago Verbano "non era mai accaduto che per 365 giorni consecutivi il livello lacuale restasse inferiore al livello medio dei rispettivi giorni", per il lago di Lugano "su scala annuale il livello medio del lago è stato di 29 centimetri inferiore rispetto alla media del periodo".