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Aggregazione in Alta Mesolcina? Chi apre e chi frena

Dopo l’auspicio espresso dal nuovo sindaco di Mesocco, quello di Soazza si dice disposto a discuterne e valutare. Molto prudente quello di Lostallo

A sinistra Nicola Giudicetti e a destra Leone Mantovani
23 gennaio 2023
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Un ‘sì parliamone’ e un ‘non è il momento’. È quanto incassa la suggestione espressa su queste colonne lo scorso 2 gennaio dal nuovo sindaco di Mesocco (1’360 abitanti e un moltiplicatore d’imposta all’87%) in merito all’aggregazione nell’alta Mesolcina, da lui auspicabile confidando che si avvii prossimamente una riflessione con gli altri due Comuni più vicini situati a sud. A titolo personale, senza cioè confrontarsi con la compagine municipale rinnovata per quattro quinti e anch’essa appena entrata in carica, Mattia Ciocco si era espresso in questi termini: «Confido che il tema dell’aggregazione con Soazza e Lostallo sia ripreso e approfondito, spero non troppo in là nel tempo. Sono convinto che un’unione a tre porterebbe vantaggi nell’ottimizzare il servizio pubblico e utilizzare le risorse. Cito ad esempio l’azienda forestale e quella elettrica».

Iniziarono in 9 e rimasero in 3

In passato, ricordiamo, a cominciare dal 2009 dopo tanti tira-e-molla fra discussioni, valutazioni, approfondimenti e dibattiti non aveva fatto breccia un’aggregazione unica della Mesolcina. Dopo il no di Cama e dei due estremi territoriali San Vittore e Mesocco, erano rimasti in pista Grono, Leggia, Lostallo, Roveredo, Soazza e Verdabbio per un ente locale di centrovalle che sarebbe stato battezzato Mesolcina, se fosse nato. Ma anche qui (maggio 2014) l’intesa a sei non era scoppiata, con l’addio a sorpresa del Municipio di Roveredo che aveva lasciato il tavolo delle trattative. Nemmeno la versione a cinque aveva retto, visto il no espresso nell’autunno 2014 dall’Assemblea di Lostallo. Che de facto aveva tagliato fuori Soazza venendo a mancare la contiguità territoriale. Il tutto si era quindi ridotto a un matrimonio a tre fra i soli Grono con Leggia e Verdabbio celebrato nel 2017 beneficiando di un contributo cantonale pari a 5,4 milioni di franchi.

‘Pronti a fare la nostra parte’

«Con me si sfondano porte aperte», concludeva Mattia Ciocco a inizio anno. Su quelle porte, come detto, oggi c’è chi si dice pronto a valutare un’apertura e chi predilige un atteggiamento molto cauto. Leone Mantovani, ‘presidente comunale’ di Soazza da oltre vent’anni, ricorda bene le trattative del passato: «Quale premessa, faccio presente che il mio mandato, iniziato nel 2002, scade a fine 2023». Lascia così intendere che il tema potrebbe venire trattato da chi eventualmente gli succederà: «Se però Mattia Ciocco si fa sentire, sicuramente siamo disposti ad ascoltarlo», dichiara. Soazza conta circa 330 abitanti e vanta una salute finanziaria invidiabile con un moltiplicatore d’imposta al 60%, fra i più bassi della regione, molte opere realizzate e altre previste. «Abbiamo rifatto l’acquedotto con la sorgente – elenca Mantovani – ed ora rinnoviamo quello agricolo. Intendiamo anche portare l’acqua fino alla centrale di Arabella e stiamo valutando di servire una parte di Lostallo che attualmente pompa dal sottosuolo. Stiamo inoltre mettendo a nuovo il vecchio edificio scolastico e la palestra. E rinnovando, a tappe, le strade di paese con le fognature che sono molto vecchie». L’auspicio «sarebbe quello di accogliere qualche nuova famiglia. In effetti nei tempi recenti si sono insediate qui alcune persone provenienti da Zurigo e San Gallo. Vedo però diverse case vuote, sarebbe bello che qualcuno le ristrutturasse e le rianimasse. Magari ora che a Lostallo i terreni per costruire si sono un po’ ridotti, potremmo beneficiarne noi. Peraltro grazie agli svincoli di Mesocco e Lostallo siamo facilmente raggiungibili».

Il sindaco di Soazza si esprime poi positivamente sul rilancio di San Bernardino in base al progetto Swiss Alps dell’imprenditore ticinese Stefano Artioli, che a sua volta confida in un sostegno finanziario dei Comuni della Regione Moesa per il rinnovo milionario degli impianti di risalita di Confin: «Speriamo che vada in porto. Quanto alla partecipazione regionale, senza il suo impegno vengono meno anche i sussidi cantonali e federali. Posso dire che Soazza è pronta a fare la sua parte. Confido insomma che si vada d’accordo. Ma d’altronde – conclude Leone Mantovani – ho notato con piacere molto entusiasmo e partecipazione il 18 gennaio a Grono dov’è stato presentato il progetto di rilancio turistico generale dell’intero Moesano», di cui abbiamo riferito nell’edizione di venerdì 20.

‘Non firmerei assegni in bianco’

Abbassandoci un po’ di quota, memore di quanto successo nel 2014 avanza con i proverbiali piedi di piombo il sindaco di Lostallo, Comune con 820 abitanti e l’80% di moltiplicatore: «Prima di avviare un’eventuale discussione – premette Nicola Giudicetti – bisogna sistemare alcune questioni nei rapporti fra vicini. Ad esempio, insieme a Soazza e Grono abbiamo creato nel 2020 il nuovo ente Media Mesolcina Energia sul quale stiamo ancora lavorando. Inoltre, trovandoci geograficamente a metà strada fra media e alta valle, non so dire quale scelta farebbero i nostri cittadini».

A titolo personale il sindaco afferma dunque di non vedere grandi possibilità con Mesocco: «Anche perché mi preoccupano un po’ i suoi debiti. Se guardo alle finanze comunali nostre, di Soazza e di Cama, possiamo stare tranquilli. Ma se penso a quanto bisognerebbe mettere in conto per il solo rilancio di San Bernardino, qualche domanda me la pongo. Il discorso potrebbe essere problematico, visto che Mesocco rischia di doversi accollare oneri relativi alla parte non coperta dalla richiesta partecipazione regionale per gli impianti». Anche per questo motivo, conclude il Giudicetti, i pro e i contro di un’aggregazione «assumono un peso diverso rispetto a nove anni fa, quando la gente di qui già si era espressa negativamente. E oggi, l’idea di dover firmare un assegno in bianco non mi alletta troppo».

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