La commissione ‘Formazione e cultura’ firma a maggioranza (Plr, Lega e Udc) il rapporto di Guerra e Tenconi che chiede al governo un modello da seguire
Non in modo risolutivo, eppur qualcosa si muove sulla proposta di anticipare l’insegnamento del tedesco – con l’obiettivo di potenziarlo – dalla seconda alla prima media. In commissione ‘Formazione e cultura’ è infatti stato firmato il rapporto di maggioranza dei relatori Michele Guerra (Lega) e Diana Tenconi (Plr), col sostegno, oltre che dei gruppi dei due parlamentari, anche dell’Udc. Il Ps ha invece annunciato un rapporto di minoranza, mentre il Centro/Ppd deve ancora decidere da che parte stare: lo farà mercoledì.
«Presso la nostra commissione – premette Michele Guerra a ‘laRegione’ – erano pendenti una petizione popolare e ben quattro atti parlamentari, alcuni dei quali datati addirittura 2009. Tutti chiedevano in modi diversi di potenziare e anticipare l’insegnamento del tedesco». In più, «ci è stato chiesto a gran voce di farlo anche dalla società civile, così come da tante altre realtà come il Consiglio cantonale dei giovani». Detto questo, continua Guerra, «oggi il Ticino è sempre più vicino alla Svizzera interna e, anche per gli sbocchi professionali, il tedesco ha sempre maggiore importanza. Anche per questa ragione abbiamo deciso che gli atti parlamentari meritavano finalmente una risposta positiva».
Perciò la ‘Formazione e cultura’, nella sua maggioranza, aderisce al rapporto di Guerra e Tenconi. Un rapporto che, spiega il relatore leghista, «chiede di anticipare il tedesco in prima media e chiede di porre una base legale per sostenere tutte le attività di plurilinguismo all’interno della scuola, come ad esempio l’insegnamento plurilingue che già oggi avviene nella Scuola cantonale di commercio. Un’attività utile soprattutto per quegli studenti che hanno poi intenzione di studiare in Svizzera francese e Svizzera tedesca». Adesso il Consiglio di Stato avrà trenta giorni di tempo per la sua analisi e per pronunciarsi sul rapporto, dopo si andrà in aula.
«Siamo confrontati con un’esigenza e una richiesta che arrivano dal territorio», considera il deputato e presidente del Plr Alessandro Speziali, anche lui commissario della ‘Formazione e cultura’. Quanto proposto e contenuto nel rapporto firmato oggi «non è qualcosa di sovversivo rispetto al passato, chiediamo di potenziare il tedesco e anticiparlo in prima media. Sapendo altresì che ovviamente bisognerà pensare molto bene al modello, che dovrà essere solido». Quello che è inserito nel rapporto, fondamentalmente, «è un incarico al Consiglio di Stato di farci una o più proposte su come si possa arrivare a una implementazione nell’anno scolastico 2025-2026».
Insomma, per Speziali «c’è tempo, inoltre ci sarà anche un cambio di direzione al Decs. Quello attuale è molto scettico, chi gli subentrerà magari avrà un approccio e una sensibilità diversi». In fondo al tunnel si vede una luce, e per una volta trapela un leggero ottimismo: «Spero sia la volta buona – afferma infatti il presidente liberale radicale –. Di questo tema si discute da anni sia nella società, sia in commissione. L’anticipo del tedesco viene chiesto al Consiglio cantonale dei giovani, viene suggerito dal mondo delle aziende e dell’industria… se il Gran Consiglio dirà di sì potremo scegliere quale modello sviluppare, con l’aiuto degli esperti e del mondo della scuola».
È una cauta soddisfazione quella che ci consegna Daniel Mitric, presidente dei Giovani liberali radicali, autori della petizione che nel 2018 ha raccolto oltre 4’300 firme: «È un primo, giustissimo passo nella direzione che tutti auspicavamo – rileva infatti Mitric –. È da cinque anni che aspettavamo questo segnale, e il fatto che oggi una maggioranza chiara della commissione abbia firmato questo rapporto è sicuramente di buon auspicio per tutti i giovani e per il sistema scolastico». Adesso «il Consiglio di Stato prenda atto della realtà e si confronti col bisogno di intervenire. Altrettanto ci aspettiamo dal parlamento, speriamo voti questo rapporto entro la fine della legislatura senza continuare a rinviare alle calende greche».
Meno entusiasmo si registra a sinistra. Parlando come presidente della ‘Formazione e cultura’, Daniela Pugno Ghirlanda afferma di «non essere soddisfatta del risultato, perché i relatori di maggioranza non hanno accettato di portare fino in fondo i necessari approfondimenti per capire se anticipare il tedesco in prima media sia una misura efficace per apprendere meglio questa lingua e se la modifica proposta non danneggi le altre materie. È un modo di lavorare che presta il fianco alle critiche».
Le fa eco da noi interpellata la deputata Anna Biscossa: «Anticipare non vuol dire potenziare. Come mostra anche la risposta governativa all’interrogazione del Centro/Ppd, non c’è una soluzione praticabile senza sacrificare altre materie a discapito degli allievi».
Il riferimento è all’atto parlamentare con cui a fine dicembre Maddalena Ermotti Lepori chiedeva al Consiglio di Stato lumi su come implementerebbe l’anticipo del tedesco nel caso in cui il parlamento decidesse di andare in tale direzione. Risposta a stretto giro di posta: escludendo l’aumento della griglia oraria che ora consta di 33 ore-lezione settimanale, considerata già molto fitta.
Il Ps è però «sempre favorevole a potenziare la conoscenza della lingua trovando altre vie lungo il corso della scuola dell’obbligo», evidenzia Biscossa. A cui, però, chiediamo come. La granconsigliera porta l’esempio del messaggio votato un paio di anni fa dal Gran Consiglio a sostegno dello scambio linguistico degli studenti al termine della quarta media, ma anche «i doposcuola finanziati dal Cantone e gratuiti per le famiglie, o l’introduzione sempre gratuita di corsi puntuali di tedesco negli apprendistati o insistere su modelli come le settimane lingue-sport, con un’immersione totale, accessibili per le famiglie».
E il Centro/Ppd? «Il mio gruppo si troverà mercoledì per decidere», risponde Maddalena Ermotti Lepori.