Con un’interrogazione interpartitica, primo firmatario Sirica, torna d’attualità il tema della levatrice aggiunta nei parti in ospedale. E molto altro
Quello della levatrice è un mestiere da valorizzare. A sostenerlo è un’interrogazione interpartitica inoltrata al Consiglio di Stato, che prende le mosse dalla conferenza stampa di mercoledì 19 ottobre durante la quale l’Associazione Nascere Bene ha indicato le sue priorità da affrontare per "rendere il parto un’esperienza positiva".
L’atto parlamentare – primo firmatario Fabrizio Sirica (Ps) e cofirmato da Nicola Pini (Plr), Claudia Crivelli Barella e Marco Noi (Verdi), Laura Riget (Ps), Giorgio Fonio (Centro) e Tamara Merlo (Più donne) – va nella stessa direzione. Partendo dal tema della levatrice aggiunta, vale a dire il "permettere la possibilità di beneficiare di un accompagnamento globale durante il ciclo della maternità da parte di una figura professionale quale la levatrice, anche per coloro che danno alla luce il proprio figlio in ospedale".
Fondamentalmente, il progetto – che una mozione di Gina La Mantia (Ps) del 2016 ha chiesto di riattivare – prevederebbe che "tramite un accordo tra levatrici indipendenti ed Ente ospedaliero cantonale (Eoc), la levatrice che ha preso a carico la donna fino al momento dell’entrata in maternità potrà continuare a seguirla durante la fase del parto e l’immediato post-parto, senza interruzioni".
Questo progetto, si legge nell’interrogazione, nell’aprile 2017 è stato oggetto "di una riunione dei primari di servizi di ginecologia e ostetricia dell’Eoc, ed è stato proposto un progetto pilota di introduzione della levatrice aggiunta all’Ospedale San Giovanni di Bellinzona per valutarne la fattibilità e l’eventuale estensione ad altre sedi". Nel luglio 2017 l’Eoc "si dice ‘disponibile ad attuare la proposta che di per sé richiederebbe solo alcuni accorgimenti organizzativi e amministrativi’", e nel settembre sempre del 2017 viene stilata una bozza per il progetto pilota programmato da marzo 2018 a marzo 2019.
E arriviamo a oggi, con il progetto della levatrice aggiunta che "è in una fase di attesa di messa in pratica a causa primariamente di aspetti organizzativi prolungati e poi della situazione pandemica". Con questa interrogazione, Sirica e cofirmatari vogliono "sottolineare l’urgenza con cui la direzione dell’Eoc deve concretizzare il tema, ricordando innanzitutto che il Gran Consiglio ha approvato nel settembre 2020 il ripristino del progetto della levatrice aggiunta, come richiesto dalla mozione di La Mantia di cui sopra. A questo punto, "chiediamo al governo di fare il punto della situazione e quando è prevista l’implementazione".
Ma c’è dell’altro. Perché nella professione della levatrice c’è anche una questione spinosa, quella dell’autorizzazione all’acquisto e alla somministrazione di medicamenti usati in modo corrente nell’esercizio dell’attività. Ebbene, "in 17 cantoni vi è una deroga che permette a queste professioniste di prescrivere determinati farmaci. La lista viene stabilita in collaborazione con gli uffici del medico e del farmacista cantonale". Questo permette alle levatrici "di sfruttare appieno le proprie competenze scientifiche, e comporterebbe un risparmio per l’utente e per la collettività".
Un esempio? Il protocollo della somministrazione della vitamina K, importantissima per neonati e neomamme. Un protocollo "chiaro e semplice". Ma in Ticino "la levatrice non potrebbe acquistare questo medicamento e somministrarlo senza prescrizione medica. I genitori dovrebbero ottenere la confezione di vitamina K, che contiene cinque fiale, di cui quattro andrebbero sprecate. Il costo del medicamento risulta a carico della Lamal. Se la levatrice potesse acquistare una scatola intera, la confezione e il costo sarebbe suddiviso tra cinque pazienti".
Quindi, in questo caso, la domanda al governo è se "concorda nel permettere, anche in Canton Ticino, di sfruttare la possibilità di deroga prevista dalla legge".
Ultimo punto affrontato dall’interrogazione sono le "distorsioni salariali da correggere". Partendo dal fatto che "c’è una scala salariale differente tra chi ha il Bachelor Hes come levatrice (sei semestri) oppure un Bachelor in cure infermieristiche (durata quattro semestri), nonostante il mansionario e la responsabilità siano uguali". Su questo aspetto, i firmatari dell’interrogazione ritengono "ci sia una disparità di trattamento poco opportuna".
Il secondo elemento di preoccupazione è "che non c’è un riconoscimento salariale aggiuntivo per chi ha l’ulteriore formazione del Master". Evidentemente, "la richiesta è quella di riconoscere un maggiore compenso, adeguato alla formazione aggiuntiva. Una scelta diversa significherebbe non dare nessun valore a quella formazione, sconfortando chi attualmente lavora e togliendo stimoli a formarsi per le giovani leve". Per questi motivi, si chiede al Consiglio di Stato di "portare in seno al Consiglio d’amministrazione dell’Eoc queste proposte di modifica del Regolamento organico per il personale".