Il sindaco di Breggia non correrà alle prossime elezioni cantonali. Con Natalia Ferrara, il Plr del Mendrisiotto perde così due uscenti su tre
Non stufo né in polemica con qualcuno, ma stanco. Dopo due legislature, a soli 32 anni e un po’ a sorpresa, Sebastiano Gaffuri non si ricandiderà per il Gran Consiglio (Gc) nel 2023. Secondo forfait di peso, oltre a Natalia Ferrara che si trasferirà a Lugano e sarà in lista da lì, per il Plr del Mendrisiotto, che potrà contare su un unico uscente: Matteo Quadranti. Ne abbiamo parlato con il sindaco di Breggia e con la presidente distrettuale dei liberali-radicali, Sonia Meier.
Gaffuri, come mai così giovane e già la decisione di lasciare?
Sono giovane all’anagrafe, ma vecchio politicamente (ride, ndr). Ho iniziato come municipale a 21 anni. Mi appresto ad arrivare ai dodici anni in Municipio e agli otto in Gc, un tempo che reputo sufficiente. Dopo le elezioni comunali dello scorso anno avevo già annunciato che sarebbe stata l’ultima legislatura in Municipio. Quest’anno, su sollecitazione del distretto in vista delle elezioni cantonali dell’anno prossimo, dopo una riflessione in famiglia ho deciso di non ripresentarmi. Non perché sono stufo, ma un po’ stanco. Parallelamente alla politica sono sempre rimasto attivo professionalmente. L’anno scorso è nata anche nostra figlia. Ho bisogno di dedicare impegno ed energie alla vita privata e professionale.
Si ritiene comunque soddisfatto di questi otto anni?
Sì, ho fatto una bella esperienza. Mi sono occupato di diversi temi in Commissione ambiente, territorio ed energia, sono stato relatore, ad esempio, di messaggi riguardanti il settore forestale, la tecnologia 5G e la pianificazione del territorio. Sono felice, in particolare, di aver dato inizio al tema della riconversione degli impianti idroelettrici a favore dell’Azienda elettrica cantonale. Un tema molto importante, sebbene la decisione non abbia avuto grande eco mediatica. Più difficoltà ho avuto nella Giustizia e diritti, una commissione molto complessa. Il sistema di nomina dei magistrati va riformato, ma manca ancora il giusto consenso. In generale in questi anni ho cercato di fare il mio dovere, in tutto o quasi: dal sindacato al Gc, da vicepresidente del partito cantonale a candidato al Consiglio di Stato. Il bilancio è molto positivo, non ritengo di avere rimpianti, tranne forse uno.
Quale?
La carriera l’ho fatta un po’ al contrario: sono entrato subito in un esecutivo (comunale, ndr), dove mi sono abituato a un certo processo decisionale. Lì ho trovato la mia dimensione. Per contro, ho fatto più fatica a entrare nelle dinamiche del legislativo, è un lavoro nel quale la raccolta del consenso gioca un ruolo rilevante. Ci vuole forse più strategia. Il rimpianto quindi è non essere stato più incisivo come forse si sarebbe potuto aspettare qualcuno.
Un bilancio positivo e un’età giovane: è un addio o un arrivederci?
Per il momento lascio con serenità, non escludo in futuro di tornare. L’occasione mi permette di ringraziare tutti coloro che in questi anni mi hanno dato fiducia.
Resta comunque ancora alla guida del comune, coinvolto nei discorsi relativi all’aggregazione del Basso Mendrisiotto. Qual è la posizione di Breggia?
Premessa: le aggregazioni in generale, sono fondamentali in quanto propulsori di investimento e di crescita. E io sono l’esempio vivente che si può cambiare opinione, in quanto ero un contrario a quella che tredici anni fa ha dato vita a Breggia. Nel Basso Mendrisiotto, se non nel distretto intero, ci saranno ulteriori aggregazioni: i comuni sono sempre più legati e i temi sempre più complessi. Guardiamo a Bellinzona, con l’aggregazione ha ingranato la marcia. Ciò detto: abbiamo partecipato ben volentieri allo studio di opportunità. Siamo consapevoli che, in futuro, una governance unica sarà migliore. Noi però adesso abbiamo la fortuna di poter stare per un po’ alla finestra. Abbiamo una situazione finanziaria stabile, è stato elaborato un piano finanziario su otto anni ambizioso ma equilibrato e ci sono diversi progetti sui quali stiamo lavorando. Uno su tutti quello del centro scolastico, per il quale è in corso una raccolta di firme, ma che intendiamo portare avanti. In ogni caso, penso che il Basso Mendrisiotto possa partire anche con un nucleo più piccolo di comuni, se c’è la volontà. Le opportunità sono emerse chiaramente.
‘Vorremmo una lista giovane’
«La decisione di Sebastiano, personalmente e politicamente, per me è un dispiacere». Per Sonia Meier, la scelta di Gaffuri non è una buona notizia. «Per il nostro distretto, rappresenta un valore aggiunto. Lo trovo straordinario, anche per il percorso fatto. È di grande spessore, ha dimostrato molta competenza, sempre ben informato sui temi. È obiettivo e sa fare squadra. Comprendo l’affaticamento, essere impegnati in maniera proficua come nel suo caso su tanti fronti, non è scontato. Ha bisogno di tirare il fiato, ma mi auguro fortemente, e sono quasi certa che sarà così, che torni in politica più in là».
Gaffuri è un politico atipico: giovane ma già sindaco, di valle, con un percorso professionale particolare. Un profilo non semplice da rimpiazzare. «Come detto, lui è di grande valore. La politica è molto impegnativa, e i tempi sono cambiati: non sono più tanti i datori di lavoro disponibili a concedere tempo da dedicare alla politica. Trovare persone è quindi più difficile. Noi comunque non stiamo costruendo a tavolino la rosa dei candidati. Vorremmo una lista piuttosto giovane, per garantire un buon ricambio ed evitare buchi generazionali poi difficili da colmare. Mi piacerebbe trovare candidati che non abbiano necessariamente esperienza ma entusiasmo, e che siano ancora capaci di sognare, senza troppi paletti e automatismi. E che siano rappresentativi della società».
La tornata elettorale del 2023 per voi rappresenta una bella sfida a questo punto, con un unico uscente in lista. «Oltre a Sebastiano, perdiamo Natalia che è molto brava nella comunicazione, nel perorare le cause in cui crede ed è molto sul fronte. Per fortuna Matteo, che è un amico, ha dato la sua disponibilità. Porterà la sua esperienza, la sua competenza, è la nostra anima radicale. In ogni caso, per noi l’anno prossimo si apre veramente una bella possibilità di cambiamento, che renderà appetibile la campagna. Vorremmo che si facesse un bel discorso di squadra, per il Mendrisiotto e non per i singoli candidati. Il nostro distretto è messo malissimo su diversi temi: PoLuMe, traffico in generale, inquinamento, posteggi per i Tir. Questi sono temi apartitici sui quali bisognerebbe fare fronte comune».
Ma in un contesto dove la destra e la sinistra sono comunque tradizionalmente forti su temi come il mercato del lavoro, il frontalierato, la viabilità, l’ambiente, pensa che il Plr possa profilarsi? «Ogni partito ha come fine il bene comune. Cambiano le modalità. Noi abbiamo un approccio molto pragmatico e operativo ma talvolta pecchiamo nella comunicazione. Ma credo anche che dopo questo difficile periodo di pandemia e ora con la guerra in Ucraina, si sia visto chi ha continuato a lavorare e chi invece sia tornato dietro le quinte in attesa di tempi politici migliori».