Opposizione formale di Balerna, Coldrerio, Mendrisio e Novazzano al progetto di Ustra. Assicurato il supporto della Commissione regionale dei trasporti
Inopportuno. Inaccettabile. Indigesto. Improponibile. Scellerato. Le parole sono pesanti. E la sequela di aggettivi scagliati come pietre contro il progetto di una corsia per i Tir lungo il tratto finale dell’A2 potrebbe pure continuare. Stavolta le autorità locali si sono proprio arrabbiate. E d’altra parte non fanno nulla per nasconderlo i tre sindaci e il municipale decisi a fare squadra e a mettersi di traverso all’operazione di Ustra, l’Ufficio federale delle strade. Anzi, sul tavolo hanno già pronta l’opposizione formale (tradotta in tedesco, giusto per evitare fraintendimenti linguistici) ai piani esecutivi in pubblicizzazione da lunedì. L’annuncio consegnato ai media si veste consapevolmente di ufficialità. Il messaggio, d’altro canto, deve arrivare lontano: a Palazzo delle Orsoline e oltre, a Palazzo federale.
I Municipi di Balerna, Coldrerio, Mendrisio e Novazzano, in effetti, lo avevano fatto capire subito agli emissari federali che quella zona di stoccaggio pianificata tra l’area di servizio (di Coldrerio) e il viadotto di Bisio (a Balerna) e infilata (a sorpresa) tra altre opere di manutenzione autostradale non piaceva. Oggi, però, lo si ribadisce a chiare lettere e in carta bollata. Anche se la partita oltre che sul piano giuridico la si giocherà pure su quello politico.
I toni sono pacati, ma gli intenti sono più che bellicosi. «Faremo di tutto affinché questo progetto scellerato non venga realizzato»: il sindaco di Balerna Luca Pagani va dritto al punto. Ma a pensarla come lui sono anche il sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini, il collega di Novazzano Sergio Bernasconi e il municipale di Coldrerio Michele Piffaretti. Il Distretto in questo caso ha trovato unità di intenti e messo da parte i campanilismi. Perché si è tutti sulla stessa barca e perché, rimarcano all’unisono, la costruzione di una terza corsia (anche qui) riservata ai mezzi pesanti non incide solo sul loro territorio ma sull’intera regione. Lo sanno bene a Chiasso, dove il loro ‘no’ lo metteranno nero su bianco (pur esclusi dalla procedura) e lo imbucheranno all’indirizzo di ‘chi di dovere’.
In effetti, il Mendrisiotto si è ritrovato fra le mani un problema non da poco; e a quanto pare dovrà cavarsela da solo. Di sicuro, come si intuisce dalle affermazioni dei rappresentanti comunali, da queste parti non c’è nessuna intenzione di abbassare la testa, né davanti a quei piani calati da Berna, né a fronte di un governo cantonale assente. Lo testimonia la stessa Commissione regionale dei trasporti (Crtm), schierata al fianco dei quattro Comuni. «Il nostro – chiarisce il presidente Andrea Rigamonti – è un sostegno politico assoluto e incondizionato». Adesso ai piani alti sanno bene qui come la pensano.
«Perché ci opponiamo? Perché riteniamo che l’intervento legato alla corsia per i Tir sia decisamente inopportuno – motiva il sindaco Cavadini –. Lo è ancor più in una regione fortemente trafficata e alquanto inquinata: ricordiamolo. Insomma – rincara –, non è accettabile che la regione si carichi sulle spalle un tale fardello». Un carico, fa memoria a sua volta Rigamonti, «calato dall’alto».
A Piffaretti, municipale di Coldrerio, appare evidente che la Confederazione ha pianificato di spendere quasi 20 milioni per realizzare una corsia – e 55,8 milioni per l’intero progetto – senza chiedersi se davvero ce n’è bisogno. Salvo poi, si fa notare a più voci, lasciare Coldrerio senza protezioni foniche e passare accanto a un Parco (Valle della Motta) a Novazzano e un quartiere abitato (Sant’Antonio) a Balerna senza porsi troppi problemi. «Sul nostro territorio – conferma ancora Piffaretti – diversi abitati quanto a rumori sono sul limite della legalità. E non possiamo accettare tutto questo».
Faticano a farsi piacere ciò che vedono anche i cittadini di Novazzano. «La modinatura, d’altro canto, è impressionante – annota il sindaco Bernasconi. E fa sapere –: in parecchi si sono detti preoccupati e si sono rivolti al Municipio». Anche il sindaco di Balerna Pagani non dimentica che «a suo tempo si era detto della provvisorietà della corsia per i Tir, in attesa delle aree di dosaggio al nord. Invece, ora ci ritroviamo con una infrastruttura definitiva che cementifica la situazione attuale (l’uso abusivo a mo’ di posteggio di una corsia autostradale) e costeggia pure il quartiere residenziale di Sant’Antonio».
Il verdetto, detto altrimenti, è inappellabile. Il progetto Ustra è «nato vecchio e non tiene in minimo conto delle sensibilità regionali», ‘sentenzia’ Pagani. Ergo non è che un «cerotto». Un rimedio di cui a livello federale sembra proprio non possano fare a meno. Tant’è che per certificarlo Ustra ha commissionato uno studio a degli esperti, i quali hanno risolto che una corsia in più per i Tir è "necessaria". Come dire che quegli ulteriori 60 posti allineati lungo l’A2 e da sommare ai 70 che orbitano attorno al piazzale doganale di Brogeda sono indispensabili per assicurare una buona gestione dei flussi di traffico pesante, soprattutto in caso di eventi imprevisti alla frontiera.
«Eppure – scandisce il sindaco Bernasconi – le alternative ci sono. E mi riferisco ai Centri di dosaggio di Giornico e Roveredo, che dovrebbero essere sufficienti per togliere i Tir in sosta a sud. Poi ci sono gli sdoganamenti telematci, in uso a Basilea e che al Giaggiolo già funzionano. Non si comprende per quale motivo non debba essere possibile introdurli pure a Chiasso». Ma qui, certo, entra in campo la politica fra Berna e Roma. Anche se alle autorità locali non spiacerebbe ospitare la Consigliera federale Simonetta Sommaruga per discutere direttamente con lei dei problemi del Mendrisiotto.
E con il governo cantonale? I rapporti si sono alquanto raffreddati. «Oggi abbiamo un grandissimo problema politico – dice senza perifrasi il presidente Rigamonti –: il Consiglio di Stato è ‘non pervenuto’, inesistente su questo come su altri temi. Nei confronti del Distretto vi è una grave lacuna. Basti dire che a febbraio la Crtm ha scritto al dipartimento del Territorio e a quello delle Istituzioni: non abbiamo ancora ricevuto risposta. Un silenzio assordante e inaccettabile». Pagani dà l’affondo: «Ci hanno lasciati da soli; il governo non ha mosso un dito».
E allora ci si domanda come mai a Gironico abbia prevalso la concertazione e ci si sia mobilitati per costruire assieme agli enti locali il progetto del Centro di dosaggio che sarà attivato l’autunno prossimo. Il Mendrisiotto sente, invece, di non potersi fare carico anche di questa problematica in solitudine. «Chiariamo – tiene a far capire il sindaco di Mendrisio Cavadini –, non siamo affetti dalla sindrome di Calimero: noi siamo propositivi. Ma vogliamo essere ascoltati e aiutati nell’affrontare i temi chiave, come la corsia per i Tir ma pure le fermate degli InterCity o il frontalierato e i posti di lavoro».
Il Mendrisiotto, quindi, alza la voce. Lo sentiranno? Qui si confida nel peso politico dell’azione corale di Comuni e Commissione. E l’impressione è che la popolazione sia pronta ad aggiungere il suo.