Dopo il Conservatorio, anche la Fesmut e la Febati prendono posizione sull‘obbligo di 2G per gli iscritti: ’Inaccettabile discriminazione’
Era il 4 gennaio quando il Conservatorio della Svizzera italiana, informando iscritti e relative famiglie delle novità in atto, stigmatizzò la scelta del Dipartimento educazione, cultura e sport di allargare anche alla Scuola di musica e al Pre-College il 2G per frequentare le lezioni. “Decisione illogica e irrispettosa, la nostra è una formazione riconosciuta, non tempo libero” fu una delle tante critiche mosse dal Conservatorio a questa decisione. Due settimane dopo, è notizia di oggi, con una lettera aperta inviata al Decs prende posizione anche Fesmut, la Federazione delle scuole di musica ticinesi. La quale, assieme alla Federazione bandistica ticinese chiede “una deroga alle attuali misure in vigore per il settore culturale, ritenendo che allo stato attuale si stia verificando un’inaccettabile discriminazione tra i giovani ticinesi che seguono un percorso nella formazione musicale e i loro coetanei nel resto della Svizzera”. Questo perché "l’offerta delle scuole di musica appartiene al settore educativo e non al settore culturale, a prescindere dal quadro legislativo nel quale sono regolamentate”. E sempre le scuole di musica "sono istituzioni educative di accompagnamento la cui offerta didattica è stata trattata allo stesso modo delle scuole elementari e dei licei di tutti i livelli scolastici dall’inizio della pandemia nell’ambito delle misure contro il Covid”. Per questo, la richiesta è la concessione di una deroga per "proseguire le attività in presenza con la stessa modalità in vigore per le scuole dell’obbligo”.