Domenica per l’esordio nella nuova stagione Cornaredo tornerà a ospitare più di 100 spettatori in un match ufficiale per la prima volta dal 24 ottobre
Domenica Cornaredo tornerà a ospitare più di 100 spettatori in un match ufficiale per la prima volta dallo scorso 24 ottobre, quando 1’380 persone avevano assistito alla vittoria 1-0 della squadra diretta allora da Maurizio Jacobacci sul San Gallo, nella quinta giornata di Super League, l’ultima disputata prima delle nuove restrizioni che hanno di fatto chiuso al pubblico gli stadi per il resto del campionato. Se il nuovo Lugano di Abel Braga è pronto per la stagione che per i bianconeri scatterà appunto in casa contro lo Zurigo (ore 14.15), sarà il campo a dirlo. Gli spalti, le tribune e tutto il contorno al match rappresenteranno invece la prova del nove per la società sottocenerina per quel che riguarda l’accoglienza dei tifosi, con il test di sabato scorso nell’amichevole di lusso con l’Inter non del tutto riuscito.
«La partita contro l’Inter è stata molto utile per renderci conto dei problemi legati ai certificati Covid – ci spiega il direttore generale dell’Fcl, Michele Campana, riferendosi al fatto che nella sfida con gli italiani così come in tutti i match di Super League, potranno assistere alle partite solo persone completamente vaccinate, guarite dal Covid oppure testate negative –. In particolare quello relativo al fatto che molte farmacie ticinesi rilasciano ancora attestazioni improvvisate e non appunto i certificati provvisti di codice Qr che garantiscono in modo univoco la veridicità delle informazioni. Per questo motivo abbiamo dovuto respingere agli ingressi diverse persone, circa il quattro-cinque per cento dei 1’800 biglietti venduti (una settantina di persone, ndr). In ogni caso il dialogo con le autorità cantonali è ottimo, abbiamo già previsto diversi correttivi, tra i quali l’allestimento di un infopoint fuori dallo stadio al quale gli eventuali tifosi “respinti” potranno rivolgersi per trovare una soluzione».
Soluzioni necessarie anche per mettere delle “pezze” a direttive non proprio chiare… «Noi facciamo quello che ci dice la Swiss Football League, ma ad esempio non capiamo come mai operatori tv e giornalisti debbano avere il certificato, mentre gli addetti alla ristorazione no. O ancora la gestione del settore ospiti non è per nulla chiara, con la scelta lasciata ai club mentre mi sarei aspettato una soluzione su scala nazionale. Noi abbiamo deciso di aprirlo e dalle indicazioni dovrebbero arrivare molti sostenitori zurighesi, anche se la maggior parte sembrerebbe intenzionata a rimanere all’esterno dell’impianto».
Questa la situazione attorno al rettangolo verde, ma in campo? Qual è il tasso di immuni all’interno della squadra bianconera? «La percentuale varia in continuazione, saremo attorno al 70 per cento di elementi della rosa vaccinati o che si stanno vaccinando. Ci sono dei giocatori contrari, noi non possiamo obbligare nessuno ma stiamo cercando di sensibilizzarli. Vogliamo evitare di finire come il Kriens: vedere ancora oggi, dopo tutto quello che abbiamo passato, una squadra della seconda categoria svizzera finire quasi completamente in quarantena manco fossero una squadretta amatoriale è piuttosto eclatante».
«È stata una campagna abbonamenti a tappe, avanzata a pari passo con l’evoluzione della situazione e soprattutto con le decisioni del Consiglio federale relative alle restrizioni – ci spiega Luca Pedroni, responsabile marketing e business development dell’Fc Lugano –. È stata fatta chiarezza relativamente tardi e solo una volta arrivata la certezza di poter riaprire totalmente lo stadio già per l’inizio del campionato e le condizioni per farlo, siamo potuti partire con la campagna vera e propria, in pratica il 24 giugno. Basti pensare che solo martedì abbiamo aperto la vendita dei posti nell’ultimo settore, quello degli spalti (quelli in piedi che non si trovano né in curva né nel settore ospiti)».
Questo non vuol dire che fino a quel momento Pedroni e colleghi se n’erano stati con le mani in mano… «Assolutamente no. Ad esempio con l’amichevole contro l’Inter si è concluso un processo iniziato in realtà già la scorsa estate e nel quale abbiamo investito molto, che consisteva nel rinnovare, anzi rivoluzionare i punti di ristoro all’interno dello stadio, sia a livello di qualità del cibo e delle bevande proposte sia nel meccanismo di vendita. In particolare il processo di pagamento è stato decisamente velocizzato grazie a un nuovo sistema di cassa che utilizziamo solo noi e due o tre club di Premier League, che ci permetterà di eseguire le transazioni più rapidamente e quindi servire più clienti. Un aspetto da non sottovalutare visto che a differenza dell’hockey, nel calcio abbiamo solo una pausa da sfruttare».
A proposito di spettatori, qual è stata la risposta del popolo bianconero in una fase di avvicinamento alla nuova stagione perturbata inizialmente oltre che dal Covid anche dal mancato cambio di proprietà? «Direi buono, anche se non avevamo dubbi vista la dimostrazione di attaccamento che avevamo già ricevuto dai nostri tifosi con l’adesione significativa all’iniziativa cuore bianconero, con in pratica il 93 per cento degli abbonati che avevano rinunciato al rimborso dell’abbonamento (praticamente inutilizzato visto che a fine ottobre gli stadi erano nuovamente stati chiusi al pubblico, ndr). Per cui ci aspettiamo di arrivare attorno al migliaio di abbonati, come appunto nella passata stagione in cui per colpa del Covid ne avevamo persi circa 300 rispetto all’anno prima. Non sappiamo ancora se potremo contare sulla presenza all’interno dello stadio dei ragazzi della curva, in quanto come un po’ tutte le tifoserie organizzate della Svizzera sembrerebbero intenzionati per protesta a boicottare le partite. Noi speriamo ancora di poter contare sul loro sostegno, più che per la perdita di introiti per la società, per la squadra».
C’è poi il delicato discorso legato agli sponsor… «Alcuni purtroppo stanno pagando la coda lunga del Covid e sono un po’ in difficoltà, con evidenti conseguenze anche per noi. Fortunatamente però gli sforzi degli ultimi anni ci hanno permesso di trovare nuovi clienti nonostante la situazione difficile e questo è positivo. I nostri partner stanno inoltre apprezzando molto il nostro lavoro sul digitale e stanno dirottando in quell’ambito gli investimenti: abbiamo ad esempio delle sponsorizzazioni per il live-streaming del prepartita, altre per le varie grafiche nel giorno dei match (ad esempio le formazioni delle squadre). Sempre in questa direzione abbiamo inoltre effettuato un investimento importante che si concretizzerà alla fine di ottobre con la posa (lato Sud, ma non dove c’è già il tabellone elettronico, ndr) e la messa in funzione di un maxi schermo da 40 metri quadri, che ci permetterà sia di aumentare i ricavi legati alle sponsorizzazioni, sia di migliorare l’animazione all’interno dell’impianto».
Come dire che Cornaredo è (quasi) pronto, ora mancano i tifosi, ai quali per domenica Pedroni lancia un ultimo appello: «Sarebbe bello vederli indossare la maglia speciale ricevuta per aver aderito all’iniziativa cuore bianconero e colorare così lo stadio con i nostri colori».