Dietro la fresca campionessa europea dei 60 m c’è una ragazza che nonostante i successi non ha perso valori quali la disponibilità, l’umiltà e la famiglia
«Per favore, sottolinea che sono di Bignasco, mia nonna sarà contenta». Dietro la campionessa Ajla Del Ponte c’è anche questo. Disponibilità, umiltà e valori come la famiglia, con la voglia di far felice nonna Anita messa davanti a tutto il resto in un’intervista di qualche anno fa, una delle prime con il nostro giornale, quando ancora di strada Ajla ne aveva da percorrere per farsi conoscere e arrivare dov’è adesso, ossia ai vertici dell’atletica europea e mondiale. E non è certo un caso che l’esplosione definitiva del suo talento sia avvenuta in una scorsa estate, quella 2020, che per colpa della pandemia ha preparato prevalentemente a casa, in Ticino, allenandosi con il fratello Karim (giocatore di hockey professionista dei Rockets che quest’anno ha debuttato, a 23 anni, anche con l’Ambrì) per i boschi del Locarnese e passando in generale più tempo vicino alla sua famiglia, lei che solitamente si divide tra appunto il Ticino, Losanna (è iscritta alla facoltà di Lettere dell’Università della città vodese) e l’Olanda (dove c’è il suo mentore Laurent Meuwly), senza dimenticare le puntate in Sudafrica per i vari campi d’allenamento.
Un’importanza quella data agli affetti e al sostegno di chi le vuole bene sottolineata anche attraverso la richiesta di aiuto per creare, proprio in occasione dell’appuntamento con gli Europei indoor di Torun, una nuova playlist di canzoni che l’ha aiutata allo stesso tempo a gestire la tensione e a caricarsi. Tanto che appena dopo essere stata incoronata regina d’Europa dei 60 metri, con un ginocchio sanguinante, il volto rigato dalle lacrime e un turbinio di chissà quante e quali emozioni nel cuore e nella testa, la 24enne valmaggese non si è dimenticata di ringraziare famigliari, amici e fan, sottolineando come «erano in pista con me e spero che abbiamo sentito le stesse emozioni».
Sì, Ajla Del Ponte è soprattutto questo. Prima forse del talento, del duro lavoro, delle vittorie, c’è una ragazza della porta accanto, della valle e del Ticino. La cui forza principale è proprio quella di essere sempre rimasta quella ragazzina che correva perché le piaceva, che non ha mai smesso di farlo con il sorriso anche quando da giovanissima non vinceva (quasi) mai e che rimarrà semplicemente Ajla – da Bignasco – anche adesso che di gare ne vince, eccome se ne vince.