I contorni dell'assurdo festino notturno alle Medie 1 di Locarno, che ha portato alla denuncia penale di 7 persone (e alla sospensione dell'insegnante)
L'influencer come una sorta di sovrano, con tutto il suo seguito di nani e ballerine (soprattutto queste ultime), una scorta maxi di champagne del più pregiato e la granitica intenzione di festeggiare tutta la notte, non solo a base di bollicine.
Passi, considerato il “parterre”. Del tutto incomprensibile è che ciò possa accadere nei locali di una scuola pubblica, nello specifico la Media 1 di via Varesi a Locarno, che con determinati ambienti c'entra come i proverbiali cavoli a merenda. Eppure è proprio lì che è andato in scena lo strampalato festino notturno, in un tripudio di Dom Perignon, magliette attillate e minigonne; festa la cui cronaca è naturalmente stata consegnata ai social, dove per tutta la giornata ha continuato ad impazzare garantendo celebrità ai protagonisti, ma anche prefigurando guai seri per un giovane docente ticinese che avrebbe funto da “gancio” (ha le chiavi, visto che vi insegna) per appropriarsi dei locali della scuola locarnese e trasformarli in un “club” qualsiasi.
Unitamente al docente, protagonista principale dell'incredibile fatto di cronaca è Davide Lacerenza, imprenditore e influencer milanese, noto per gli eccessi e le mattane che lo hanno eletto fra i grandi della sua categoria secondo i criteri di valutazione del popolo della rete. Parliamo di un galletto da 213mila follower su Instagram, personaggio capace di sfuggire al confinamento lombardo in piena “zona arancione rinforzato” per recarsi in Svizzera con 20mila franchi di champagne in auto, e capiti quel che capiti.
A quanto si è capito la prima intenzione di Lacerenza & Co. era limitare l'uscita fuori porta alla prima destinazione, ovverosia Giubiasco, dove all'albergo La Tureta erano state prenotate con un certo anticipo alcune camere, cui poi se ne sono aggiunge altre per eccesso di ospiti. Come ha raccontato alla “Regione” la proprietaria e direttrice dell'hotel, Bettina Doninelli, «alcune camere erano state prenotate prima, poi però al momento del “check-in” si sono presentate più persone ed è stato necessario aggiungerne. Tutte, comunque, pagate regolarmente». Alla Tureta la combriccola, com'era suo diritto, ha chiesto da mangiare e da bere. Doninelli non era in albergo in quel momento, ma sa che «sono stati fatti accomodare nei locali comuni in tavoli da 4, secondo le normative Covid. Quindi distanze rispettate e tutto il resto». Ma la cena avrebbe cominciato a trascendere dopo le 22, motivo per cui all'influencer e il suo seguito sono state date due possibilità: andarsene in camera tranquilli a dormire, oppure riparare altrove. Hanno scelto la seconda. Secondo la direttrice, «fondamentalmente erano persone educate, anche se a un certo punto le indicazioni delle nostre ragazze alla ricezione e dei camerieri entravano da un orecchio ed uscivano dall'altro. Così è intervenuto mio marito per mettere le cose a posto».
Ma tolto il problema da una parte, se n'è creato uno decisamente più grosso altrove. Nello specifico alle Medie di Locarno 1. L'unica cosa chiara di questo cambio di programma con trasferta sulle sponde del Verbano è che l'accesso alla scuola è stato in qualche modo facilitato da un docente che vi insegna. Non si sa in che modo sia stato contattato dagli esagitati milanesi; possibile ciò sia avvenuto tramite una conoscenza comune. Fatto sta che quanto successo nei locali della Media 1 è stato videoregistrato, intasando la rete con decine di filmati. In uno si vede Lacerenza che sobilla i suoi tirapiedi a sciabolare quante più bottiglie di Dom Perignon fosse possibile. Intercalando le azioni ad affermazioni da “truzzo”, l'influencer si muove con leggerezza fra i locali della scuola pubblica e fa da perfetto padrone di casa (fingendo tra l'altro imbarazzo quando uno del gruppo si accomoda al pianoforte della scuola su cui campeggia un foglio che invita a non utilizzarlo). Il tutto, sciorinando sicumera e conteggiando tappi che saltano. Da nostre informazioni risulta che i locali indebitamente frequentati sono stati due o tre e che tutto sommato, prima di andarsene, la combriccola si è presa la briga di rimettere tutto (più o meno) a posto.
Il gruppo di milanesi è tornato a Giubiasco di primo mattino, giusto in tempo per fare colazione. Ma invece della marmellata è arrivata la polizia, che ha fermato Lacerenza e altri personaggi del suo calibro per chiarire i contorni delle bravate in territorio ticinese e far loro passare la voglia di reiterare nella specialità della casa. A stretto giro di posta è arrivata un'altra conseguenza, per tutti più dolorosa, anche se inevitabile: il docente implicato è stato sospeso. La sua posizione dovrà essere chiarita a livello dipartimentale e anche dal profilo penale. L'insegnante risulta infatti fra le 7 persone denunciate sulla base dell'assembramento verificatosi a scuola. Unitamente al docente, che ha 40 anni, sono state individuate, fermate, interrogate e appunto denunciate una quarantenne cittadina svizzera, un 53enne e una 29enne cittadini svizzeri domiciliati nel Bellinzonese, nonché un 55enne, un 23enne e una 20enne cittadini italiani residenti in Italia. Il 55enne è Lacerenza, che è nato nel 1965.
L'ipotesi di reato nei confronti di tutti quanti è di contravvenzione all'Ordinanza sui provvedimenti per combattere il coronavirus (Covid-19). Il 40enne, il 55enne, il 23enne e la 20enne devono pure rispondere di contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. A carico del 23enne vi è inoltre l'addebito di infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti. Non bastasse, il 40enne dovrà inoltre rispondere di guida in stato di inattitudine, mentre nei confronti di Lacerenza l'Amministrazione federale delle dogane ha rilevato una serie di infrazioni che sono state sanzionate con una multa.
Veemente è stata la reazione del Dipartimento educazione, cultura e sport di fronte alla violazione degli spazi della scuola. In un nota si parla apertamente di “gravi atti vandalici” che il Decs “stigmatizza”, sottolineando di aver subito denunciato i fatti alle autorità inquirenti. Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento, e Anna Zaninelli, capo dell'Ufficio dell'insegnamento medio, raggiunti dalla “Regione” non hanno voluto aggiungere altro.
Dell'insegnante si sa che è originario di Gordola, è figlio di un ex politico locale, nonché l'ultima persona da cui era lecito attendersi il coinvolgimento in una situazione simile. Da chi lo conosce il 40enne viene infatti descritto come un brillante, spesso pronto a far festa (già a partire dall'ambito universitario) ma assolutamente in grado di gestirsi. Unanime è lo sconcerto per il fatto che sia scivolato così in basso, mettendo a repentaglio una carriera professionale.
Non volendo, per comprensibili motivi, commentare alcunché l'attuale direttore della Media di Locarno 1, Benno Blättler, la “Regione” ha raggiunto il suo predecessore Daniele Bianchetti, che lungamente ha lavorato con il docente in questione. «Posso parlarne soltanto in bene. È un insegnante preparato ed entusiasta, molto amato dai colleghi, dagli allievi e dalle famiglie. Personalmente non so capacitarmi di questa situazione, che per la scuola assume contorni impegnativi. Si costruisce tantissimo – nello specifico anche proprio con l'aiuto del collega ora coinvolto in questa brutta faccenda –, poi succede una cosa simile e bisogna quasi ricominciare daccapo, in primo luogo con i ragazzi e poi anche con le famiglie, che giustamente si fanno delle domande. Una commissione d'inchiesta dovrà valutare la fattispecie, che è senza dubbio incresciosa, e lo farà certamente con cognizione di causa. La mia personale speranza è che si tenga conto dell'oggettivo valore del docente e di quanto di buono ha fatto finora».
Non si sono fatte attendere neppure le reazioni dalla politica. Il gruppo Plrt in Gran Consiglio, a firma Michela Ris, condanna in un'interpellanza “la profanazione dell'istituzione scolastica, grazie alla presenza di un docente”, che secondo il gruppo deve essere “licenziato con effetto immediato”.