Il sindacalista: ‘Queste nuove modalità di fatturazione rendono l’ufficio postale sempre meno attrattivo’
"Gentile cliente, dal prossimo mese, se effettuerà il pagamento delle fatture presso un ufficio postale le verranno addebitate le spese….". Sempre più persone ricevono queste comunicazioni da varie aziende come per esempio assicurazioni e compagnie telefoniche. Ma queste aziende possono richiedere questa tassa? Sì, e l’hanno sempre fatto. Solo che molti di noi non lo sapevano. «Il consumatore ha sempre pagato i costi fatturati dalla Posta per i pagamenti ai suoi sportelli», ci spiega Laura Regazzoni Meli, segretaria generale dell’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (Acsi). «Questi costi erano però compresi nelle fatture emesse dalle varie aziende come succede per altri costi amministrativi. Li pagavano dunque tutti i consumatori, indipendentemente se si recavano o meno alla Posta». Dunque chi paga le fatture online è certamente contento di non dover più pagare automaticamente questa tassa. E gli anziani? Sicuramente alcuni hanno difficoltà con le tecnologie ma «non bisogna pensare che tutti gli anziani non siano in grado di pagare le fatture online. Però è vero che c’è una parte di popolazione che non ha l’abitudine a effettuare i pagamenti online. Durante il lockdown però, volenti o nolenti, in tanti ci siamo un po’ adattati a questo tipo di versamenti», afferma Regazzoni Meli, ricordando che l’e-banking non è l’unico modo per pagare una fattura senza creare costi a chi riceve i pagamenti, come per esempio la spedizione delle polizze di versamento alla banca. Per l’Acsi la questione di maggiore importanza è la trasparenza: «Bisogna chiedere, a chi vuole le fatture cartacee e effettua i pagamenti alla Posta, un prezzo corretto che non vada al di là dei costi effettivi. In sostanza non devono guadagnare su queste prestazioni», dice Regazzoni Meli.
Vedere i costi per il pagamento allo sportello Postale come una spesa extra può avere delle conseguenze: «Queste nuove modalità di fatturazione rendono l’ufficio postale sempre meno attrattivo», afferma Marco Forte responsabile della sezione Ticino e Moesano del sindacato syndicom. «Gli uffici postali, oltre ad assicurare posti di lavoro, sono anche essenziali per le persone anziane che non hanno dimestichezza coi mezzi digitale – spiega Forte –. Inoltre sono un importante punto di riferimento nelle zone periferiche». L’importanza, quella della presenza di uffici postali sul territorio, che si scontra, secondo il sindacalista, con una politica contraddittoria del gigante giallo. «In Ticino sono ancora previste delle chiusure di uffici postali entro fine anno. Nel frattempo La Posta ha annunciato che da quest’anno vuole investire negli stessi attraverso la ricerca di nuovi servizi da offrire negli uffici. Questo attraverso collaborazioni con altri enti».
Per Marco Scossa, portavoce della Posta, non c’è mai stata una politica volta a disincentivare le persone a recarsi all’ufficio postale con l’obiettivo di chiuderne alcuni, come recrimina Marco Forte. «Si tratta di un’affermazione priva di fondamento. Piuttosto sono le mutate abitudini della clientela in generale e la crescente digitalizzazione a comportare una diminuzione nella domanda dei servizi presso le nostre filiali tradizionali», ha spiegato Scossa. «La Posta, come annunciato, intende stabilizzare la propria rete di filiali gestite in proprio a circa 800. Per quanto riguarda il Ticino, va premesso come negli ultimi 3-4 anni siano state completamente ristrutturate ben 13 filiali gestite in proprio, installati 7 nuovi apparecchi automatici MyPost24 e 2 nuovi punti di accettazione per clienti commerciali». Riguardo alle nuove collaborazioni Scossa si esprime così: «La Posta deve erogare servizi con le proprie forze, e affinché ciò sia possibile deve realizzare nuovi ricavi anche nella rete postale per stabilizzare il deficit crescente. La Posta crede fermamente che un’apertura delle filiali e dei loro servizi alle aziende svizzere prive di una propria rete di filiali possa essere un valido contributo alla riduzione di tale deficit. Per quanto riguarda le aziende pensiamo, ad esempio, alle assicurazioni, alle banche, alle casse malati, alle aziende del settore sanitario e agli enti pubblici. In tal senso, apriremo la rete delle filiali gestite in proprio alle aziende di servizi e agli enti di pubblica utilità, integrando prestazioni complementari utili per la vita quotidiana».
A cambiare sarà anche il servizio a domicilio: «A partire da marzo verrà introdotto un sistema digitalizzato che funzionerà per mezzo di smartphone, pc e tablet. Un problema, dato che le persone a usufruire maggiormente di questo servizio sono anziane», dice Marco Forte di syndicom. «L’obiettivo della Posta è quello di facilitare la vita della propria clientela – dice il portavoce della Posta –. Il servizio a domicilio permette di effettuare le proprie operazioni postali come spedire lettere e pacchi, prelevare denaro, acquistare francobolli o pagare fatture. «Per segnalare alla postina o al postino la richiesta di una prestazione postale, fino a oggi i clienti applicavano una targhetta in plastica sulla propria cassetta delle lettere. Ora il servizio a domicilio digitale metterà a disposizione tre diverse alternative, che progressivamente sostituiranno la targhetta in tutto il paese: si potranno ordinare le prestazioni online tramite smartphone, tablet o computer, oppure utilizzando una penna per ordini (uno strumento che via onde radio permette di prenotare il servizio richiesto scansionando lo specifico codice da una lista appositamente fornita), o ancora telefonando semplicemente al Contact Center della Posta».