Fra soffiate, ricorsi preannunciati e critiche al Municipio di Lugano si fa burrascosa la rotta verso la gestione privata dello scalo
Si fa sempre più serrato il braccio di ferro per la gestione privata dell'aeroporto di Lugano-Agno. Avanti così fioccheranno le denunce, non solo i ricorsi contro la scelta del Municipio di Lugano di due gruppi: gli "Amici dell’aeroporto" (capofila Sir Lindsay Owen-Jones rappresentato dall’avvocata Giovanna Masoni Brenni, partecipanti Ceresia Holding Sa e Investindustrial Services Sa facente capo alla famiglia Bonomi rappresentata dall'avvocato Fabio Soldati) e la cordata Marending-Artioli and Partner (Rolf Marending/Stefano Artioli). L'ultimo colpo ci è parso però sotto la cintura.
Parliamo della consegna del rapporto del gruppo di lavoro incaricato dall'esecutivo cittadino di esaminare le sette proposte (poi ridotte a sei per l'unione fra due cordate) giunte dopo 'Call for expression of interest' al 'Caffé' che nell'edizione di domenica ne ha dato ampio risalto. Un colpo addirittura annunciato, stando al sindaco di lugano Marco Borradori, e architettato con l'intento di screditare l'altra cordata che avrebbe avuto un trattamento di favore da parte dell'esecutivo ottenendo una proroga per presentare la richiesta di garanzia finanziaria (10 milioni di franchi a versare su un conto corrente bancario). Per l'imboccata, basta chiedersi cui prodest, o meglio, chi aveva e ha interesse a fare in modo che il rapporto, che aveva indicato gli Amici quale unico gruppo a meritare di essere scelto, diventasse di dominio pubblico? In realtà, spiega il sindaco, il gruppo tecnico ha deciso autonomamente il termine del 18 dicembre, mentre il Municipio, a cui spettano le decisioni politiche, dopo le audizioni ha deciso di concedere cinque giorni al gruppo Marending/Artioli and Partner per fornire la garanzie bancarie. Da parte di quest'ultima cordata, ad aggiungere benzina sul fuoco, sono giunte sul tavolo di Palazzo civico le insinuazioni relative alla parzialità del gruppo di lavoro. Si spera che l'incendio si plachi in vista del coinvolgimento del Consiglio comunale che, lo ricordiamo, sarà chiamato a dare il via libera all'avvio delle trattative con uno o entrambi i gruppi.
Intanto, è bene ricordare che i nomi di Sir Lindsay Owen-Jones e di Andrea Bonomi sono emersi pubblicamente manifestando interesse per gestire l'aeroporto nell'ottobre 2019. E lo scalo avrebbero dovuto finire nelle loro mani direttamente. Tanto che nel primo gruppo di lavoro c'erano anche l'avvocata Giovanna Masoni e il sindaco di Lugano Marco Borradori. Prima e dopo quel periodo burrascoso per possibile lancio di un referendum e le polemiche legate ai cinque milioni di franchi di crediti postergati che il Municipio aveva dato alla Lugano Airport Sa (Lasa) senza informare il Consiglio comunale, altri gruppi si sono tuttavia fatti avanti. Fra questi, oltre a Tarchini e Kessel, anche l'imprenditore Stefano Artioli che non ha però pubblicizzato il proprio interesse sui mezzi d'informazione. Per questa ragione il Municipio ha voluto indire la 'Call for expression of interest' e il sindaco e l'avvocata sono usciti dal gruppo di lavoro, nel frattempo ricostituito. In questa vicenda, pare che tutti si siano dimenticati di fare i conti con l'oste, in questo caso pure proprietario: l'imprenditore Dario Kessel che critica entrambi i gruppi e preannuncia battaglia a suon di ricorsi.