Il Municipio ratifica la decisione della giuria che ha premiato il progetto di riqualifica del sedime firmato dallo studio luganese Durish+Nolli
Si chiama Campus Matrix. È il nome attribuito al progetto a cui la giuria ha assegnato il 1° premio per la riqualifica dell’ex macello di Lugano. Un progetto disegnato dallo studio di architettura Durisch+Nolli Architetti Sagl (capofila) che ha la propria sede a Massagno. Verrà realizzato congiuntamente al gruppo interdisciplinare di specialisti composto da Ingeni Ag, Ifec Ingegneria Sa e WestpolLandschaftsarchitekten. Nella seduta di oggi, il Municipio di Lugano ha ratificato tale scelta. A seguito delle disposizioni per limitare la diffusione del contagio, l’esposizione dei progetti presentati si terrà online, dal 18 dicembre. Al concorso internazionale di architettura per il recupero di uno dei pochi esempi di architettura industriale (risalente al 1910) ancora presenti in città, pubblicato il 5 ottobre 2019, si sono iscritti 123 studi di architettura provenienti da Svizzera, Spagna, Portogallo, Germania e Olanda. I progetti consegnati entro il termine previsto sono stati 82. La giuria ha valutato tutte le singole proposte lo scorso mese di maggio, selezionando nove progetti ammessi alla seconda fase del concorso.
«Il progetto è molto bello e interessate, segnerà il futuro della città - ha dichiarato il sindaco di Lugano Marco Borradori -. Valorizza una zona pregiatissima e centrale all'interno del comparto universitario dando corpo e forma alla riqualifica del nuovo disegno urbano incentrato attorno al fiume Cassarate. L'ex macello diventerà così un luogo di aggregazione vero e proprio, permeabile e aperto a tutta la cittadinanza». Come noto, gli attuali occupanti dell'ex macello - il centro sociale insediato in circa la metà degli spazi con il benestare di Città e Cantone e attraverso una convenzione siglata fra le parti 18 anni fa - non potranno più rimanere nel futuro sedime. Come e quando ne usciranno è una questione aperta tutta da determinare. Nel frattempo, ha proseguito il sindaco, «il Municipio resta in attesa dei rapporti della Polizia cantonale e di quella cittadina in merito all'eventualità di sgomberare le parti occupate dell'ex macello». L'auspicio formulato da Borradori è che «il progetto possa essere realizzato senza eccessivi intoppi dovuti a opposizioni e ricorsi».
Restano peraltro una paio di altre questioni da approfondire, prima che l'esecutivo cittadino allestisca il messaggio con la richiesta di credito di progettazione all'indirizzo del Consiglio comunale. Dopo aver ricordato l'iter, a partire dallo studio di fattibilità risalente al 2016, Cristina Zanini Barzaghi, titolare del Dicastero immobili ha spiegato che per i prossimi passi «si dovrà approfondire le sinergie con l'Usi per consolidare i contenuti residenziali (previsti un'ottantina di posti letto), poi bisognerà incontrare i responsabili dell'Ufficio beni culturali del Cantone per avere la conferma del rispetto dei vincoli di tutela del progetto visto che l'ex macello è un bene culturale e legare il discorso al futuro insediamento di un edificio a pigione moderata previsto lungo via Lambertenghi». Dal canto suo, il rettore dell'Usi Boas Erez che è stato membro della giuria, ha definito «amabile» il progetto vincente rallegrandosi del fatto che il concorso sia stato vinto da uno studio di architettura luganese. Il rettore ha inoltre garantito, nel limite della sua possibilità, «il sostegno dell'università alla progettualità» auspicando maggiori interazioni fra l'Usi e il tessuto urbano.
Il complesso dell’ex Macello, dicevamo, è uno dei pochi esempi di architettura industriale ancora presenti a Lugano. L’edificio centrale, con le sue ampie sale, costituisce un elemento di pregio architettonico e storico. Il progetto di recupero del comparto valorizzerà le qualità architettoniche degli edifici esistenti, attribuendo ai volumi nuove funzioni qualificanti lasciando trasparire la vocazione industriale, completando il complesso con un corpo residenziale. L’obiettivo è riqualificare un’area con elevato potenziale di contenuti sociali e aggregativi. Lo spazio si trova infatti in una posizione centrale rispetto all’Usi, al nuovo campus Usi/Supsi e al futuro polo turistico congressuale previsto al Campo Marzio nord. Il sedime avrà una nuova entrata, mentre il nuovo edificio che sarà realizzato in legno, destinato alla residenza universitaria, diventerà l'elemento caratteristico del nuovo complesso.