Continuiamo a condurre la vita di prima, amandola e onorandola secondo le nostre regole della civile convivenza e dello stato di diritto
Leggere in un comunicato stampa della Polizia cantonale che l’aggressione avvenuta alla Manor di piazza Dante a Lugano (in pieno centro e a due passi dal Municipio) porta gli inquirenti a non escludere motivazioni terroristiche fa raggelare il sangue. È la prima volta che tale sospetto alita sul nostro piccolo Ticino e che la Fedpol, di conseguenza, sta verificando a fondo la matrice del gesto. Il recente caso dell’accoltellamento di Morges ci fa però dire che tutto è possibile.
Quanti di noi si chiederanno, quindi, se un normalissimo atto quotidiano, come il recarsi in un centro commerciale, l’andare a fare la spesa, il frequentare un mercato, sia veramente diventato potenzialmente pericoloso. Sgomento e incredulità dominano ed è giusto che si sappia esattamente come stanno le cose. In ogni caso, il timore sospeso nell’aria è (purtroppo) già un primo effetto concreto del fatto di sangue avvenuto al quinto piano del supermercato luganese. Se poi quella frase messa nero su bianco dalla polizia ‘non si escludono motivazioni terroristiche’, dovesse effettivamente trasformarsi in una conferma – ossia nella certezza che alla base dell’accoltellamento e dell’aggressione ci sono motivazioni terroristiche – ecco che di colpo nella nostra pacifica (e fin qui piuttosto sicura) realtà avrà fatto il suo ingresso quanto abbiamo fino ad ora visto emergere – in forme evidentemente più dirompenti – distante da noi in alcune grandi capitali europee e in altre città del continente. Ultima in ordine di tempo Vienna.
Se così fosse, sarebbe dura per una comunità già alle prese (come tante altre) con gli effetti negativi del Covid-19 metabolizzare anche questa ‘novità’.
La nostra umana solidarietà va alle donne colpite, ma anche alla Manor che potrebbe non essere stata scelta a caso. Come in tutti gli episodi successi altrove, andrà dimostrata nei fatti la nostra volontà di rialzarci, di non farci influenzare e men che meno dividere. Vedremo.
Se di puro atto criminale si tratta, andrà condannato e per questo c’è la magistratura. Se invece di atto terroristico si tratta, verrà condannato dalla giustizia, ma toccherà alla nostra comunità ribadire a voce alta che violenza e barbarie non l’avranno mai vinta.
Cari lettori, quale migliore risposta: continuiamo a condurre la vita di prima, amandola e onorandola secondo le nostre regole della civile convivenza e dello Stato di diritto di cui possiamo andare fieri. Uno Stato di diritto che non lascia scampo a chi semina odio.