La Città, la prima in Ticino, dovrebbe presto ricevere il riconoscimento del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia
Arbon, Arlesheim, Baden, Basilea, Beringen, Berna, Blauen, Fehraltorf, Flawil, Frauenfeld, Freienwil, Hitzkirch, Ginevra, Grenchen, Knutwil, Kriens, Laupendorf, Losanna... l’elenco asciutto di località svizzere potrebbe andare avanti fino a 44, tante sono le municipalità svizzere finora insignite della distinzione promossa da Unicef Svizzera e Liechtenstein ‘Comune amico dei bambini’. Un riconoscimento di cui presto dovrebbe fregiarsi anche Locarno, che sarà la prima città ticinese a riceverlo per il suo essere a misura di bambino.
«L’iniziativa ‘Comune a misura di bambino’ promuove in modo specifico progetti volti a migliorare le condizioni di vita dell’infanzia», spiega Jürg Keim, responsabile dell’Ufficio stampa di Unicef Svizzera e Liechtenstein. «L’educazione dei bambini è un processo che una comunità deve prendere in considerazione tenendo conto di tutti i settori della vita che li riguardano. Ovunque siano coinvolti gli interessi dell’infanzia, il bambino deve essere informato e il suo parere deve essere incluso e tenuto in considerazione», chiarisce.
Il marchio «è uno strumento che consente alle amministrazioni di orientare lo sviluppo urbano tenendo conto della Convenzione Onu sui diritti del fanciullo (approvata dalla sua Assemblea generale nel 1989; ndr): bambini e giovani hanno il diritto di essere adeguatamente curati, sostenuti e protetti. Generazioni che hanno altresì diritto a partecipare alla vita sociale».
L’iniziativa punta quindi alla concretizzazione dei principi della sopraccitata Convenzione a livello di ente locale: come accesso all’istruzione, prevenzione sanitaria, protezione contro violenza, abusi e sfruttamento. L’attenzione rivolta ai giovani abitanti deve basarsi su standard internazionali, affinché si possano creare le basi per una politica di rete per bambini e famiglie: «È in effetti a livello locale che gli effetti maggiori dei progetti volti a migliorare le condizioni di vita dell’infanzia si manifestano», precisa Keim.
La sensibilità verso l’infanzia si riflette perciò «nel modo in cui i diritti a protezione, promozione, parità di trattamento e ascolto sono attuati in vari settori, quali amministrazione e politica, scuola, servizi d’assistenza, protezione di bambini e giovani, salute, tempo libero e ambiente di vita», specifica.
Il riconoscimento, va da sé, viene conferito solo se il Comune risponde a una serie d’indicatori. L’iter per l’ente inizia «con un questionario online che riguarda vari argomenti, fra cui politica e amministrazione a misura di bambino, ascolto, protezione e prevenzione, educazione formale, infanzia e famiglia, attività del tempo libero, salute e sviluppo spaziale», elenca l’interlocutore. «L’obiettivo è quello d’individuare i punti di forza già esistenti, ma anche il potenziale di sviluppo. Successivamente, vengono organizzati eventi come workshop con bambini e giovani per capire quali siano i loro bisogni e le loro preoccupazioni». Sulla base dello svolgimento dei laboratori «viene formulato un piano d’azione».
E a quel punto? «Una persona esterna procede alla valutazione in loco del Comune e infine segue la decisione di una giuria di esperti che dichiara o meno se l’ente sia meritevole dell’etichetta ‘Comune amico dei bambini’».
Il marchio, chiarisce ancora il nostro interlocutore, prevede una procedura standardizzata supportata da esperti, questo permette di aumentare la sensibilità nei confronti dell’infanzia a livello comunale. Inoltre, «consente di analizzare la situazione in tutti i settori politici che riguardano bambini e giovani, mostrando quindi potenziale e margine di miglioramento. Ciò è utile come base di sviluppo per un’ulteriore pianificazione comunale, garantendo il coinvolgimento dei più piccoli e promuovendo la messa in rete dei diversi settori interessati». In più, il coinvolgimento diretto delle giovani generazioni, spiega Keim, permette loro d’identificarsi maggiormente con il luogo che abitano.
«Oltre all’osservanza e all'attuazione dei diritti dei bambini, il marchio – ed è un vantaggio – aumenta l’attrattiva del Comune insignito».
Nell’attesa del riconoscimento, nel futuro delle iniziative Unicef c’è la campagna di raccolta fondi per bambini bisognosi ‘Settimana delle stelle’: si ricorderà che tre sedi locarnesi – Saleggi, Solduno e Monti – vi hanno partecipato nell’inverno del 2018.
Quest’anno l’iniziativa giunge alla sua 17esima edizione e si svolgerà dal 20 novembre a Natale. In una trentina di giorni «saranno raccolte donazioni per le vittime della pandemia di coronavirus», precisa Keim. La pandemia, aggiunge, «ha ulteriormente aggravato la situazione dei bambini più vulnerabili del mondo. L’obiettivo della campagna di raccolta è quindi contribuire a garantire che vengano rafforzate le cure mediche di base, l’accesso all’acqua e ai prodotti per l’igiene e che i bambini possano continuare a imparare», chiosa il responsabile stampa di Unicef Svizzera e Liechtenstein. Dal 2004, oltre centomila bambini hanno raccolto circa sette milioni di franchi.