In risposta a un’interrogazione della Lega, l’esecutivo precisa che durante l’evento l’occupazione di area pubblica dipende dall'ente organizzatore
‘Sagra dell’uva, esercizi pubblici alla cassa due volte?’. È questo il titolo dell’interrogazione dei consiglieri comunali di Mendrisio Lorenzo Rusconi e Alessio Allio (Lega) alla quale il Municipio ha di recente fornito risposta. Agli interroganti premeva capire se fosse corretto che un esercizio pubblico che già paga annualmente un affitto per il suolo pubblico utilizzato debba pagare una seconda volta per poter disporre dello stesso spazio durante il tradizionale evento momò. La risposta è sì. “Secondo l’ordinanza municipale relativa alla Sagra dell’uva – scrive l’esecutivo – l’occupazione di un’area pubblica può avvenire unicamente alle condizioni dettate dall’ente organizzatore. Non fanno stato le autorizzazioni annuali o stagionali”.
Il Municipio – in risposta all’adeguatezza dell’ordinanza – precisa inoltre che “il numero di persone presenti per le vie di Mendrisio durante una manifestazione come la Sagra dell’uva è notevolmente maggiore rispetto a un normale fine settimana di settembre. L’indotto generato dall’evento è quindi indubbiamente accresciuto grazie al lavoro svolto dal Comitato preposto, che si occupa di tutti gli aspetti organizzativi relativi all'evento e che può quindi disporre dello spazio pubblico del nucleo”. In aggiunta, commenta l’esecutivo, “non sono pervenute lamentele da parte di esercenti o commercianti dopo la manifestazione”.
Nel 2024, il Comitato della Sagra si è occupato di incontrare uno per uno gli esercenti presenti all'interno del sedime della manifestazione per discutere il ‘danno’ economico causato dalle mancate entrate della manifestazione. “Non spetta al Municipio quantificare la mancata entrata – come invece chiedevano gli interroganti, ndr –, ma la cifra richiesta agli esercizi pubblici che decidono di aderire alla Sagra utilizzando anche uno spazio esterno risulta essere equa e in linea con la portata dell’evento”.