Bellinzonese

Ex Petrolchimica di Preonzo, primo milione per lo sgombero

Luce verde del Cc di Bellinzona al credito chiesto dal Municipio per eliminare le strutture ancora presenti

I consiglieri sono tornati a riunirsi a Palazzo Civico, con tanto di mascherina e banchi distanziati (Regione)
28 settembre 2020
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Altro passo concreto, nel lungo cammino avviato due anni fa, verso la bonifica del sedime ex Petrolchimica di Preonzo. Questa sera a larga maggioranza (45 sì, 3 no e 5 astenuti) il Consiglio comunale di Bellinzona – tornato a riunirsi a Palazzo Civico con tanto di mascherina e banchi distanziati dopo la doppia parentesi alla palestra di Sementina – ha infatti concesso al Municipio il credito di 1,04 milioni necessario ai lavori di sgombero delle strutture superficiali. Il Cantone avvierà successivamente analisi approfondite volte a comprendere l’estensione esatta dell’inquinamento nel sottosuolo, i cui risultati indicheranno quale opera di bonifica occorrerà effettuare (costo previsto 20-25 milioni) per riportare in salute il comparto che a suo tempo la Gerre Sa di Locarno, facente parte del gruppo Piero Ferrari, aveva ritirato all’asta per 120mila franchi. Da allora sono trascorsi 15 anni, la società anche per i noti problemi della sovrastante frana del Valegion non ha potuto avviare l’attività di deponia immaginata, ma al contempo si è esteso nel sottosuolo l’inquinamento da idrocarburi causato dall’attività di raffineria portata avanti dalla Petrolchimica per una quarantina d’anni fino al 1996. Quanto all’onere della bonifica, la Commissione dell’edilizia confida che qualora fossero ancora possibili azioni giuridiche contro gli inquinatori, il Municipio si faccia parte attiva per ottenere ogni risarcimento; stessa richiesta viene fatta dai Verdi. La commissione auspica altresì che se i lavori di risanamento dovessero aumentare il valore dei fondi sottoposti a bonifica, “una congrua parte delle spese sostenute venga accollata ai proprietari” attuali, ossia la Gerre Sa.

Cosa dice la legge

La Legge sulla protezione dell'ambiente statuisce che chi è all'origine di un inquinamento deve anche sopportarne le spese di risanamento. In tal modo è chiamato in causa in primo luogo il cosiddetto 'perturbatore per comportamento' (ossia il responsabile dell'inquinamento) e soltanto in secondo luogo il 'perturbatore per situazione' (vale a dire il titolare). Quanto all'esecuzione dei lavori, inizialmente si era ipotizzato di affidarla alla Gerre Sa; poi, dopo discussioni con la stessa Sa e con la Sezione cantonale protezione acqua, aria e suolo, si è convenuto di affidare la committenza alla Città, anche per approfittare appieno dei sussidi cantonali e federali. Di qui la richiesta di credito.

Il dibattito

Alberto Casari (Sinistra) ha lanciato critiche all'area liberale-radicale: «È opportuno – ha chiesto senza usare mezzi termini – che lo studio d'ingegneria, cui è affidata la progettazione di questa fase di sgombero, continui a ricevere mandati diretti dal Municipio? Si tratta dello stesso studio che in base agli audit sui noti sorpassi di spesa comunali sembra avere qualche responsabilità nella gestione del progetto Policentro di Pianezzo. C’è il dubbio che abbia beneficiato di canali privilegiati quando certi legami d’interessse, in determinati contesti, devono semmai essere messi da parte». Dal canto suo Luigi Calanca anche a nome di Giulio Deraita (indipendenti) ha motivato il proprio ‘no’ criticando la passività con cui si ipotizza di andare a chiamare alla cassa chi ha inquinato. Monica Soldini ha motivato l’astensione dell’Mps: «La Città riceve una pesante eredità i cui responsabili sono gli stessi partiti che hanno gestito la questione in passato con l’avallo cantonale. Quanto a questo Legislativo, un anno fa ha rifiutato la nostra risoluzione che andava nella stessa direzione di quanto chiede oggi la Gestione. Si è perso un anno di tempo, senza che si sia fatto nulla per coinvolgere i responsabili dell'inquinamento». L’ex sindaco di Preonzo Fabio Pasinetti (Plr) si è detto dispiaciuto di aver portato in dote alla città questo problema: «L’allora Municipio, prima dell'aggregazione, aveva comunque tentato di trovare soluzioni, purtroppo invano». A nome dei Verdi, Marco Noi ha spronato il Municipio a mai più subire le situazioni e ad agire quando ha ormai le spalle al muro: «Le future generazioni meritano un atteggiamento ben diverso».

La replica del sindaco

Il sindaco ha risposto ai punti sollevati: «Si tratta di una ferita – ha detto Mario Branda – tutt’oggi sanguinante, una situazione incresciosa che va ora affrontata con un passaggio alla cassa dell’ente pubblico, con sussidi federali e cantonali pari all’80% e una frazione del restante 20% a carico della Città. Una valutazione legale se chiamare il perturbatore alla cassa sarà fatta insieme al Cantone nel momento in cui si stabilirà l’onere di bonifica». Quanto al ruolo dello studio d'ingegneria, «invito alla prudenza nell’utilizzo di certi termini: in questo ambito ha progettato lo sgombero svolgendo il compito affidatole in modo corretto».