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Aeroporto di Lugano e piano sociale, è ‘scaricabarile’

Fino a qualche mese fa, (quasi) tutti a difesa del personale senza lavoro, ora altro rinvio fra ‘rimpalli’ di responsabilità e il Cantone che nicchia

Disaccordi anche sul piano sociale (Ti-Press)
1 luglio 2020
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Ennesima brutta figura della politica cittadina sulla peraltro tribulata storia recente dell'aeroporto. Stavolta, non si è riusciti a trovare l'accordo sul piano sociale destinato alla quarantina di dipendenti che saranno lasciati a terra non essendo stati inclusi nella gestione dello scalo fino al passaggio dell'infrastruttura in mano ai privati. Eppure, fino all'emergenza Covid-19, appariva prioritaria la questione dei lavoratori della società di gestione dello scalo, la Lugano Airport Sa messa in liquidazione controllata. Tutti (o quasi) gli schieramenti politici si erano schierati a difesa del personale, buona parte del quale ha trascorso una vita (professionale) attorno alla pista di atterraggio luganese. Ora, invece, registriamo un altro rinvio della trattanda al prossimo autunno e assistiamo a un inedito 'scaricabarile'.

Sindacati dirottati dalla Gestione

Andiamo con ordine. Il piano per il quale il Municipio è disposto a mettere sul piatto mezzo milione di franchi è stato definito in base al Regolamento organico dei dipendenti della Città ma senza consultare le parti sociali. Dal canto loro, i rappresentanti dei sindacati Unia e Ocst, hanno richiesto una partecipazione più che raddoppiata commisurata alle reali situazioni del personale: in soldoni 1,36 milioni di franchi. La richiesta è stata presentata al gruppo di lavoro che sta guidando la liquidazione controllata di Lasa alla presenza di due municipali ma i rappresentanti dei lavoratori sono stati 'dirottati' dalla commissione della Gestione di Lugano che ne ha preso atto solo nella seduta di giovedì scorso ma non ha poteri esecutivi, può soltanto avanzare proposte. Risultato quasi scontato: inevitabile il disaccordo fra i commissari e nuovo rinvio della questione e di altri punti fondamentali del messaggio. Un rinvio non indenne da nuove polemiche e scontri politici che scalfiscono ancora l'immagine di Lugano.

Note stonate per i dipendenti senza lavoro

Dal punto di vista del Municipio, cambia davvero poco: il decreto esecutivo del Consiglio di Stato emanato in regime di lockdown consente la trattazione degli argomenti urgenti anche senza il preavviso del legislativo che potrà sempre ratificare in un secondo momento quanto già deciso. Perciò la Città può tranquillamente continuare a erogare crediti garantendo l'operatività ridotta dell'aeroporto. Come è successo per la procedura di messa in liquidazione di Lasa che il Consiglio comunale avrebbe dovuto approvare nella prossima seduta. Qualche perplessità dovrebbe sorgere invece dal profilo della legittimità democratica delle decisioni prese ma questo è un altro discorso che meriterebbe ulteriori approfondimenti. Note stonate per le orecchie di quei dipendenti di Lasa che attendevano risposte più confortanti da parte della politica e ora sono costretti ad aggrapparsi alla speranza che forse in autunno se ne arriverà a una.

Un'ulteriore nota discordante giunge da Palazzo delle Orsoline: il Cantone non vuole sganciare nemmeno un centesimo per il piano sociale. Come è stato sottolineato dal Consiglio di Stato, il governo non è obbligato a parteciparvi avendo una quota azionaria minima in Lugano Airport Sa (il 12,5%) ma fino a l'altroieri era disposto a salire al 40% (quando la 'minaccia' erano i referendum) parlando di aeroporto di rilevanza cantonale...

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