Patrizia Gianelli contesta la decisione parlamentare. Inammissibile intanto il ricorso al Tribunale amministrativo cantonale
Un primo ricorso al Tribunale federale (Tf) e un secondo al Tribunale cantonale amministrativo (Tram) per contestare sia la decisione con cui lo scorso 9 marzo il Gran Consiglio ha eletto Elisa Bianchi Roth nuovo pretore del Distretto di Riviera, sia la procedura parlamentare che ha preceduto tale nomina. È la doppia via giudiziaria intrapresa da Patrizia Gianelli, titolare della Pretura di valle per 9 anni dal 2011 (quando il Parlamento cantonale le accordò la fiducia, benché ritenuta non idonea dalla Commissione di esperti) fino al prossimo 31 maggio, quando il nuovo pretore inizierà il mandato decennale 2020-30. Nel frattempo il Tram ha ritenuto inammissibile il ricorso, mentre il Tf deve ancora pronunciarsi.
Il Gran Consiglio - come emerge dalla decisione del Tram - un mese fa ha deciso basandosi sul preavviso della propria Commissione giustizia e diritti (che proponeva la designazione di Elisa Bianchi Roth), la quale a sua volta ha fatto proprio il preavviso negativo espresso dal Consiglio della magistratura (CdM) sulla ricandidatura di Patrizia Gianelli. CdM secondo il quale “dal 2011 a fasi alterne, e dal 2016 in modo più costante e diffuso, ha dimostrato importanti carenze a livello sia gestionale, sia giurisdizionale per efficienza ed efficacia nella risposta della giustizia”. Nel rapporto 2018 del CdM, come scrivevamo nel maggio scorso, emergeva infatti la preoccupazione per gli importanti ritardi accumulati nella trattazione delle cause; una situazione non raddrizzatasi dopo il richiamo fatto nel 2016, pur considerando l'importante turnover del personale interno che ha pure influito negativamente sul corretto avanzamento degli incarti.
In effetti Patrizia Gianelli a inizio marzo ha scritto al presidente del Gran Consiglio evidenziando quelle che lei ha definito "gravi disfunzioni e inefficacia della Cancelleria della Pretura nello svolgimento delle proprie mansioni per diversi anni, tanto da aver influito negativamente sulla gestione ordinaria della Pretura, distogliendo forze lavorative sia al pretore, sia al segretario assessore". Lette queste giustificazioni, dal canto suo il presidente del Parlamento, ritenendo corretta la procedura fino ad allora adottata, ha respinto le richieste di annullare la data dell’elezione e di procedere all’audizione della candidata.
Dal canto suo il Tram ritenendo inammissibile il ricorso evidenzia che “né la Legge sull’organizzazione giudiziaria, né nessun’altra norma di legge cantonale istituisce un’autorità di ricorso in materia di elezioni di magistrati”. E che il diritto alla via giudiziaria sancito dalla Costituzione federale e dalla Convenzione europea per i diritti dell’uomo “non vale in assoluto” dal momento che “i Cantoni non sono tenuti a costituire un’istanza di ricorso per decisioni di carattere politico come lo è l’elezione di un magistrato da parte del legislativo”. Da qui il rinvio alla decisione che sarà emessa dal Tribunale federale. A prescindere da queste argomentazioni, il Tram ritiene comunque che il ricorso sarebbe votato all’insuccesso, non da ultimo perché possono essere impugnate “soltanto le decisioni adottate d’imperio dall’autorità per costituire, modificare o sopprimere diritti od obblighi”.
Nel ricorso Patrizia Gianelli contesta pure il fatto che il nuovo mandato decennale venga fatto partire al nono anno del proprio incarico, questo mentre la Costituzione cantonale sancisce che il periodo di nomina dei giudici è decennale. Il Tram ricorda tuttavia che secondo la Legge sull'organizzazione giudiziaria, quando un seggio diventa vacanze il nuovo magistrato viene eletto per il restante periodo di nomina. Ebbene, annota il Tram, la ricorrente "al momento dell'entrata in carica (luglio 2011) non ha sollevato obiezione alcuna; inoltre nel 2019 ha partecipato al concorso per il rinnovo della carica nel decennio 2020-30 incondizionatamente e senza riserve, sollevando dubbi unicamente quando è venuta a conoscenza del preavviso negativo" espresso nei suoi confronti "e dell'esistenza di altri candidati per il medesimo posto", temendo a quel punto di non venire rieletta. Un agire, secondo il Tram, "contrario al principio della buona fede", non avendo Patrizia Gianelli nel 2011 fatto tutto il possibile per eventualmente contestate già allora un atto da lei ritenuto lesivo del diritto.