In Consiglio comunale ha prevalso l'impegno a dare una mano all'ambiente. A favore Sinistra, Verdi, Ppd e Plr. Contro: Lega-Udc-Ind.
Dopo Lugano, Locarno (e Ginevra) anche Mendrisio ha deciso di mettere nero su bianco il suo impegno affinché si possa invertire la rotta dei cambiamenti climatici in atto. Questa sera il Consiglio comunale ha fatto sua a maggioranza (35 i sì, 8 i no e 8 astenuti) la risoluzione interpartitica proposta da Insieme a Sinistra, Verdi, Ppd e Plr. Un voto in cui confidavano anche i ragazzi dello Sciopero sul clima (assenti solo per impegni scolastici). Certo adesso ci si attende che alle parole seguano i fatti. Ora, ha esortato Gabriele Manzocchi (IaS), servono quelli. Anche perché la crisi ambientale (o l’emergenza, come ha preferito definirla Claudia Crivelli Barella dei Verdi) «non è più un’opinione». E un invito a un’azione concreta – obiettivo ridurre l’effetto del gas serra –, e in tempi stretti, è venuta pure da Evelyne Battaglia Richi che, a nome del Ppd, ha chiesto altresì al Municipio di «dotarsi di una strategia di comunicazione» efficace. Ciò che conta, d’altro canto, è avere il coraggio di affrontare insieme certi temi, ha detto Giovanni Poloni (Plr), dando forza alla dichiarazione.
Voce decisamente fuori dal coro, invece, quella del gruppo Lega-Udc-Ind. Quanto chiesto dalle altre forze, ha motivato a nome dei colleghi Nadir Sutter, rappresenta una «cambiale in bianco». Il timore dichiarato è che in nome del clima si avallino ritocchi a tasse e balzelli. Del resto, ha ribadito il consigliere, «equivarrebbe anzitutto a non riconoscere quanto già fatto da una città all’avanguardia da anni a livello svizzero e cantonale grazie a una maggioranza, non rosso-verde, ma indiscutibilmente verde sotto l’aspetto della riduzione dell’inquinamento». Il gruppo, insomma, ha preso le distanze da una risoluzione «portavoti», rivendicando una «sana, corretta, efficace protezione ambientale, migliorandola dove e come possiamo, al di fuori dalle religioni e dalle fedi». Una posizione che non ha mancato di sollevare il brusio dell’aula consiliare.
Sull’altro fronte, proprio le scelte operate in questi anni da Mendrisio, Città dell’energia Gold, e le intenzioni ancorate alle Strategie 2030 per uno sviluppo sostenibile, chiamano, documento alla mano, a fare un ulteriore passo avanti per “ridurre il gas a effetto serra e rendere più sostenibile la mobilità e la gestione delle risorse, ridurre la temperatura nelle aree edificate grazie ad alberature mirate e incoraggiando cittadini e cittadine ad adottare comportamenti individuali rispettosi dell’ambiente”, mettendo al contempo alla prova l’agire dell’ente pubblico nell’uso del suolo, lo smaltimento dei rifiuti, l’utilizzo delle energie fossili e nel dare la priorità a “progetti virtuosi, pragmatici e sostenibili, che combattano attivamente i cambiamenti climatici”. D’altro canto non si può dimenticare, ha richiamato Françoise Gehring, che anche in Svizzera di inquinamento si muore (si stima che in Ticino si contino 150 decessi all’anno).
A dimostrazione della volontà di rimboccarsi le maniche, quasi all’unanimità il legislativo ha dichiarato ricevibile la mozione promossa dai Verdi decisa a introdurre un bilancio ecologico e sociale. Il che darà modo di entrare appieno nel merito della proposta e di una politica dei fatti. L’elenco di scelte, progetti e iniziative che hanno caratterizzato gli ultimi anni della politica cittadina, ha passato in rassegna il sindaco Samuele Cavadini, è lungo.