Il titolare Claudio Scaramella sta smobilitando il negozio di musica. I suoi ricordi dai periodi di maggior successo fino alla crisi e alla... muffa
L’aveva annunciata un anno fa dando il via a una lunga procedura di svendita e donazioni. Ma Claudio Scaramella, 67 anni di cui una cinquantina dedicati al mondo della musica, concretizzerà definitivamente solo domani (sabato 6 luglio, ore 8-18) la chiusura definitiva del proprio negozio di dischi a Bellinzona. «L’ultima beccata del Pinguis!» esclama scherzosamente in mezzo a cumuli di LP e CD accatastati confusamente sul pavimento e sugli ultimi scaffali rimasti. Dietro alle vetrine di via Lodovico il Moro 15 sembra essere passato un tornado. All’ordine che regnava fino a poche settimane fa è subentrato un esercizio di selezione di quanto sarà destinato a vendite successive in occasione di eventi particolari, a donazioni per beneficenza e a un magazzino che verrà occupato nella Galleria dei Benedettini. Alla spicciolata compaiono sull’uscio i clienti storici, quelli che non lo hanno mai ‘tradito’ con un download di musica dal computer: ne approfittano per prelevare a prezzi modici parti di mobili, collezioni di Compact Disk e dischi in vinile. Non mancano gli abbracci, le pacche sulle spalle, i ‘grazie’ per sottolineare la sua disponibilità nel cercare nei meandri del mercato mondiale dischi rari, trovandoli.
L’inconfondibile aria che si respirava in quei locali oggi è però diversa: l’incenso ha lasciato il posto all’odore dei pannelli di legno isolanti dietro ai quali, sulle pareti, l’umidità e la muffa si sono impossessate nel tempo di ampie superfici. «Ripetutamente nel corso degli anni ho sollecitato il proprietario dello stabile affinché risolvesse il problema dell’umidità, ma non è mai intervenuto concretamente», spiega preoccupato Claudio Scaramella: «Ho dovuto digerire molta latitanza, compreso il gran freddo invernale per il malfunzionamento del riscaldamento. Sono stato costretto a provvedere personalmente con mezzi di fortuna. Ora però ho chiesto l’intervento del Laboratorio cantonale e dei servizi comunali, affinché i periti verifichino la situazione. Voglio tutelarmi, anche perché negli ultimi periodi ho avuto seri problemi di salute e qualche spiegazione ora me la sto dando».
Quando gli chiediamo di aprire l’album dei ricordi, torna il sorriso: dal diploma ottenuto alla scuola agraria di Mezzana, con le estati trascorse sugli alpeggi «in condizioni di vita estreme», alla professione di macellaio, dalla pastorizia di pecore sul Piano di Magadino dormendo sotto i ponti avvolto in una coperta militare puzzolente, fino al settore dischi della Cooperativa di Locarno «dove nel 1969 comprai i miei primi tre LP, uno dei quali dei Beatles. Mi offrirono un posto di lavoro come commesso perché cercavano un appassionato di musica. Accettai e ben presto colsi la necessità di aprire un negozio mio. Erano anni in cui la musica aveva una grande importanza fra i giovani». Quindi nel 1972 apre il Music Store in via Cittadella, sempre a Locarno, mentre nel 1976 si presenta l’opportunità di Bellinzona: «La città giusta nel momento giusto. Da allora sono trascorsi 43 anni, il mondo è cambiato e con esso il mercato della musica. I periodi eccezionali durante i quali si vendevano 70-80 dischi al giorno sono solo un bel ricordo; guardando ai tempi più recenti, avrei dovuto chiudere già quattro anni fa». Nell’edizione della ‘Regione’ di domani gli aneddoti più interessati e indimenticabili. A cominciare dal nome. Già, perché Pinguis?