Come rispondere agli scettici del clima
Il 2023 sta per concludersi e risulta già essere l’anno più caldo di sempre da che si registrano le temperature. Per molte persone è ancora difficile da capire la differenza tra meteo e clima. In vista delle festività di Natale, che molte persone passeranno in famiglia o con gli amici, ecco alcuni consigli su come rispondere agli scettici dei cambiamenti climatici, perché ci sarà sempre dell’incertezza nella comprensione di un sistema così complesso come il clima e l’aumento di fake news non aiuta. Tuttavia, è oramai evidente che si sta verificando un significativo cambiamento e che questo riscaldamento sia da attribuire alle attività degli esseri umani. È stato dimostrato e accettato, anche dai negazionisti, che la temperatura media globale è aumentata di 0,7°C dalla rivoluzione industriale. Il cambiamento climatico indotto dall’uomo è in gran parte dovuto al rilascio antropogenico di gas a effetto serra, come l’anidride carbonica (CO2) derivante dalla combustione di combustibili fossili e dalla deforestazione. La comunità scientifica ha anche ampiamente accettato che la temperatura superficiale è ora più calda di qualsiasi altro periodo degli ultimi 1’000 anni e probabilmente degli ultimi 2’000 anni.
Spesso, quando ci si confronta con le persone, si scopre quanto la disinformazione sia riuscita a storpiare dati scientifici. Ecco un breve vademecum creato dal gruppo climatico del WWF.
La prima cosa che ci si sente dire, quando si parla di crisi climatica è:
“I cambiamenti sono sempre esistiti”.
Risposta: Le registrazioni della variabilità della temperatura mostrano che l’ultimo decennio del secolo scorso è stato molto probabilmente il più caldo degli ultimi 1’000 anni. Inoltre, l’Ipcc mostra che i fattori naturali da soli non possono spiegare la quantità di riscaldamento che abbiamo sperimentato durante l’ultimo secolo. Si tratta probabilmente del più rapido aumento della temperatura globale dall’ultima era glaciale. Le concentrazioni atmosferiche globali di CO2 sono a 419 parti per milione (ppm), la concentrazione più alta da almeno 420’000 anni.
“Ci sono scienziati che hanno smentito il riscaldamento globale”.
Risposta: Un numero molto esiguo di scienziati (non climatologi) ha tentato, senza successo, di dimostrare che la sensibilità del clima è bassa e che l’uomo non sta avendo un impatto sul riscaldamento globale. Questi articoli sono stati ampiamente dibattuti e sono ora considerati errati, in quanto non coerenti con i dati raccolti in tutto il mondo.
“L’effetto isola di calore urbana è il motivo per cui abbiamo assistito a un aumento della temperatura media globale nella storia recente”.
Risposta: L’aumento delle temperature degli oceani durante il secolo scorso squalifica l’affermazione che l’effetto isola di calore urbana sia la causa dell’aumento della temperatura media globale. Inoltre, la questione è stata ampiamente esaminata e respinta dalla stragrande maggioranza degli scienziati che studiano l’atmosfera. Mentre alcune stazioni climatiche si trovano in prossimità di aree urbane e sono influenzate dall’effetto isola di calore urbana, gli scienziati utilizzano formule matematiche per correggere questa influenza. Infine, molte stazioni climatiche non si trovano in prossimità di aree urbane, come le stazioni climatiche remote.
“Alcune aree hanno registrato un calo della temperatura nell’ultimo secolo”.
Risposta: Il riscaldamento globale è un aumento delle temperature medie globali.
Nulla di ciò che riguarda specifici cali di temperatura a livello locale non è incoerente con la conclusione che il pianeta nel suo complesso si sia riscaldato o che si riscalderà ancora di più nel prossimo secolo se le concentrazioni di gas serra continueranno ad aumentare. In effetti, i progetti climatici modellati che dimostrano il riscaldamento globale mostrano anche un raffreddamento a breve termine in alcune aree, come risultato di un’alterazione dei modelli di circolazione dell’aria e degli oceani. Se si guarda poi più lontano nel tempo, anche queste aree inizieranno a riscaldarsi.
“Molti dei ghiacciai del mondo non si stanno riducendo, ma anzi stanno crescendo”.
Risposta: Questa affermazione è semplicemente errata. Il Servizio mondiale di monitoraggio dei ghiacciai riporta in modo inequivocabile che la maggior parte dei ghiacciai del mondo si sta riducendo.
“L’Antartide si sta raffreddando in alcuni punti, quindi il riscaldamento globale deve essere una bufala”.
Risposta: L’Antartide è un continente molto grande e il suo clima varia in modo sostanziale. Per esempio, la Penisola Antartica è forse uno dei luoghi che si sta riscaldando più rapidamente sul pianeta. Un recente studio che ha esaminato 244 ghiacciai della Penisola Antartica ha mostrato che l’87% si è ritirato negli ultimi 50 anni. Alcuni ghiacciai si sono ritirati a tassi fino a 50 metri all’anno, rendendoli i ghiacciai che si ritirano più velocemente al mondo. Il modello osservato in Antartide è in effetti coerente con i modelli climatici.
“I dati satellitari mostrano che non c’è stato alcun riscaldamento dell’atmosfera negli ultimi 20 anni”.
Risposta: Gli scienziati della University Corporation for Atmospheric Research (Ucar), un consorzio senza scopo di lucro composto da oltre 100 università associate, hanno recentemente migliorato i metodi utilizzati per interpretare le osservazioni della temperatura dai dati satellitari. Le nuove correzioni tengono conto degli effetti del riscaldamento del sensore di radiazione stesso – per la prima volta questa fonte di errore è stata affrontata in modo completo. Oggi il margine d’errore è di circa 0,01 gradi.
“Nessuno sa quanto dell’attuale trend possa essere causato dall’uomo”.
Risposta: Esiste un consenso scientifico internazionale sul fatto che la maggior parte del riscaldamento osservato negli ultimi 50 anni sia attribuibile alle attività umane. È ormai assodato che le emissioni di gas a effetto serra provocano il riscaldamento della superficie terrestre e che le tendenze attuali non possono essere spiegate solo dalla variabilità naturale.
In occasione dell’assemblea l’Associazione per un Piano di Magadino a misura d’uomo ha ratificato una risoluzione indirizzata alla Direzione del Parco della Valle del Ticino a sostegno dei loro sforzi e quelli di altre associazioni per proteggere la Brughiera di Malpensa. Si tratta dell’ultima e più estesa Brughiera a sud delle Alpi, si trova all’interno del Parco lombardo della Valle del Ticino ed è un hotspot di biodiversità estremamente importante per tutta la regione sudalpina. Essendo ubicata appena a sud dell’aeroporto della Malpensa è seriamente minacciata dal progetto di ampliamento dell’area cargo. Dopo una fase di intensa lotta sembrava che lo sviluppo dell’Area Cargo dovesse avvenire solo all’interno dell’attuale area aeroportuale. Quest’estate però la maggioranza parlamentare a Roma ha adottato una norma che apre la strada alla distruzione della Brughiera. A nulla sono valse finora le proteste degli enti e associazioni che sono intervenuti con dimostrazioni e atti politici. Anche il tentativo di far inserire la Brughiera tra i Siti di Importanza Comunitaria non è stato appoggiato dalla Regione Lombardia. La protezione di questo sito è di stringente attualità anche per noi ticinesi. Per info:
www.change.org/p/salviamo-la-brughiera