Per poco due cervi volanti non si scontrano in volo e, una volta atterrati su un ramo, inizia la lotta a suon di corna
Per poco due cervi volanti non si scontrano in volo e, una volta atterrati su un ramo, inizia la lotta a suon di corna. Con un’abile mossa uno dei due contendenti solleva l’altro in aria che fatica a resistere, non c’è più nulla da fare: il più debole viene spinto giù dall’albero. La lotta tra i due cervi volanti è finita.
I due combattenti erano due esemplari maschi. È facile distinguerli perché hanno delle mandibole così sviluppate da assomigliare alle corna dei cervi, il che ne spiega il nome. L’apparato boccale delle femmine invece, è più piccolo ma nonostante ciò possono mordere con forza. Anzi, a differenza dei maschi, riescono addirittura a scalfire la corteccia degli alberi, così da poter raggiungere la linfa della quercia, di cui i cervi volanti sono ghiotti.
Il vincitore del combattimento può accoppiarsi con la femmina, alla quale spetta il compito di deporre le uova. Dopo l’accoppiamento sceglie un ceppo o un albero morto, nei pressi del quale scava una buca nel terreno, generalmente profonda circa venti centimetri, fino a quando incontra le radici marce dell’albero scelto. Lì depone una ventina di uova. Dopo due settimane le larve sgusciano, ma rimangono sottoterra, dove mangiano il legno marcio e crescono. Trascorrono da tre a otto anni prima che, in primavera, avvenga la metamorfosi e dalle larve di questi coleotteri si formino le pupe che rimangono sottoterra, rinchiuse e protette in un involucro. Dopodiché inizia la trasformazione fino allo stadio adulto del cervo volante, che si conclude in autunno. Una volta usciti dal bozzolo, i cervi volanti rimangono ancora sottoterra fino a maggio o giugno dell’anno successivo, quando finalmente emergono in superficie. È tempo di cercare buona linfa di cui nutrirsi e altri cervi volanti con cui accoppiarsi. La vita in superficie è breve, dura solo poche settimane. Infatti, questi animali trascorrono gran parte della loro vita sottoterra.
I cervi volanti sono prede ambite; devono difendersi da civette, picchi e molti altri animali. Sai perché a volte nel bosco si trovano solo le teste di questi coleotteri? Perché gli uccelli le staccano prima di mangiarsi il resto del corpo. In ogni caso non è a causa dei loro nemici naturali se questi animali sono minacciati e per questo protetti. La ragione è che i cervi volanti faticano a trovare gli alberi morti nei cui pressi deporre le uova.
Le larve dei cervi volanti si cibano di legno morto ma non sono le uniche, questo particolare alimento è molto importante per tantissimi animali.
Picchio con tre dita
Diversamente dagli altri picchi, quello tridattilo, come suggerisce il nome, ha solo tre dita invece di quattro. Vive dove ci sono molti abeti rossi e molto legno morto. Il maschio scava dei buchi nel tronco degli alberi che diventeranno il nido per i piccoli. I picchi sono più facili da sentire che da vedere. Quando picchiano sul legno con il becco, per scavare sotto la corteccia alla ricerca di larve, sentirai una rapida sequenza di colpi. Questo uccello mangia fino a 2000 larve di bostrico al giorno!
I ghiri sono dei dormiglioni
Da buon animale notturno, il ghiro parte alla ricerca di cibo solo all’imbrunire. Si nutre di ghiande, noci, frutta e funghi. Passa il giorno a dormire in tane che costruisce nella cavità degli alberi e che imbottisce con del materiale morbido, come piume ed erba secca, per renderlo più accogliente. Il ghiro è un vero dormiglione: sta in letargo da settembre ad aprile in compagnia di altri membri della sua specie.
Digerire il legno non è semplice
Finché c’è linfa e acqua in abbondanza, gli alberi crescono rigogliosi. Quando muoiono, il ciclo della vita non finisce ma continua perché un albero morto diventa cibo e casa per tanti animali. Inizialmente i funghi lo ricoprono con i loro filamenti rendendo il legno morbido. Questa fase è importante perché mangiarlo e digerirlo non è così semplice! Quando il legno è meno duro e inizia a marcire, è preso d’assalto da numerosi animali e insetti in cerca di riparo e di cibo, i quali mangiano, digeriscono ed espellono il legno che concima il bosco. Inoltre, sono importanti perché prede di animali più grandi. Infine gli alberi morti vengono utilizzati anche come nidi e tane da animali come uccelli e scoiattoli. Insomma, quanta vita c’è in un albero morto!
Un urlo nella notte
Quando nel bosco cala la notte, si sente il canto sinistro e inquietante dell’allocco. È così che i maschi attirano le femmine. L’allocco è il rapace notturno più comune in Svizzera. Di giorno dorme per lo più davanti al suo nido, che è formato da una cavità in un albero, mentre di notte caccia topi e altri uccelli. Per riuscire a vederlo devi avere una vista molto acuta poiché sa mimetizzarsi alla perfezione.
Cacciatori alati all’imbrunire
I barbastelli, più comunemente conosciuti come pipistrelli, sono dei chirotteri. In passato se ne vedevano molti all’imbrunire mentre cacciavano farfalle. Oggi in tutta Europa sono a rischio di estinzione. Nascono in luoghi protetti e riparati, per esempio dietro alla corteccia che si sta staccando da un albero morto, nelle cavità degli alberi e dietro alle persiane.