La Camera del popolo va oltre quanto deciso dagli Stati proponendone l'abolizione anche per le residenze secondarie
L'imposta sul valore locativo va abolita non solo per le residenze principali, come chiesto dal Consiglio degli Stati, ma anche per quelle secondarie. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale approvando – con 109 voti contro 75 e 8 astenuti, – una revisione legislativa in materia. Il dossier torna alla Camera dei cantoni.
L'imposta sul valore locativo – un reddito fittizio da cui il proprietario può dedurre gli interessi passivi e i costi di manutenzione – esiste in Svizzera dal 1915. I tentativi di abolire questa imposta sono ripetutamente falliti alle urne e in Parlamento.
Ora le Camere federali tornano alla carica. Con la soppressione del reddito locativo spariranno anche le possibilità di dedurre dalle imposte i lavori di manutenzione e i premi assicurativi degli immobili. Dal reddito potrebbero così solo essere dedotte, a determinate condizioni, solo le spese per la cura dei monumenti storici.
Una proposta che chiedeva di poter dedurre anche gli investimenti destinati al risparmio energetico è stata bocciata con 103 voti contro 83. «È meglio puntare sui sussidi diretti», ha detto Franziska Ryser (Verdi/Sg). I Cantoni potranno però concedere se lo desiderano detrazioni concernenti i costi di rinnovamento energetico, fino al 2050, al fine di raggiungere gli obiettivi climatici. ‘No’ invece alla possibilità chiesta dall'Udc di introdurre deduzioni per gli inquilini (decisione presa con 133 voti a 59).
Durante le discussioni, il Nazionale, come detto, ha optato – con 158 voti contro 31 – per un cambiamento totale di paradigma, coinvolgendo nella riforma anche le residenze secondarie.
Se il valore locativo fosse abolito solo per le abitazioni primarie, ma non per le abitazioni secondarie occupate dal proprietario, ci sarebbe un problema di costituzionalità, ha sostenuto Leo Müller (Centro/Lu). Un cambiamento totale scongiurerebbe inoltre i pericoli di abusi, ossia che un proprietario faccia figurare la sua proprietà come casa di vacanza unicamente per poter dedurre le spese di manutenzione effettuate, ha aggiunto il lucernese.
Per la consigliera federale Karin Keller-Sutter il mantenimento di due sistemi paralleli è poco opportuno poiché causerebbe un notevole peso burocratico. «Solo un cambiamento completo del sistema garantirebbe la parità di trattamento», ha aggiunto la ministra delle finanze.
«Occorre tenere conto delle preoccupazioni dei Cantoni di montagna», ha replicato Petra Gössi (Plr/Sz) secondo cui è necessario approvare una legge che sia in grado di ottenere il sostegno della maggioranza della popolazione e dei Cantoni. Per Olivier Feller (Plr/Vd) è sensato agire solo a livello di residenze primarie: «L'abitazione principale è un bene particolare per l'individuo, per le famiglie, e la riscossione di un'imposta sul valore locativo è particolarmente problematica, preoccupante e ingiusta», ha sostenuto invano.
Il Nazionale si è invece trovato d'accordo con gli Stati nel concedere a chi acquista una prima casa la possibilità di dedurre parte degli interessi ipotecari per i primi dieci anni: 5000 mila franchi per il primo anno o 10 mila per le coppie sposate, per poi diminuire linearmente.
«Si tratta di un sussidio fiscale basato sul principio dell'annaffiatoio: viene concesso anche a chi non ne ha bisogno», ha deplorato Jacqueline Badran (Ps/Zh). La promozione della proprietà abitativa è un mandato costituzionale, ha replicato con successo Leo Müller.
Il Nazionale ha anche adottato una misura per limitare l'incentivo all'indebitamento. In futuro dovrebbe essere consentito dedurre gli interessi maturati su debiti fino al 40% dei redditi da sostanza imponibili. Respinte le varie minoranze che chiedevano una deduzione fino al 70% come l'aveva proposto il Consiglio degli Stati (proposta respinta con 110 voti contro 80), una limitazione della deduzione al 40% dei soli redditi da sostanza immobiliare (105 a 85) o lo stralcio integrale di tale possibilità (105 a 84). Oggi è possibile dedurre gli interessi maturati su debiti sul 100% dei redditi da sostanza imponibili e ulteriori 50'000 franchi.
Da notare che al voto d'insieme la sinistra si è opposta alla riforma che, a suo dire, non fa altro che peggiorare la situazione che vede gli inquilini discriminati rispetto ai proprietari. Christian Dandrès (Ps/Ge) ha messo in dubbio l'efficacia del progetto nell'ottica della promozione dell'accesso alla proprietà: «La soppressione del valore locativo è assolutamente inutile per chi vuole acquistare casa, i vantaggi vanno solo a beneficio di è già proprietario».
Il dossier torna come detto al Consiglio degli Stati, per l'esame delle divergenze.