L’imposta sul valore locativo va abolita non solo per le residenze principali, come chiesto dal Consiglio degli Stati, ma anche per quelle secondarie. Lo ha deciso, ostinandosi sulla sua linea, il Consiglio nazionale. L’imposta sul valore locativo – un reddito fittizio da cui il proprietario può dedurre gli interessi passivi e i costi di manutenzione – esiste in Svizzera dal 1915. I tentativi di abolirla sono ripetutamente falliti alle urne e in Parlamento. Le Camere federali sono ora tornate alla carica da qualche anno, con la revisione in materia che è già stata approvata sul fondo da ambo i rami del legislativo.
Principale pomo della discordia fra Nazionale e Stati è la questione se attuare una trasformazione totale di sistema, che comprenda quindi anche le abitazioni secondarie, oppure se modificare la prassi solo per quelle principali. Alla fine il Nazionale ha insistito per un cambiamento totale di sistema per 153 voti a 39. Altra divergenza ancora esistente è quella che riguarda la deduzione degli interessi maturati su debiti. Il Nazionale (per 101 a 91) si è espresso a favore dell’applicazione di un metodo proporzionale restrittivo, secondo cui l’ammontare della detrazione risulta dalla quota di beni immobili (esclusa la proprietà abitativa a uso proprio) sulla sostanza complessiva. Gli Stati preferiscono invece una deduzione degli interessi passivi fino al 70% dei redditi da sostanza imponibili. Il dossier torna ora alla Camera dei cantoni. ATS/RED