Le misure proposte, fra cui anche una tassa sul CO2 prelevata sulle derrate, sono finalizzate a preservare la sicurezza alimentare della Svizzera
Per preservare la sicurezza alimentare della Svizzera, è necessario prendere misure di ampia portata. Un gruppo di oltre 40 scienziati propone in particolare una tassa sul CO2 da prelevare sulle derrate alimentari e un divieto delle promozioni riguardanti la carne. Il comitato ha riunito le misure in una guida che ha presentato oggi a Berna in occasione del Vertice svizzero sul sistema alimentare, a cui ha partecipato anche il consigliere federale Guy Parmelin. In un primo tempo, i ricercatori – provenienti da istituzioni svizzere di punta – raccomandano la creazione entro il 2025 di un fondo di trasformazione che finanzierà azioni informative. Concretamente, si tratterebbe ad esempio di programmi di formazione e di formazione continua per le professioni interessate nell’ambito dell’intera catena alimentare o programmi di aiuti alla riconversione per giovani agricoltori. Il fondo dovrà pure servire al finanziamento di innovazioni tecnologiche.
A partire dal 2025, la guida prevede l’attuazione di misure di regolamentazione e tasse di incitamento quali un aumento dei dazi doganali per i prodotti di origine animale e una tassa sul CO2 sulle derrate alimentari. La terza fase si concentra sulla politica agricola e il sostegno alle zone rurali. Stando agli esperti, è possibile immaginare un adeguamento dei pagamenti diretti nonché sgravi fiscali per le contadine e i contadini. Per la quarta fase, dal 2030, i ricercatori propongono di introdurre progressivamente nuove misure di regolamentazione, fra cui un divieto delle promozioni sui prodotti come la carne, il latte e le uova.
Tali provvedimenti sono urgenti, scrivono i ricercatori nella guida. La sicurezza alimentare della Svizzera è minacciata dalle guerre, dalle pandemie, dai cambiamenti climatici e dall’impoverimento della biodiversità. La Svizzera è un Paese interconnesso. È quindi tributaria del buon funzionamento degli ecosistemi a livello mondiale, sia per la sicurezza del suo approvvigionamento sia per la sua piazza economica, aggiungono. Gli scienziati rilevano che la trasformazione del sistema alimentare è un compito per l’intera società. Oltre ad attori quali l’industria, l’agricoltura e i consumatori, lo Stato deve giocare un ruolo chiave nel riorientamento strategico della politica svizzera in materia di sicurezza alimentare.
Oltre alla guida elaborata dagli esperti, raccomandazioni di un’assemblea di cittadini sono state consegnate alle autorità. Dopo circa sei mesi di lavoro, queste ultime avevano pubblicato in novembre 126 misure per un’alimentazione sostenibile. I cittadini chiedevano più trasparenza, una migliore informazione ai consumatori, nonché una tassa sugli alimenti con elevato tenore di CO2.
Le guida degli scienziati e l’assemblea dei cittadini sono nate nel quadro del progetto "Futuro alimentare Svizzera", sostenuto finanziariamente dagli Uffici federali dell’agricoltura (UFAG), della sicurezza alimentare e di veterinaria (UFAV) e dell’ambiente (UFAM) come pure da fondazioni private. Il progetto era stato portato avanti dalla fondazione "Biovision", dal centro studi dell’ONU "Sustainable Development Solutions Network Switzerland" (SDSN) e dal movimento "Agriculture du futur". Rientrava nell’ambito del piano d’azione per lo sviluppo sostenibile 2030 del Consiglio federale.