Ritratto del consigliere federale Udc al passo d’addio a fine anno. Bene alle Finanze interne, non eccelso sulla scena internazionale
Dopo aver affermato che sarebbe restato fino al 2023, Ueli Maurer ha deciso invece di uscire di scena oggi, con un anno d’anticipo insomma, nel corso del suo quarto mandato in governo. Lo zurighese di 71 anni ha trascorso in totale 14 anni in Consiglio federale, restando un "vero UDC". Maurer si è sempre destreggiato con aplomb tra collegialità e fedeltà al proprio partito, che aveva diretto prima di entrare nell’esecutivo federale. Basti pensare alla crisi del coronavirus in cui è stato il salvatore dei crediti alle imprese in seno al governo, pur lasciando filtrare verso l’esterno la sua voglia di un deconfinamento più rapido rispetto ai colleghi. Durante la crisi, si è adoperato per non allentare troppo i cordoni della borsa e per consentire alle aziende di rimanere a galla. Tale strategia gli è valsa le lodi anche degli avversari politici.
Maurer è sembrato apprezzare particolarmente il suo periodo trascorso quale ministro delle Finanze. Nel 2016, quando ha ripreso il dipartimento, il consigliere federale sembrava logorato dai suoi sette anni trascorsi quale responsabile della difesa. Contabile di formazione, è subito apparso a suo agio con le cifre. Nel suo bilancio v’è sì la sconfitta, nel 2017 davanti al popolo, della terza riforma dell’imposizione delle imprese che avrebbe dovuto porre fine ai privilegi fiscali accordati alle multinazionali. Ma due anni più tardi, Maurer ha ottenuto la sua rivincita grazie a un pacchetto aggiunto dal parlamento in favore dell’AVS.
Alle Finanze, Maurer ha dovuto governare sotto la pressione costante dell’estero. Avendo il segreto bancario lasciato il posto allo scambio automatico delle informazioni, il ministro UDC ha annunciato la fine dell’eccesso di zelo di fronte all’OCSE e un’offensiva per meglio vendere la piazza finanziaria svizzera. Inoltre, non bisogna dimenticare la reazione dell’Unione europea all’interruzione dei negoziati in vista di un accordo istituzionale. Maurer ha dovuto convincere il Consiglio federale di attivare il diritto d’urgenza per proteggere la piazza finanziaria dal mancato riconoscimento dell’equivalenza borsistica. Il suo piano sembra funzionare per il momento.
L’abbandono unilaterale dell’accordo quadro ha causato ulteriori turbolenze in governo. Tuttavia, da uomo "di campagna" affezionato al suo Oberland zurighese, Maurer ha moltiplicato i viaggi all’estero per difendere gli interessi della Svizzera, rischiando anche passi falsi. In generale, lo zurighese non ha brillato sulla scena internazionale. Nessuno ha scordato la sua "prestazione mancata" sulla CNN dopo l’incontro con Donald Trump alla Casa Bianca. In Svizzera, ha invece raccolto i complimenti, in particolare dalla maggioranza borghese del parlamento. Maurer è stato definito un fautore della disciplina finanziaria. Non ha cessato di presentare programmi di risparmio nonostante conti eccedentari. Ma la pandemia di coronavirus ha in parte annullato i suoi sforzi per cancellare il debito.
Temendo di ritrovarsi con un nuovo Christoph Blocher in governo, nel 2008 le Camere federali avevano eletto Ueli Maurer con un solo voto in più di Hansjörg Walter. Il nuovo ministro della Difesa ha tuttavia subito abbandonato lo stile vendicativo che lo aveva contraddistinto quale presidente dell’UDC svizzera. Nonostante alcune dichiarazioni "shock", in particolare sulla Corte europea dei diritti dell’uomo e sulle donne, e un bilancio alla Difesa poco esaltante (vedi "no" ai Gripen nel 2014), una volta alle Finanze Maurer è riuscito a farsi apprezzare anche oltre il suo schieramento politico grazie alla indiscussa competenza. E spesso, persino, ha difeso dossier contro il suo stesso partito. Ora per l’UDC non sarà facile sostituirlo.