Lo suggerisce il Consiglio federale. Queste vetture non sottostanno alle tasse sui carburanti, utilizzate anche per finanziare le infrastrutture stradali.
Viaggiare con un’auto elettrica costerà di più. Per colmare il calo del gettito delle accise sulla benzina, il Consiglio federale propone una tassa per i veicoli a propulsione alternativa calcolata sul numero di chilometri percorsi. L’ultima parola spetterà al popolo.
Attualmente le strade sono in parte finanziate con le tasse sui carburanti, segnatamente con l’imposta e il supplemento fiscale sugli oli minerali. Le auto elettriche, che sono sempre più numerose, per definizione non pagano questi balzelli, le cui entrate sono quindi in diminuzione.
Considerando che nel lungo periodo il parco veicoli dovrà essere prevalentemente elettrico, le risorse per finanziare l’esercizio, la manutenzione e il potenziamento delle infrastrutture stradali saranno insufficienti. Per questo motivo l’esecutivo ha chiesto al Dipartimento dell’ambiente, dei trasporti e dell’energia (Datec) e a quello delle finanze (Dff) di preparare entro la fine del prossimo anno un disegno di legge che consenta l’introduzione di una tassa sostitutiva per i veicoli a propulsione alternativa, come le auto elettriche.
Il nuovo balzello prevede un importo fisso per chilometro percorso e categoria di veicolo. Avrà un’impostazione analoga al sistema attualmente in vigore per i motori a benzina e gasolio, che resterà invariato. Le modalità di riscossione non sono ancora state precisate.
La nuova tassa, negli auspici del governo, dovrebbe entrare in vigore entro il 2030. I criteri di ripartizione del gettito saranno gli stessi applicati al sistema attuale: i ricavi vengono impiegati per finanziare le infrastrutture stradali e i progetti di trasporto negli agglomerati. Circa il 40% per cento dell’imposta sugli oli minerali, inoltre, finisce nella cassa generale della Confederazione.
L’introduzione della tassa sostitutiva richiede una modifica della Costituzione, sottolinea ancora il governo. Ciò significa che ci sarà in ogni caso una votazione popolare nella quale sarà necessario disporre della doppia maggioranza di popolo e cantoni.